Capitolo 7

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Bella dovette bussare diverse volte prima che la signora Masen le aprisse.
Non era certo il solito orario di visite, e la ragazza lo sapeva.
«Isabella, siete già di ritorno!» disse Elizabeth in tono cordiale. Non sarebbe riuscita ad arrabbiarsi con lei nemmeno se fosse piombata in casa alle tre di notte. Dopotutto era pur sempre la migliore, e l'unica, amica di suo figlio.
«Si ehm...ecco. Starei cercando Edward. È in casa?»
Bella aveva il fiatone da quanto aveva corso per arrivare dalla stazione di Chicago fino a casa di Edward. Una carrozza non l'avrebbe mai trovata in quel periodo senza un minimo di preavviso. D'estate molti turisti venivano per ammirare la ruota panoramica da poco costruita. Non c'era ancora stata da quando si era trasferita.
«Oh certo. Purtroppo non so dov'è. È uscito un'ora fa circa. Se lo trovi mi faresti un favore, la cena è quasi pronta»
«Certo e grazie mille»
«Figurarsi»
Bella a questo punto non sapeva che fare. O meglio, dove andare. Dove si sarebbe potuto cacciare a quell'ora?
Ci penso su, vagando nel frattempo nella città. Era ormai sera, avrebbe dovuto tornare a casa, ma era decisa più che mai a trovare Edward. Continuò a vagare finché non le venne un'illuminazione: la radura!
Si, quasi sicuramente Edward si trovava lì, dopotutto era il suo posto segreto. E ora che ci pensava, probabilmente lei era l'unica persona a cui l'aveva mostrato. Non ci aveva mai riflettuto sopra, quel gesto forse aveva più conto di quello che la ragazza gli aveva dato.
Bella cercó di ricordare la strada che aveva percorso con Edward quel giorno.
Uscì dal centro città e prese un piccolo sentiero all'inizio della campagna che c'era nella zona periferica.
Percorse dritto il sentiero per un'altra mezz'ora. Si stava inoltrando sempre di più nel bosco, ed era ormai buio.
Nonostante il suo impegno, nei pressi di un tronco caduto, Bella inciampó e caddè. Non se ne preoccupó più di tanto, in fondo era abituata a perdere l'equilibrio spesso,  finché non sentì un bruciore alla caviglia aumentare a dismisura. Probabilmente si era storta. Provó ad alzarsi ma non ci riuscii, la caviglia le faceva troppo male.
Ritornare anche solo all'inizio del sentiero sembrava impossibile in quelle condizioni.
Bella cercó di urlare aiuto ma il bosco sembrava completamente vuoto, perfino gli animali tacevano.
~
Qualche decina di minuti dopo Bella sentì dei rumori provenire da dietro di se. Scattó subito verso la direzione dei suoni, ma non vide niente. Dopo qualche secondo però una sagoma spuntó d'improvviso davanti agli occhi della ragazza, saltando con disinvoltura dal ramo su cui evidentemente si era appollaiato.
Era lui. Chissà per quale strana coincidenza Edward Masen si era deciso a tornare a casa passando però da un sentiero più lungo, in modo tale da godersi un po' di più quel poco di pace che riusciva a trovare nella giornata. Aveva visto una sagoma strana e pensando fosse un animale, si era arrampicato sul primo albero che aveva visto cercando di vedere meglio.
Bella appena lo vide scoppió a piangere, si era ormai rassegnata a passare l'intera notte nel bosco e di certo non avrebbe immaginato di riuscire a imbattersi in Edward.

«Edward!» gridó la ragazza fra le lacrime. Lui si precipitò verso di lei in suo soccorso.
«Bella?! Bella stai bene?!»
Cercó di farla alzare ma fu tutto inutile
«Ti...stavo venendo a cercare poi sono...sono inciampata. Credo di essermi storta la caviglia»
Edward le diede un'occhiata ed in effetti la ragazza sembrava avere ragione
«Ti fidi di me?» disse il ragazzo dopo una breve esitazione
Bella annuì. Lui la prese in braccio e s'incamminó per uscire dal sentiero e rientrare in città.
La ragazza arrossì immediatamente, colpita dal gesto. Era più che rallegrata dal fatto che fosse buio e che il ragazzo non poteva vedere l'improvviso cambiamento di colore sulla sua pelle.
Non ci volle molto per rientrare nella zona di campagna.
