Quella cosa di litigare

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Andreas cambiava continuamente posizione sul divano, sbuffando ad ogni movimento.

L'orologio segnava le 7:17 di sera. Mika aveva battuto il record di quella settimana: addirittura un'ora e diciassette minuti di ritardo. Motivo per cui la pazienza di Andy, a quel punto, si era davvero esaurita.

Gli era venuta in mente l'idea di preparare la cena, per distrarsi magari. Ma pensare al fatto che Mika non fosse con lui, a prepararla insieme, lo faceva letteralmente uscire di testa.

Non era la prima volta che il cantante si perdeva in studio di registrazione e tardava a tornare a casa.
Le prime volte Andy aveva sopportato e non si era neanche arrabbiato. Quando invece cominciò a diventare un'abitudine, allora aveva esposto le sue lamentele.
Aveva ottenuto una convincente rassicurazione sul fatto che non sarebbe più successo, ma dal giorno dopo era tornato tutto come prima.
Perciò Andy aveva deciso che c'è un limite a tutto e Mika aveva appena superato quel limite.

Vivevano nella loro modesta casa da poco, erano solo tre mesi che condividevano lo stesso tetto, dopo un anno di fidanzamento. Era normale che ci fosse qualche discussione, ma non era assolutamente sopportabile il fatto di litigare quasi ogni sera.

Andreas quella sera aveva davvero raggiunto il suo limite massimo di sopportazione.

Dopo altri dieci minuti ad attendere inutilmente, decise di chiamare il suo ragazzo e chiedere spiegazioni, pensava di meritarsele almeno quelle.

Con molta poca delicatezza e altrettanta comprensione, rimproverò Mika, che gli aveva appena risposto con forse troppo tranquillità.

"Questa volta che scusa hai?"

"Per cosa?" Chiese ignaro il cantante.

"Dovevi essere a casa un'ora fa" gli fece notare Andy.

"Non sapevo di dover timbrare il cartellino come i carcerati"

La risposta sgarbata di Mika non fece che aumentare il livello di nervosismo del biondo.

"Non fare lo spiritoso. Perché non sei ancora a casa?"

"Dio Andy, se arrivo a casa alle sette invece che alle sei, avrò avuto un buon motivo"

"E sentiamolo questo motivo"

"Stavo registrando con Alan"

"Eh certo. Hai sempre qualcosa da fare tu in quello studio, vero?
Stavo registrando, stavo cantando, stavo scrivendo.
Gira sempre tutto intorno a te e alla tua vita da futura pop star!"

Andreas era diventato incontrollabile, se non avesse dovuto tenere il telefono con una mano, probabilmente avrebbe cominciato a lanciare oggetti ovunque per sfogare la rabbia.

"Non capisco perché ti stai arrabbiando in questo modo. È solo un'ora"

Mika tentava di giustificarsi in ogni modo, peggiorando ogni secondo la situazione.

"Oggi un'ora. Ieri venti minuti, l'altro ieri quaranta. Domani? Non tornare a casa proprio, dormi in sala di registrazione, tanto ormai ci passi tutta la tua vita dentro"

"Non devo chiedere scusa se mi piace il mio lavoro"

Anche il riccio cominciava ad irritarsi, non capiva proprio perché Andy dovesse essere così oppressivo.

"Invece forse dovresti pensarci, perché oltre al lavoro hai un compagno. O forse avevi."

"Stai esagerando" ribatté Mika, alzando leggermente la voce.

Tell them the story of a boy like meWhere stories live. Discover now