Ma voi lo sapete quanta follia ci sta in un secondo di estrema razionalità?

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Questo è uno di quei capitoli da bollino rosso 🔴
Vorrei comunque dire una cosina prima di iniziare. È una scena assurda, che ha dell'incredibile e ne sono consapevole. Se mai fossi riuscita a farla risultare credibile, allora potrei buttarmi felice dal balcone. 🏆
Altrimenti, ci faremo quattro risate insieme 🙆🏻

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Era una notte scura e senza stelle, in una Londra grigia e spaventosa.

Le strade che Mika stava percorrendo non le conosceva, ad essere sincero con se stesso gli mettevano anche un po' di paura. Era finito in un vecchio quartiere, lontano dalle luci e dall'allegria del centro città.
In quel posto persino i muri erano in grado di spaventare.

Il giovane cantante si strinse nelle spalle, in quella sera di ottobre. Infilò le mani nelle tasche del suo pesante cappotto e camminò ancora, con la costante e inquietante sensazione di essere seguito.

Cominciò a calciare un sassolino della strada, lo fece per pochi passi, poi un contatto improvviso e una voce profonda fermarono la sua passeggiata notturna.

"Ciao amico mio, vieni con me?"

Un altro uomo, con indosso un cappotto nero lurido e un ghigno terribilmente malefico in faccia, aveva appena afferrato il braccio di Mika e aveva parlato, usando una voce che avrebbe fatto venire i brividi a chiunque.

"Chi sei? Non ti conosco, lasciami"

Il riccio tentò disperatamente di liberarsi, strattonò più volte il braccio. Ma a nulla servì muoversi; quando quell'uomo tirò fuori dalla giacca una pistola e gliela puntò dritta contro lo stomaco, sentì il forte bisogno di non muovere un solo muscolo.

"Agitati di nuovo e ti faccio un buco nello stomaco" lo minacciò, facendo pulsare la sua vena sulla tempia di rabbia e crudeltà.

Mika dovette resistere alla tentazione di svenire, se l'avesse fatto sarebbe stato peggio.

Con pochissima decisione placò i suoi movimenti e sentì il cuore andargli su di giri. Avrebbe potuto esplodergli da un momento all'altro. Pompava sangue troppo velocemente, perché la paura che stava provando era di gran lunga superiore alla portata del suo cuore.

Si chiese chi diavolo gliel'aveva fatto fare di avventurarsi in quei vicoli dimenticati da dio, a quell'ora della notte.

"C-che cosa vuoi da me?" Domandò, cercando di non far tremare troppo la voce.

"Facciamo un giro, ti porto in un bel posto"

Ad ogni parola di quel delinquente, un brivido nasceva sulla schiena del riccio, rendendogli davvero difficile obbedire all'ordine di stare fermo.

L'uomo svoltò in un vicolo cieco e si avvicinò al muro in fondo alla strada, lo raggiunse e quello che Michael vide fu la peggiore visione della sua vita: una vecchia scatola aperta ospitava una coperta che doveva essere la più irritante del mondo; una semplice sedia in plastica era appoggiata di fianco, più nera che bianca; uno sgabello piccolo in legno, e decine di bottiglie e resti di cibo andato a male tutto intorno.

Sentì l'odore nauseante che lo circondava e dovette resistere anche alla tentazione di vomitare. L'odore acre di sangue misto a tabacco invase le sue narici e lo obbligò a portarsi una mano davanti alla bocca.

Il malvivente lo spinse contro la sedia di plastica e lo obbligò a sedersi, con molta meno grazia di quanta Mika se ne aspettasse. Anche se, in fondo, era stato abituato a ricevere certi tipi di trattamenti.

"Siediti e non provare a muoverti" gli intimò, puntandogli la pisolata al petto.
Mika indietreggiò e si sedette, con lo sguardo pieno di terrore e le mani tremanti.

Tell them the story of a boy like meHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin