Capitolo 1

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LOUIS' POV

- Louis, vieni giù, ho bisogno! – urla mio padre dal piano inferiore.

Non ora. Sono seduto sul davanzale della finestra di camera mia che fumo beato la mia sigaretta. Quanto ne avevo bisogno... Non ho voglia di alzarmi e continuo a fumare, facendo finta di non aver sentito. Sento bussare alla porta, so che è lui e sarà sicuramente incazzato, non gli piace quando non gli obbedisco. La porta si apre e mio padre entra.

- Quante volte te lo devo dire che in casa non si fuma? – mi giro a guardarlo e per sfida, gli soffio in faccia tutto il fumo che poco prima era nei miei polmoni. Infuriato, prende la sigaretta, la butta fuori dalla finestra e mi tira uno schiaffo. Fa male, si, ma non do segni di dolore, non sono uno che da soddisfazione alle persone, mai.

- Devo parlarti, non puoi più stare qui. –

- Cosa?- lo interrompo immediatamente, parlando con il linguaggio dei segni.

- Lo sai che non ti capisco – fanculo. Non ha mai voluto imparare il linguaggio dei segni, non ha mai fatto nulla per sistemare questa incomprensione tra di noi e per questo sono costretto ad avere sempre con me un blocchetto sulla quale scrivo. Scrivo sul blocco e glielo mostro.

- Louis, stai diventando un problema. Sei ingestibile. Fai il contrario di quello che ti chiedo, sei sempre scontroso, aggressivo e la tua presenza in questa casa non è più gradita. I tuoi comportamenti non sono di insegnamento per i tuoi fratelli. Tu sei il più grande e dovresti essere un esempio per loro, ma non penso te ne importi qualcosa, visti i tuoi atteggiamenti. Non hai mai pensato che potresti essere un disagio per loro e che si possano vergognare di uscire con te? Dovresti prendere il posto di tua madre, ora che non c'è più, ma no, tu te ne freghi. – non posso credere a ciò che ho appena sentito.

- Stai scherzando, spero. Un problema? Sei davvero serio? Sono sempre in camera mia a farmi i cazzi miei, non ti chiedo mai nulla. Non ti sei mai chiesto il perché io sia così e abbia questi comportamenti? Da quando mi è successo quello che è successo mi tratti come se fossi una merda, non valgo nulla per te. E per tua informazione le mie sorelle e mio fratello mi amano e io gli voglio un bene dell'anima, sono la cosa più importante che ho. Lottie ha imparato anche il linguaggio dei segni per parlare con me, lei mi è sempre stata vicino e non penso di essere un disagio né per lei né per gli altri. Quello che faccio non danneggia nessuno e non fumo mai in loro presenza, non sono idiota. Prendere il posto di mamma poi? Si vede quanto l'amavi e quanto ti importava di lei. Io sono io, non prenderò il posto di nessuno. Loro hanno me, gli basta questo. Ah, dimenticavo, io non andrò da nessuna parte. – scrivo con talmente tanta forza che mi fa male la mano. Lui legge e mi guarda.

- Tu invece vai eccome! Qui decido io, vai a preparare la valigia, parti domani. Andrai al college con Niall. Alloggerai lì, quindi ringraziami che non ti devi pagare l'affitto.-

- Ripeto: io non vado da nessuna parte. E non ti ringrazio di nulla perché io non andrò lì .-

- Ti consiglio di andare a salutare le tue sorelle e tuo fratello. Ci vediamo domani.-

Fanculo. Io non vado da nessuna parte. Quell'uomo è diventato matto, io non lascerò le mie sorelle con quella bestia.

Vado nella camera di Daniel, è per terra che sta giocando con le macchinine. Mi siedo, gli sorrido e comincio a giocare con lui.

E' stata dura per me quando Lottie ha dovuto spiegargli che non avrebbe mai sentito la mia voce, ed è stata ancora più dura quando lui ha chiesto il perché, guardandomi con occhi curiosi, mi si è frantumato il cuore vedendo tanta ingenuità. Lei gli ha spiegato che un po' di tempo fa un angioletto cattivo mi ha rubato la voce e lui mi ha promesso che, quando sarebbe stato più grande, sarebbe andato in cielo per recuperarla.

Like the first time - LarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora