23rd

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Corinne

Era da una settimana che Luke continuava ad evitarmi. Da quando c'era stato quel tremendo pranzo a casa dei suoi genitori non c'eravamo visti quasi mai, con i motivi ufficiali che erano il mio studio (dovevo rimboccarmi le maniche per dare gli esami che mi mancavano) e il lavoro di Luke, sommerso a causa del rinnovo del giornale. Okay, sono motivi validi, ma avremmo potuto comunque vederci almeno per dieci minuti o meno... cosa che Luke ha evitato con ogni mezzo e scusa possibile, dalla più banale alla più stupida. Di conseguenza, io non sapevo più cosa pensare. Che mi stesse evitando su ordine di sua madre? Magari l'aveva minacciato, ricattandolo con qualcosa a cui non poteva assolutamente rinunciare. Beh, se fosse stato davvero così, non sapevo se essere arrabbiata o meno con lui. Dipendeva tutto dalla situazione, ovviamente, situazione che era dannatamente misteriosa e piena di falle.

«Sul serio, non riesco a guardarti conciata così sorellina. Sei uno straccio», mi prese in giro Derek quella mattina.

Io sbuffai, alzando gli occhi al cielo prima di puntarli sul mio libro. «Sei stato anche tu all'università, sai com'è», borbottai contrariata.

«Io non mi riferivo per niente allo studio», replicò Derek, «Si vede lontano un miglio che stai male per qualcosa che riguarda la tua vita privata. Tutto bene con Luke?», mi chiese poi, facendo un sorrisetto malizioso.

Io sbuffai - di nuovo. «No, va tutto uno schifo con Luke. Contento?», sbottai intristendomi. Certo, non andava proprio tutto male, ma non andava neanche tutto bene.

A sentire quelle parole Derek si voltò preoccupato verso di me. «Oh, no. Cosa succede tra voi due?».

Sospirai, chiudendo il libro. Era la decima volta che mi arrendevo con lo studio, distratta da altro - altro che era sempre qualcuno della mia famiglia che mi chiedeva di Luke, poi. Ultimamente i miei familiari si stavano interessando particolarmente alla mia vita sentimentale, persino mio padre mi chiedeva come andasse con Luke (forse su consiglio/costrizione di mia madre, ero sicura che ci fosse il suo zampino). Proprio quando le cose andavano male, loro si interessavano alla mia relazione con Luke. Quando si dicono le coincidenze...

«Luke mi evita e non so perché», spiegai, «Fino alla settimana scorsa andava tutto bene ma poi... dopo il pranzo con i suoi genitori è andato tutto a puttane. Ho paura che sua madre lo stia ricattando in qualche modo, che forse per non deludere i suoi genitori ha preferito allontanarmi per un po'... non so cosa pensare e non ho neanche la minima idea di come fare per parlare con lui».

«Non ci hai neanche provato?», mi chiese mio fratello, tenendo gli occhi incollati alla strada.

«Certo che ci ho provato. Ma lui mi liquida sempre per i motivi più insensati...», mugugnai rassegnata, «Suppongo debba iniziare il discorso senza preavviso e vedere come va a finire».

«Esatto. Mettilo alle strette», mi esortò Derek, fermando l'auto davanti al palazzo, «E comunque, non penso che possa farsi mettere i piedi in testa da sua madre, ha comunque trentacinque anni. Sicuramente c'è qualche motivo più sensato sotto».

Sospirai. Non ero del tutto convinta del fatto che Luke riuscisse a non farsi mettere i piedi in testa da sua madre, Liz mi era sembrata piuttosto determinata nelle sue parole, una che non voleva sentire assolutamente ragioni. Una donna abituata a comandare, praticamente. «Lo spero».

Salutai Derek con un bacio sulla guancia prima di scendere dall'auto, incamminandomi di fretta all'interno dell'edificio. Faceva davvero freddo fuori, in quella mattina di fine novembre, e non c'era neanche l'ombra del sole in cielo - cosa che rispecchiava inquietantemente il mio umore di quella settimana. Entrata nel palazzo, stavo per recarmi di corsa all'ascensore, impaziente com'ero di parlare con Luke; purtroppo, fui chiamata da Kylie, che praticamente mandò le mie intenzioni a farsi fottere.

Boss || Luke HemmingsWhere stories live. Discover now