Capitolo 42

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Zoe Pov

Papà aveva avuto un'incidente per colpa mia.
Il preside l'aveva chiamato per la sospensione e quando aveva messo giù, era rimasto sconvolto e in men che non si dica si era ritrovato in ospedale.
Un'auto non aveva rispettato il rosso e così era andata contro la macchina di papà.
Le conseguenze erano state il coma, un trauma cranico, un braccio rotto, perecchi lividi e un paio di costole fratturate.
Era tutta colpa mia..
Mi sentivo enormemente in colpa.
Avevo già perso Kate non volevo perdere anche lui.
Non mi ero mai mossa dall'ospedale da quando Maggie mi aveva dato la notizia.
Avevo gli stessi vestiti e non mi ero fatta neanche una doccia.
Non avevo smesso di tenerli la mano.
Piangevo e gli promisi che se si sarebbe svegliato avrei seguito il destino che mi aspettava senza fare nessuna storia.
Dopo cinque giorni si sveglió, appena vidi che apriva lentamente gli occhi, le lacrime mi scesero copiosamente.
Dopo averli spiegato cos'era successo ci abbracciammo e mi rimisi seduta sulla sedia con lo sguardo verso il basso.
Mi sentivo in colpa.
"Come posso farmi perdonare chiedimi qualunque cosa" mormorai con lo sguardo rivolto al pavimento.
"tu non.."
Marcus si fermó e sospiró
"Voglio che tu percorra finalmente la strada che ti è stata designata.
Era da tempo che volevo parlartene è ora di diventare grandi Zoe"
un brivido mi percorse tutto il corpo e annuì.
"Lasceró tutto e mi comporteró come si aspettano tutti".
L'argomento cadde lì perchè l'infermiera arrivó e io dovetti uscire.

***

Così passarono le vacanze invernali.
Per una settimana casa-ospedale,ospedale-casa e il resto del mese badai a mio padre a casa anche se Maggie mi pregava che era compito suo.
Come promesso avevo lasciato tutto.
Fortunatamente le vacanze invernali erano iniziate proprio quattro giorni dopo la mia sospensione.
Avevo cambiato numero, avevo rotto i ponti senza dire nulla era neglio così.
In quelle tre settimane di vacanze avevo fatto imbiancare le pareti di camera mia, avevo messo i miei vestiti, i libri fantasy, i pennelli le tempere e tutto il resto negli scatoloni.
Li avevo messi nella stanza dove un tempo dipingevo, chiusi a chiave detti la chiave a Maggie e le chiesi di tenerla lei.
Ora il mio armadio aveva cose eleganti, femminili e vestiti casual ma femminili per la scuola.
Ora che avevo dato un taglio con le mie passioni e avevo scelto di andare avanti la mia camera era spoglia e non mi rappresentava perniente.
Ma in fondo era meglio così..

***

Presto ricominció la scuola e francamente non me la sentivo di tornare, ma dovevo.
Dopo essermi fatta una doccia mi vestì con dei jeans stretti, una camicetta e degli stivaletti con un po di tacco.
Presi lo zaino e mi sistemai i capelli che ormai potevo mettere benissimo dietro alle orecchie.
Avevo deciso di farli crescere lunghi.
E infine mi ero messa anche un po di matita.
Mi guardai allo specchio e non mi riconobbi.
Era la giusta cosa da fare mi ripetei.
Scesi le scale e lasciai lo zaino all'ingresso per fare colazione in salotto.
Salutai tutti e mi sedetti davanti a mio padre.
"Visto? e tu che dicevi di non stare bene vestita così".
Non c'era sarcasmo nella sua frase da quando c'era sta l'incidente sentivo come se il nostro legame si fosse spezzato, ora parlavamo poco e in tono serio.
Annuì e cominciai a mangiare con una certa grazia.
"Sono contento che tu stia prendendo le cose seriamente" continuó sorseggiando il caffé.
"Te lo devo" sussurrai.
"Naturalmente verrai alle cene di lavoro con me vero?".
"Si papá" risposi guardando il tavolo.
"benissimo queste sono le tue chiavi della macchina sicura di mettere in vendita la moto?".
Annuii.
"Sarà meglio che vada buona giornata"
così uscì di casa.

***

A scuola ovviamente molta gente notó il mio cambiamento estetico e così la gente inizió a parlare sotto voce guardandomi.
Avevo lasciata la pallavolo, calcio, arte e la band.
Luke era l'unico ad avere un mio contatto, gli avevo solo detto che avrei lasciato la band e stop.
Evitai tutti gli sguardi e durante le lezioni mi isolai e pensai solo a prendere appunti e a seguire.
Avevo avuto lezioni in comune con i miei ex amici ma li avevo evitati.
Ero completamente sola.
Alla fine delle lezioni venni circondata dai miei ex amici e non ebbi neanche il coraggio di guardarli in faccia.
Mi sentivo una merda.
"Che ti è successo Zoe? perchè non ti sei fatta sentire? perchè ti stai comportando così?.."
Queste erano le tante domande che mi stava facendo Jessie.
Decisi di finirla una volta per tutte.
Alzai la testa e li guardai con rabbia e disgusto.
"Vuoi sapere? okay! non voglio più avere a che fare con voi! io non voglio amici nè un fidanzato che mi fa le corna!" gurdai Jason che abbassó lo sguardo "io voglio rimanere sola come ho sempre fatto! non parlatemi più!".
Avevo detto tutto con più cattiveria possibile ma mi sentivo malissimo.
Con le poche forze che mi rimasero me ne andai e uscendo da scuola vidi Luke che mi guardava deluso, abbassai lo sguardo e me ne andai.

Un magnifico imprevistoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora