Capitolo 44

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Jason Pov

Dopo aver scoperto finalmente cosa era successo a Zoe decisi di andare a parlare con suo padre.
Dovevo almeno provarci.
La mattina dopo, dopo aver visto Zoe andare via con la macchina da casa sua, suonai al cancello.
Dopo pochi minuti entrai in casa e andai in sala da pranzo dove Markus Anderson stava bevendo il caffè mentre leggeva il giornale.
"Jason è sempre un piacere vederti" disse amichevolmente.
"Signor Anderson ho urgente bisogno di parlarne" dissi serio.
Mi fece cenno di sedermi e lo feci.
"Dimmi pure".
"Si tratta di Zoe".
Markus alzó un sopraciglio confusoz
"Ha notato il suo nuovo comportamento?" dissi gelido.
Egli annuì.
"È un cambiamento positivo sta diventando la degna erede della mia azienda" disse fiero.
Lo guardai completamente sconvolto.
"Sta scherzando vero? è negativo al massimo! sua figlia si sta autodistruggendo per renderla felice!" ringhiai.
"Non è affatto vero tuo padre dovrebbe fare lo stesso con te devi dedicarti all'attività che presto sarà tua" disse serio.
Scossi la testa.
"Si rende conto che Zoe ha allontanato tutti? si rende conto che ha smesso con tutte le sue passioni e ha cambiato completamente se stessa per compiacerla?" dissi gelido.
Markus non disse nulla.
"So benissimo che non c'è persona che le voglia più bene di lei, ma deve capire il grave errore che sta facendo.
Deve accettare sua figlia com'è.
È in gamba e ha bisogno di essere felice" dissi abbassando il tono di voce che avevo precedentemente alzato.
"Io voglio solo il suo bene, non voglio che poi si trovi male, voglio che sappia come comportarsi se no non riuscirà a gestire l'azienda" disse sospirando.
Annuì.
"Signor Anderson non ha mai pensato che Zoe sappia come comportarsi? non è giusto negarli la felicità".
Markus annuí sospirando.
"Forse lei è troppo occupato ad ammirare la sua nuova figlia perfetta per notare che è dimagrita incredibilmente, ormai è depressa e cerca di non sprofondare nel baratro ulteriormente" lo fissai negli occhi.
"Sua figlia era una ragazza decisa, ora si fa mettere i piedi in testa da chiunque.
non le importa di niente.".
Markus cambió espressione e capí che stava iniziando a capire.
"Tu come fai a sapere tutto?" disse confuso.
"A pranzo ieri una ragazza l'ha presa in giro pesantemente, Zoe è andata in palestra e l'ho sentita piangere fuori dalla palestra.
Gli ho imposto di dirmi la verità e dopo un po' l'ha fatto.
Non voleva mettere in mezzo nessuno ma io non potevo stare zitto io amo ancora da impazzire sua figlia e vederla in questo stato mi strazia il cuore" dissi dosando le parole.
Non volevo che suo padre sapesse del laudano.
"Anche lei è ancora innamorata di te" mormoró.
Scossi la testa e sospirai.
"Senti devi fartene una ragione" disse con freddezza.
Rimasi a bocca aperta come poteva fregarsene così tanto?
"Va bene faccia quello che vuole! prima o poi se ne accorgerà di avere completamente sbagliato e lì vorró vedere cosa farà!"
Dopo aver urlato queste parole uscì da quella casa come una furia.
Dovevo fare qualcosa.