Per Bella quel breve viaggio fu pieno di timore. Si fidava del ragazzo ma la paura di cadere e alla peggio di sbattere contro un albero non era svanita. Quanto a Edward, conosceva quei sentieri meglio delle sue tasche e le preoccupazioni di Bella non lo sfioravano nemmeno.
«Dove stiamo andando?» chiese la ragazza accortasi che Edward non si stava dirigendo a casa sua.
«Da un dottore, mi pare ovvio. Una storta alla caviglia non è cosa da poco»
«Un dottore? Andiamo non è poi così grave!» andare da un medico sarebbe stato troppo umiliante per Bella, non sopportava per niente la sua goffaggine
«Preferisci andare da tuo padre? Che spiegazione gli darai? Sa del tuo ritorno?»
Edward riflettè un istante sulle sue parole. Bella era tornata, è molto probabilmente era tornata per lui.
Era forse per la sua lettera? Era dispiaciuto per come era stato scontroso, ma Bella era stata davvero irresponsabile ad andare per sentieri che non conosceva di sera.
«Sa già tutto. Ero venuta a cercarti a casa tua ma non c'eri. Dovresti tornare, me la posso cavare da sola»
Lui le lanció un'occhiataccia. Non l'avrebbe lasciata in mezzo alla strada nè tantomeno a casa da sola. Il signor Swan tornava spesso tardi a casa a causa del suo lavoro e probabilmente era ancora nel suo ufficio.
«No, assolutamente. Non se ne parla»
«Almeno non portarmi dal medico, preferisco casa tua visto che non mi vuoi portare a casa mia.»
Se fossero andati da un dottore presto avrebbe saputo tutta la città della goffa figura di Bella.
Edward ci pensó un'attimo. Sembrava una proposta ragionevole e sua madre avrebbe potuto curarle la caviglia.
«Uhm, va bene. Facciamo retromarcia»
In 5 minuti arrivarono a casa Masen.
Elizabeth, molto preoccupata, le fasció la caviglia e convinse lei (e sopratutto il signor Swan) a rimanere a dormire lì. In effetti non aveva tutti i torti ad essere insistente. Era molto tardi e sarebbe stato più semplice che la ragazza rimanesse lì.
Edward fu più che contento della permanenza di Bella, e lei non era da meno. Inoltre ne avrebbe approfittato per chiarire la situazione.
~
Era notte fonda e Bella era sdraiata sul letto. Aveva la gola secca. Non sapeva se alzarsi e scendere in cucina oppure restare lì e tornare a dormire.
Scese le scale lentamente facendo attenzione a non mettere i piedi storti e a non fare rumore. Appena sceso l'ultimo scalino, Bella si immobilizzò. Una sagoma alta era appoggiata al tavolo, con le mani in tasca, rivolta verso di lei.
«Cosa ci fai qui?»ringhiò Edward.
Bella era sorpresa dal modo di parlare di Edward, dov'era finito il suo migliore amico gentile e premuroso?
«I-io...avevo sete» disse, timorosa. «E ho pensato di prendere un bicchiere d'acqua»
«Beh hai pensato male. Non avresti dovuto scendere le scale» rispose Edward, ancora più arrabbiato.
A Bella veniva quasi da piangere. «Perché mi tratti così?»
Il volto di Edward si ammorbidì. Le spalle si abbassarono, ma le mani restarono in tasca.
Forse Era stato troppo scontroso è poco educato, ma Bella era stata molto irresponsabile e che ci tenesse più lui alla sua salute che lei stessa gli dava sui nervi
«Come ti starei trattando?» chiese lui dolcemente dopo una breve esitazione
Bella fece spallucce
«Perchè sei arrabbiato con me?»
«Se sono arrabbiato é solo perché tengo a te» mormoró lui «e forse anche troppo»
Bella aveva a mala pena sentito le sue ultime parole, che aveva mormorato appena
«Cosa?»
«Niente»
Bella fece un passo avanti per dirigersi verso il lavandino.
«Aspetta faccio io» disse lui. Prese un bicchiere, lo riempì e glielo porse.
«Grazie»
«Prego»
«Come mai eri sveglio?»
Edward fece spallucce.
«A volte mi capita di non riuscire a dormire....troppi pensieri»
«Ahn, capisco»
Bella guardava il fondo del bicchiere e faceva passare il dito sul bordo.
Anche lei era molto pensierosa.
