Credevo di essere più forte di quella sera e tutte le parole

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"Tu credi davvero che potrei mentirti su una cosa del genere?"

"Sì. L'hai fatto sulla tua identità, perché non avresti dovuto farlo suoi tuoi sentimenti?"

"Per me Mika è solo un nome. Ma ti amo non è solo una frase"

"Non dirlo neanche. Non lo sai cosa significa amare"

"Tu lo sai?"

"Non sono stato io a scappare quella notte"

"Forse hai ragione. Forse non mi merito il tuo amore, però io lo voglio lo stesso"

.

Nove mesi prima..

Quando l'interesse che hai per una persona sboccia all'improvviso o ti colpisce talmente tanto da non voler starle lontano, allora sono poche le tue alternative.

Michael Holbrook Penniman Jr avrebbe potuto giurare di non essersi mai innamorato, nonostante la maggior parte delle sue canzoni da pop star internazionale parlassero solo di dediche a cuori infranti e cuori in cerca di una risposta.

È solo che descrivere qualcosa sembra sempre più facile che viverla, questo il cantante lo aveva sempre pensato.

Tutti sono in grado di immaginarsi come ci si potrebbe sentire ad innamorarsi, a camminare per la prima volta o a subire una sconfitta.
E ciò che importa non è mai il modo in cui lo descrivi, se si avvicina alla realtà oppure no, se si capisce poco o si capisce tanto.

Quando ti ritrovi nella stessa situazione che per anni hai immaginato, ti chiedi come tu possa essere stato così stupido a non pensare che le cose non sarebbero potute andare in altro modo, se non quello.

Perché ci puoi provare quanto vuoi, puoi scrivere canzoni e fingere che siano vere, ma quando provi per la prima volta l'esperienza in prima persona, allora l'unica consapevolezza che ti rimane, è che quello che ti accade non è mai come quello che ti aspettavi.

Mika si era ritrovato in una situazione molto simile, solo qualche mese prima.

Otto, per l'esattezza, i mesi che erano passati da quando il ricciolo dal bel sorriso era riuscito a ritagliarsi uno spazio solo suo, di cui non aveva parlato a nessuno, neanche alla sua famiglia.

È che quello che era accaduto, in quella specifica sera, in quel ristorante ignorato da Dio, a Mika sembrava troppo irreale per poter essere raccontato.

Era entrato in quel locale da solo, con l'aspettativa di uscirne assalito dai probabili fan che avesse incontrato, stanco ma felice.

Ed era uscito esattamente il contrario di come pensava: con un nuovo numero di cellulare su un bigliettino nella tasca destra dei pantaloni, qualche centinaio di sterline in meno sul conto e un senso di inadeguatezza per aver sbagliato ogni singola parola pronunciata quella sera.

Andreas Dermanis aveva detto di chiamarsi quel ragazzo, seduto anche lui da solo al suo tavolo, che mangiava in tranquillità il suo piatto di risotto.

Non potrei mai stare con qualcuno che mangia il risotto.

Era stato il primo pensiero di Mika, notando il ragazzo biondo concentrato sul suo piatto.

Scelse apposta il tavolo di fronte al suo, qualcosa lo aveva incuriosito e sapeva che poi se ne sarebbe pentito, ma decise che non era abbastanza come motivazione per rinunciare al senso di pazzia per quella serata così apparentemente normale, così dannatamente distruttiva.

Una serie di circostanze positive permisero ai due sconosciuti di parlarsi, nel bagno del ristorante.

Nessun atto osceno o inaspettato fu commesso in quelle mura, nessun paio di labbra sfiorò l'altro, ma a due sorrisi così diversi fu concesso di entrare in contatto.

Tell them the story of a boy like meWhere stories live. Discover now