Zoe Pov

Tornai a casa desiderosa di mettermi sotto le coperte e non uscirne mai più.
Appena arrivata a casa Maggie mi disse che mio padre mi aspettava nel suo ufficio.
Controvoglia ci andai.
Bussai ed entrai.
Mio padre era impegnato al computer cosí fece cenno con la mano di sedersi davanti a lui e con un po di esitazione lo feci.
Dopo qualche minuto spense il pc e mi guardó negli occhi.
Ressi lo sguardo più che potei ma poi lo abbassai.
"Ci trasferimiano in Spagna"
Se non fossi stata seduta sarei cadura perchè mi tremavano le gambe così tanto che non sarei riuscita a stare in piedi.
"C-cosa?" sussurrai.
Forse avevo sentito male.
"Hai sentito bene apro una nuova filiale in Spagna e per almeno un'anno devo stare lì" disse serio.
Non Voglio!
Non lo dissi non riuscivo a dire nulla ma nella mia testa risuanavo come cannoni le sue parole.
Non era possibile questo era troppo. Decisamente troppo.
Che reazione avrebbe avuto se gli dicessi che non volevo andare via per nessun motivo al mondo?
Ma quale motivo avevo per restare?
"Partiremo fra una settimana".
Sentì le sue parole appena come se avessi avuto le orecchie tappate.
Avevo bisogno di aria, avevo bisogno di chiarire con tutti questo malinteso prima di andarmene.
Dovevo parlare con Jason cazzo, avrei voluto dirli quanto ancora lo amavo e quanto ancora volevo stare con lui.
Ma non potevo non sarebbe sano per nessuno dei due.
Sarebbe stato meglio andare via senza dire niente scomparire e basta.
Come ero arrivata me ne sarei andata.
"Io..non.." non riuscì a dire niente.
Era patetica da parte mia ero cambiata così tanto che non riuscivo a replicare, non riuscivo a dire che non mi stava bene e che volevo restare quì.
Ero caduta davvero in basso..
Mi alzai e me ne andai senza dire niente.

***

Nei giorni che precedettero la partenza non riuscì a cambiare la situazione.
Ormai mi ero arresa a questa notizia e ora aspettavo solo la partenza.
La scuola finì e non riuscì a dirlo a Jason, volevo scriverli qualcosa ma non trovai le parole giuste.

***

Era arrivato il giorno della partenza e mi sentivo di merda.
Tutti i miei averi erano racchiusi in un trolley.
Ma non avevo portato davvero qualcosa di mio.
Tutte le mie cose erano nella stanza dove dipingevo.
Per cui nella valigia c'erano solo vestiti e qualche altra cosa.
All'ultimo presi la scatolina che mi aveva regalato Jason per il mio compleanno e la misi nella valigia.
In un batter d'occhio io e mio padre ci ritrovammo in aeroporto.
Eravamo seduti ad aspettare l'imbarco e nessuno dei due aveva spiccicato parola.
Presi il cellulare e decisi che Jason si meritava delle spiegazioni.

Me ne sto andando e non so se torneró mai più.
Sono stata una vigliacca a non dirtelo prima ma credo tu abbia bisogno di una spiegazione.
È cambiato tutto, la ragazza che amavi non c'è più, odio me stessa per quello che mi sono fatta e ti sto facendo.
Quindi ti dico solo una cosa: cerca di andare avanti.
So giá che ce l'avrai a morte con me ma io non sono in grado di fare nulla in questo stato.
Devo cercare di rialzarmi e tornare quella di prima.
Solo ad allora saró degna di guardarti in faccia, di parlarti ed essere la tua ragazza.
Non so se succederá per questo ti dico vai avanti.
Non ti dimenticheró mai.
Mi dispiace. Zoe.

Inviai l'email e mi asciugai le lacrime che stavano scendendo sulle guancie.
Notai che Markus mi stava guardando tirai su con il naso e abbassai lo sguardo concentrandomi sul pavimento.
Più tardi l'aereo decolló e guardai la mia cittá allontanarsi sempre di più.
Questo era un'addio.

Jason Pov

Zoe era partita.
Forse per sempre e non aveva avuto il coraggio di dirmelo di persona.
Mi aveva mandato una schifosissima e-mail.
Ero arrabbiato ma più di ogni altra cosa ero terribilmente triste per aver perso la ragazza che amavo.
Mia sorella c'era restata male quanto me e i nostri amici pure.
Volevo seguirla ma i miei genitori non mi dettero il suo nuovo indirizzo.
Non mi importava quanto tempo sarebbe passato io l'avrei ritrovata.

Un magnifico imprevistoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora