10.

239 40 23
                                    

Erano le tre del pomeriggio quando Il Volo e Michele stavano ancora discutendo dell'accaduto seduti al bar dell'albergo, semivuoto.

Dopo aver scattato foto alla conversazione tra Kim e Lentini ed essere usciti dalla camera, Gianluca e Piero si erano precipitati a rimettere a posto il cellulare, cercare Ignazio e raggiungere il manager per comunicare loro l'effettiva risoluzione del caso. I due erano rimasti sconvolti dall'esito delle ricerche, tant'è che avevano scelto di sedersi per parlarne con calma e conoscere i dettagli.

«Bene, ragazzi, credo sia arrivato il momento di avvisare il signor Douglas e la polizia. Abbiamo già perso fin troppo tempo a parlarne, non cincischiamo ancora» concluse Torpedine in tono deciso, dopo una buona mezz'ora di discussioni. «Ci aspetta un concerto a Montecarlo domani sera, ce la possiamo fare.»

«Sì, infatti, non perdiamo altro tempo» concordò Gian.

«Prima iniziamo e prima finiamo» fece allora Piero. Poi si alzò dal tavolo, seguito dagli altri tre.

Tutti e quattro si misero subito alla ricerca del signor Douglas, chiedendo ora a quella segretaria, ora a quel cameriere, riuscendo a trovarlo nel suo ufficio.

Michele bussò, con il trio alle spalle. «Signor Douglas, la disturbo? Sono Torpedine, io e i ragazzi dovremmo comunicarle una novità di estrema importanza.»

***

All'udire la notizia, il proprietario dell'albergo ebbe un mancamento, tanto che Ignazio e Piero furono costretti ad aiutarlo a raggiungere la sedia dove era seduto fino a poco prima.

«Un'assassina nel mio hotel... Una concubina...» bofonchiava esterrefatto. «Come ho fatto a non accorgermene, come?!»

«Lei si fida troppo dei suoi dipendenti, signor Douglas» affermò Gianluca, ricordando il dialogo della sera prima.

«È inammissibile una cosa del genere. In un hotel a cinque stelle, poi... Bella pubblicità che ci faranno» commentò Douglas. «Devo assolutamente far effettuare dei controlli rigidi su tutti i miei dipendenti, non sia mai che Kim abbia anche dei complici all'interno di questo albergo.»

I quattro clienti del New York Edition annuirono comprensivi. Non avrebbero mai voluto che un così bell'albergo perdesse di prestigio, e malgrado tutto avrebbero continuato a fargli una buona pubblicità. Ciò che era successo non era di certo colpa di chi lo gestiva.

«A proposito di controlli...» riprese il signor, non appena si fu ricomposto. «Avete già chiamato la polizia?»

Torpedine scosse la testa. «No, non ancora. Sarebbe stato giusto informare prima lei, e poi avvertire le forze dell'ordine con lei presente.»

Douglas abbozzò un sorriso di riconoscenza, nonostante sul suo viso trasparisse la delusione, la sconfitta che stava provando in quel momento.

«Vi ringrazio.»

***

La notizia si diffuse subito in tutto l'albergo e tutti iniziarono a parlarne, sia clienti che dipendenti. Kim non era più presente, dato che il suo turno era concluso, ma il suo nome era sulla bocca dell'intero edificio.

Il signor Douglas, accompagnato dai ragazzi e da Michele, contattò finalmente la polizia.

«Pronto, polizia? Sono Robert Douglas, il proprietario del New York Edition

«Ah, signor Douglas, salve. Ci sono novità in merito al caso?»

«Sì, agente. Abbiamo delle prove certe.»

«Ottimo, direi. Beh, ne potete discutere con l'agente Williams, abbiamo richiesto i tabulati telefonici della vittima e a breve sarà da voi per interrogare una vostra dipendente.»

Notte silente || Il VoloWhere stories live. Discover now