«Faresti meglio a tornare a letto» disse Edward interrompendo quel silenzio.
«Si giusto»
Bella posò il bicchiere sul tavolo e fece per andarsene «Buona notte»
«No, aspetta»
Edward non era molto allettato all'idea di lasciarla andare, e sopratutto si sentiva in colpa per come si era comportato. Dopotutto che lei tornasse non era quello che desiderava fin dal primo giorno della sua assenza?
Ed ora eccola lì, intimorita a fissarlo
«Cosa?» chiese lei confusa
«Dobbiamo parlare» disse Edward.
A Bella venne il panico. Di cosa dovevano parlare?
«Vorrei mettere in chiaro alcune cose»
«Cosa?»
«Io...ecco...volevo sapere se hai ricevuto la lettera»
«Si, è stato molto carino da parte tua. Grazie»
Edward era piacevolmente sorpreso. Non l'aveva preso per pazzo o maniaco. Era un passo avanti
«Volevo che tornassi ma non che tu ti senta obbligata a rimanere qua. So che preferisci stare con tua madre»
«Non mi sento obbligata»
«Volevo che nella lettera tu capissi quanto sei importante per me. Mi hai fatto....come dire...concentrare su cose che prima non consideravo importanti» Edward sorrise abbassando lo sguardo. Da quanto non pensava al suo diciottesimo compleanno e alla dimora del volontario?
«Mi dispiace per come mi sono comportato. Sono stato un gran maleducato. Ma non mi piace che tu ti sia messa in pericolo per me. Se non avessi deciso di cambiare sentiero avresti passato tutta la notte in quel bosco. Hai idea del pericolo che hai corso?»
Edward si era un po' agitato ripensando a quello che era successo nelle ore prima
Bella se ne stava lì, a riflettere sulle parole di Edward e non sapeva cosa dire. Era seriamente preoccupato per lei?
«Quindi?» disse dopo qualche minuto Bella.
Edward, che guardava fuori dalla finestra, si voltò.
«Quindi cosa?» chiese confuso.
«Io e te, cosa siamo?» chiese lei imbarazzata. Lo guardava in tutto il suo splendore. I capelli spettinati, il viso illuminato dalla luce fioca della lampada a olio. Il cuore di Bella iniziò a battere all'impazzata.
Edward non riusciva a capire
«In che senso?»
«Voglio dire....il bacio...la lettera...quello che è successo oggi. Io e te cosa siamo?»
Il ragazzo fece un passo avanti. Mise le mani sui fianchi di Bella e la guardò negli occhi. Si avvicinò e premette le labbra sulle sue. La ragazza gli allacciò le braccia al collo. Lui le strinse la vita e, per evitare che si mettesse sulle punte e che le facesse male la caviglia, l'alzò da terra senza e il minimo sforzo la poggió delicatamente sul bancone della cucina. Le loro labbra erano morbide e si modellavano perfettamente. Bella allacciò le gambe alla sua vita per non scivolare, anche se si sentiva un pò in imbarazzo. Edward la continuò a baciare senza farci caso. Lei gli mise una mano sulla guancia e, a malincuore, lo scostò da se.
Lui si avvicinò piano verso il suo viso sfiorandole il collo.
«Ti basta come risposta?» sussuró piano vicino al suo orecchio
«Si....forse ora ho capito»
Edward scoppiò a ridere. Le prese il viso tra le mani e la baciò di nuovo, con un sorriso.

Alluuuuur
Sorreh per il ritardo madornale ma la pigrizia degli ultimi giorni di vacanza ha vinto su di me. Inoltre l'ispirazione se n'è egregiamente andata in vacanza.
A breve aggiornerò anche l'altra mia storia (altrimenti rischio di essere uccisa con tortura da letyhotel13 ...te se ama😂❤️🙈). Il capitolo l'ho scritto e mancano solo gli ultimi ritocchi.
Detto questo spero di essermi fatta perdonare con il capitolo più lungo che ho scritto....ben 1900 parole yeeeee
Auguro un buon ritorno a scuola a tuttih anche se i miei auguri non serviranno a un cazzo perché tanto il ritorno a scuola farà schifo lo stesso
Ringrazio tanto tanto tanto tanto tanto e tanti altri tanto love_storiies per avermi aiutato a scrivere il bacio
Al prossimo capitolo
Ili

•Shadow Of Love•Where stories live. Discover now