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Crowley aprì gli occhi di scatto.
Ci mise in po' a mettere a fuoco la stanza.
La libreria, la scrivania, il letto che condivideva da quasi un anno con il suo ragazzo.

"Crowley tutto bene ?" il compagno entrò in camera con il solito passo elegante. La voce velata di preoccupazione.

"Ferid ?"
"Dimmi, amore."

"Vieni qui." mugugnò ancora scosso, per poi tirarsi il suo ragazzo contro di sè.
Il minore mise entrambe le mani sul petto del più alto, per guardarlo in viso.

"Un incubo ?"
"È stato un sogno stranissimo." biascicò.

Poi si fece coraggio e raccontò tutto. Dei vampiri. Dei demoni che uscivano dalle armi.
Del loro amico, Guren, che era un Tenente Colonnello.

Gli raccontò tutto, senza tralasciare alcun dettaglio.

Al momento della sua morte, però, la voce gli si spezzò più volte. Ferid era quasi tentato di bloccarlo.

Voleva dirgli che lui sapeva già. Che non c'era bisogno di parlarne, perchè lui ricordava già.

***

"Shinya ! Ehi, Shinya !" lo chiamò un ragazzino con i capelli neri.
L'interpellato si voltò, sorridendogli.

"Nee Guren, come va ?" Il moro gli si avvicinò, circondandogli la vita con un braccio, stampandogli un bacio a fior di labbra.

Parlarono del più e del meno, i due ragazzini, e con lo zaino in spalla si avviarono verso l'aula.

"Nee Shinya, che stavi leggendo ?" domandò, curioso, il sedicenne.
L'albino si voltò, mostrando un libro dove troneggiava l'immagine di una tigre bianca.
Al fondo un nome, Byakkomaru.

"Ti interessano le leggende ?" si incuriosì il più alto.

"È come se... come se mi appartenesse."

***

Quando la campanella dell'ultima ora suonò, liberando gli studenti da quella tortura fatta di libri, compiti e verifiche, il gruppetto si riunì nel cortile.

Si raccontarono gli aneddoti successi in quelle ore.
Di come Guren si fosse addormentato durante le lezioni di Sayuri-sensei e, una volta svegliato di soprassalto abbia gridato "Mahiru combatti !" facendo ridere l'Hiragi.

O di come Goshi-sensei abbia beccato Crowley a disegnare Ferid con una divisa bianca e i capelli legati in una coda alta. "È così che me lo immagino fra un paio d'anni." si era giustificato.
"E i canini ?" aveva ridacchiato il fidanzato.
"È giusto così." aveva detto poi, dopo essersi preso un momento per osservare il disegno.

Sì, era giusto così. Crowley non sapeva neanche quanto.

Si fermarono davanti alla scuola elementare aspettando pazientemente l'arrivo delle due pesti.
"Baka-Guren !!" urlò una delle due, per poi fiondarsi fra le braccia del fratello.
L'altro bimbo lo seguiva con calma. I capelli biondi ad incorniciare il viso delicato.
"Nii-san." esordì poi, prendendo la mano all'albino.

"Guarda che non è mica giusto sai, sono anche io tuo fratello." sbuffò contrariato il diciottenne.
"Lo so Ferid-niisan." gli sorrise la peste bionda della famiglia Shindo, per poi intrecciare la manina libera con quella del primogenito.

***

"Cosa volevi farmi vedere, Lacus ?" esordì un uomo che indossava la medesima divisa bianca disegnata da Crowley.
"Guarda lì." gli disse l'altro, indicando il gruppetto caotico.

"Avevi ragione, Lacus. L'amore trascende nel tempo."

Shinya...Why?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora