Capitolo 4

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Non potevo credere alle mie orecchie.
"Forse è meglio che tu vada a farti visitare" gli sbraitai contro, alzandomi anche dalla sedia facendola cadere a terra con un rumore sordo.
Iniziai a camminare avanti e indietro per la sala da pranzo, facendo spegnere anche qualche candela attorno a me.
"Dai, non c'è bisogno di prendersela così tanto" mi rispose tranquillo.
Mi bloccai di scatto girandomi verso di lui, iniziando ad avere un leggero fiatone.
"Ma ti sei rincoglionito!? Che cazzo dici." Mentre sto per ricominciare a dirgliene quattro Matteo mi fermò con un gesto della mano.
"Hei, calma Umby. Non pensavo conoscessi queste parolone" disse enfatizzando l'ultima parola.
"Ti ho detto che non devi chiamarmi con quel fottuto soprannome!.." Rimango stupito di me stesso, non pensavo potessi usare un tale gergo, devo subito allontanarmi da lui, ha un cattivo effetto su di me e non mi piace. "..e non mi calmo. Vuoi accendere per cortesia questa luce! cosa siamo dei piccioncini al loro primo appuntamento!?" Continuai.
"Non ti ricordi quello che ti ho detto qualche minuto fa? Certo che siamo dei piccioncini" disse ridendo, cosa che mi fece infuriare ancora di più.
Sento che sto per scoppiare, nel peggiore dei casi lo prenderò a ceffoni.
Vedendomi molto arrabbiato, Matteo continuò "Scherzo, se accendessi la luce rovinerei la bellissima atmosfera che si è creata, non credi?"
Ora basta, mi ha irritato troppo per oggi, inizio ad agitare le braccia per aria senza un movimento preciso. Dopo diversi secondi afferrai frettolosamente la giacca e il cellulare e, mentre mi dirigevobverso la porta a grandi passi, gli urlai "E meglio che tu smetta di parlare solo per dare aria alla bocca" poi uscii sbattendo la porta.

Pov's Mat

Restai solo, seduto al tavolo in silenzio, ripensando agli ultimi eventi successi.
Umberto aveva sbattuto la porta così forte da far spegnere quasi tutte le candele, facendo illuminare la stanza da una sola e unica candela accesa.
Dopo un po' mi alzai e sparecchiai la tavola dai rimasugli della 'cenetta'. Per quanto male sia finita mi aveva fatto piacere che si fosse almeno un po' divertito prima della litigata.
Non credevo se la sarebbe presa così tanto per quello che avevo detto a Roberta, in fondo era solo una scusa, anche se ammetto che potevo limitarmi a fare altro o, anche, a dire qualcos'altro.
Chissà perché non l'ho fatto...
Mentre queste idee mi balenavano per la mente, mi accorsi di un piccolo sorriso apparso sulle mie labbra, facendolo sparire immediatamente, così com'era apparso, poco dopo.
Probabilmente era per le sue reazioni, sono così esageratamente divertenti, non ti stanchi mai di vederle.
Devo fare qualcosa.
Che posso dire, questo ragazzo m'intriga.

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