4. UNA VECCHIA CONOSCENZA TORNA A FARE DANNI

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"UNA VECCHIA CONOSCENZA TORNA A FARE DANNI"

Passò una settimana dal mio arrivo a Sydney e dire che tutto stava andando a gonfia vela. Alla University of Technology Sydney avevo conosciuto nuove persone del mio corso e dei miei amici oltre a quelli che si presentavano alle grigliate alla Villa di Tamarama Beach.

In quest'ultime avevo stretto maggior amicizia rispetto agli altri con quello che era conosciuto come lo Chef del gruppo, Jensen Oliveira Green, un ragazzo dalle origini brasiliane con sempre quei capelli biondo-castani raccolti in un elastico nero, due occhi scuri e un sorriso largo e simpatico che gli ornavano sempre il volto. Jens era un vero mago col cibo, stava giustappunto frequentando un corso di cucina molto pregiato per migliorare la sua pratica, raccontandomi che stava lavorando in un ristorante con due stelle Michelin al fianco di uno chef straordinario, e dal mio palato potevo dire fermamente che i suoi sforzi avevano ottenuto degli ottimi risultati. La carne mi si scioglieva quasi in bocca, era tenera e morbida al punto giusto, e le spezie che utilizzava davano un aroma mozzafiato al piatto.

In una di quelle serate, mi avevano raccontato che per mettere alla prova il suo talento, lo avevano bendato e fatto annusare ogni tipo di spezia che teneva sempre dietro con sé per cucinare e molte altre comprate al supermercato. Mio fratello aveva ammesso di essersi sbalordito quando constatarono che le aveva indovinate tutte, e se lo diceva lui non potevo che crederci.

La cosa che però più mi piaceva di lui, era che assomigliava molto al mio fratellone in quanto carattere. Era solare, simpatico, gentile, disponibile per il qualsiasi tipo di aiuto, era davvero un ragazzo affidabile. E poi, come succedeva a me con la mia migliore amica, era soggetto ad essere importunato da Hugh, che ogni scusa era buona per cercare di convincerlo ad insegnargli qualcosa.

«Dai Jens, ho bisogno che mi insegni a fare questo piatto, se no come conquisto una ragazza?»

E puntualmente arrivava la risposta scocciata. «Non puoi chiedermelo così senza sapere nemmeno le basi della cucina, impara prima quelle.»

«Eddai, non puoi essere l'unico al poterle conquistare con la cucina, non fare il permaloso, insegnami.»

«Ti ho detto di no.»

Insomma, aveva anche lui il suo bel da fare con quel gigante alle calcagna e dire che non sembrava per nulla intimorito dalla stazza di quell'uomo. Io con Brooke avevo costantemente paura.

A proposito di lei, alla fine mi aveva davvero chiamata quasi tutte le sere per tenermi un po' di compagnia, anche se non serviva, ma lo faceva anche perché doveva pur raccontare a qualcuno dei suoi gossip.

Riguardo agli altri del nostro giro, Danielle aveva iniziato ad aiutare i nonni nella loro attività all'hotel, e quando riuscivo a beccarla, dato che per la maggior parte delle volte la vedevo fare avanti e indietro per le varie sale, diceva che nonostante fosse stancante, non le dispiaceva affatto come lavoro, e in questo modo avrebbe potuto passare più tempo con i suoi nonni che non li aveva visti per molti mesi stando a Darwin. Matthew invece si era iscritto alla facoltà di economia finanziaria sempre nel nostro istituto, così da poter essere sia più vicino a casa, che vedere la sua ragazza. I nostri orari purtroppo erano sballati e diversi tra loro, ma in qualche modo ci si riusciva a beccare per poter almeno mangiare ogni tanto assieme.

A quanto avevo notato, in quell'università ci si poteva specializzare in un sacco di discipline e per i corridoi iniziai a salutare sempre più di gente, immaginando però che fosse per la "fama" di mio fratello. Lì a Sydney, chiunque lo conoscesse, lo chiamavano Ashton e inizialmente, non essendoci abituata, storcevo il naso per il suono non familiare, ma col passare del tempo era diventato normale. Ashton di qua, Ash di là, il suo nome mi usciva dalle orecchie ed era diventato più raro sentirlo chiamare Xavier, di cui gli unici a chiamarlo ancora così eravamo io, Brooke, Matt, anche se ogni tanto gli scappava un Ash, e Danielle con la sua famiglia, facendomi credere che probabilmente si era presentato così, ma forse era meglio; Ashton mi dava l'aria da ribelle e casinista. Non che non lo fosse, a Darwin ogni volta che mettevo piede in camera sua, c'era sempre qualcosa fuori posto: libri per terra, vestiti sulla scrivania, chitarra acustica sul letto... per di più da piccolo gli piaceva rompermi le scatole di tanto in tanto, ma fortunatamente c'era Sammy che era sempre a proteggermi e a difendermi, dandogli contro.

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