«Caro Diario,
il mio nome è Cry Baby.»
Chi è davvero Cry Baby? Quella bambina seduta in disparte che piange sempre? Quella ragazzina disperata alla sua festa di compleanno a cui nessuno degli invitati ha partecipato? Quella ragazza intimidita e affa...
Caro Diario, ricordi cos'ho scritto due settimane fa? Che qualcuno suonava alla porta? Quel qualcuno era Johnny, venuto da me per dirmi che all'inizio era rimasto scosso dalle mie parole, ma che ci ha riflettuto molto e crede di ricambiare i miei sentimenti. Poi se n'è andato.
L'ho rivisto il 25, a Natale quando è venuto a farmi gli auguri. Ha detto «Non sapevo cosa regalarti, ma volevo comunque ringraziarti per tutto quello che hai fatto per me» e mi ha baciata. È stato un bacio molto dolce e premuroso, Johnny aveva quasi paura di ferirmi. Gli ho chiesto cosa eravamo noi da quel momento. Non mi ha risposto e se ne è andato.
L'ho rivisto sta notte, quando è venuto a lanciare sassolini alla mia finestra per svegliarmi, come in un film romantico. Ha detto che è stato uno stupido a andarsene senza mai trovare il coraggio di dire quello che davvero voleva. Ha detto che lui non vorrebbe esserlo, ma spesso la timidezza prende il sopravvento. Poi mi ha sussurrato «ti amo», e ci siamo dati il nostro primo vero bacio. È stato come fluttuare sulle nuvole, nel mio stomaco almeno un centinaio di farfalle hanno preso il volo e mi sono sentita amata come noi mai. Era ora che Johnny togliesse le rotelle da quella sua dannata bicicletta.
Cry Baby
ps: è da un anno che ti scrivo.
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