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25 Dicembre 2016

Era arrivata la mattina di Natale.

Le vie della Grande Mela brulicavano di automobili e tutti si affrettavano a raggiungere i propri familiari a casa o al ristorante in occasione di uno dei pranzi più importanti dell'anno, ma per i ragazzi de Il Volo e il loro staff la giornata non iniziò proprio nel migliore dei modi: c'era un omicidio di mezzo, ed era ormai giunto il momento di provare a contattare di nuovo la polizia per tentare di risolvere il caso.

Alle nove in punto, pur avendo dormito per poche ore, il trio e i loro due manager si diedero appuntamento nella hall subito dopo la colazione. Gianluca era ancora agitato per la conversazione avuta con suo padre quella notte, Barbara sembrava mentalmente assente, mentre Ignazio e Piero osservavano impazienti Michele che componeva il numero della polizia.

Alla fine, dopo vari squilli, qualcuno all'altro capo del telefono alzò la cornetta.

«Pronto?»

Michele fece un segno di ok agli altri e tutti tirarono un sospiro di sollievo.

«Buongiorno, agente. Sono Michele Torpedine, il manager del trio Il Volo attualmente ospite qui a New York. Avremmo bisogno del vostro aiuto il prima possibile.»

«Mi dica.»

«Ha presente il New York Edition, no? Bene, noi alloggiamo qui... E ieri sera, dopo essere tornati dal concerto al Madison Square Garden, abbiamo trovato una spiacevole sorpresa nel parcheggio dell'hotel: un uomo in fin di vita, che poi alla fine non ce l'ha fatta. L'ambulanza lo ha portato via, ma le armi del delitto sono ancora qui e...»

«Non aggiunga altro, signor Torpedine. Saremo lì tra poco.»

«La ringrazio, agente, noi vi aspettiamo fuori dall'albergo. A tra poco.»

Al termine della telefonata, Michele confermò anche ai ragazzi e a Barbara che alcuni agenti di polizia sarebbero arrivati a breve, così tutti e cinque varcarono la soglia d'uscita per attenderli.

***

E finalmente eccoli lì, due agenti insieme a Il Volo, Michele e Barbara, tutti nel parcheggio del New York Edition. Le indagini avrebbero avuto davvero inizio.

Michele spiegò loro chi era la vittima e come avevano agito dopo averla ritrovata, mentre Barbara non aprì più bocca dopo l'uscita dall'hotel. Poi l'attenzione della polizia si spostò sui ragazzi.

«Ragazzi, avrei bisogno di farvi alcune domande» esordì l'agente Hopkins. «A che ora siete tornati dal concerto?»

«Sarà stata l'una e un quarto» rifletté Piero, risistemandosi gli occhiali.

«Quando siete arrivati c'era qualcuno nei paraggi? Avete notato dei movimenti sospetti?»

«No. In quel frangente, nel parcheggio e anche fuori dal parcheggio c'eravamo solo noi» ribatté con sicurezza Ignazio. «Secondo me era già passato un po' dal momento dell'aggressione, il sangue non sembrava fresco.»

«E ditemi, avete sentito la vittima dire qualcosa prima di morire?»

I due siciliani guardarono Gianluca, che tirò un gran sospiro prima di prendere parola.

«Quando è rinvenuto, la prima persona che Lentini ha visto sono stata io. Mi ha chiesto se fossi il figlio di Ercole, dato che a quanto pare lui e mio padre si conoscevano. Gli ho detto di sì e lui ha cercato di dirmi qualcosa proprio in merito a mio padre e che riguardava ieri sera, senza però riuscire a terminare la frase... Ho un'ansia assurda da stanotte, le giuro. Sono riuscito a dormire sì e no tre ore.»

Per evitare che Ercole venisse erroneamente coinvolto nella vicenda, decise di omettere - almeno per il momento - il fatto che quella notte avesse provato a parlare con suo padre per saperne di più, pur senza risultati. Lui non c'entrava nulla, Gianluca ne era più che sicuro.

Hopkins gli rivolse un sorriso comprensivo. «Non preoccuparti, Gianluca, non trarre conclusioni affrettate prima dell'inizio delle indagini. Faremo il possibile per chiudere questo caso al più presto.»

Nel frattempo l'altro collega, l'agente Williams, si era occupato delle armi del delitto rimuovendole da terra con i guanti e collocandole in apposite buste, pronte per essere analizzate.

«Innanzitutto faremo analizzare questi due oggetti, tra domani e dopodomani arriveranno i risultati delle impronte digitali» assicurò.

«Perfetto» commentò Michele. «Noi saremo qui fino al trenta, se nei prossimi giorni possiamo esservi d'aiuto.»

Proprio in quel frangente, Hopkins ricevette una chiamata. Era un altro loro collega, l'agente Smith, che si era recato nell'ospedale ove vi era il cadavere di Lentini ed era andato a recuperare gli oggetti personali che la vittima aveva con sé quella notte.

«Ah, benissimo. E ci sono novità?... Oh. Okay. ... Va bene. Sì, d'accordo, riferirò. Grazie.»

Per tutto il tempo della chiamata i cinque rimasero paralizzati dall'agitazione, impazienti di avere notizie sulle prime indagini effettuate.

«Signori...» esordì Hopkins.

«La ascoltiamo» lo incitò Michele.

«I nostri colleghi hanno appena effettuato i primi controlli sul corpo della vittima. Sembra che Lentini sia stato aggredito alle spalle, a giudicare dalle ferite presenti sul cranio. Prima lo hanno stordito colpendolo con la statuetta, e in seguito è stato sferrato il colpo di grazia con la pistola. L'aggressore non dev'essere molto esperto, altrimenti non avrebbe mai lasciato le armi del delitto in bella vista.»

Il Volo, Barbara e Michele si guardarono spaesati e preoccupati, non sapendo come replicare alle parole dell'agente. Quest'ultimo, però, riprese subito il discorso.

«Tra gli oggetti personali che la vittima aveva nella giacca, i miei colleghi hanno trovato qualcosa che potrebbe rivelarsi utile per le indagini.»

«Ovvero?» si allarmò Gianluca.

Hopkins si guardò intorno, sospirando pensieroso. «Dov'è il signor Ercole Ginoble?»

«Credo sia ancora in camera, non è sceso con noi» si affrettò a rispondere Michele, mentre un brutto presentimento iniziava a farsi strada nella sua testa.

«Potreste chiamarlo, per cortesia?»

Torpedine iniziò ad agitarsi. «Sì, certo. Ma... Cosa succede?»

«Vorremmo parlare con lui» spiegò l'agente Hopkins, in tono serio. «Dovrebbe seguirci in caserma.»

In quel momento calò il silenzio più totale. Nervoso e confuso, il manager si ammutolì tirando fuori il cellulare, mentre Gianluca entrò nel panico. I suoi due colleghi erano ansiosi quanto lui.

***

La polizia è finalmente entrata in azione e sembra aver già scoperto qualcosa. Secondo voi che rapporto poteva avere Ercole con la vittima?

Grazie a tutti voi che seguite la storia e al prossimo capitolo! 

P.S.: Vi è piaciuta la puntata di House Party? Se l'avete guardata, qual è stata la vostra parte preferita?

Notte silente || Il VoloWhere stories live. Discover now