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28 Dicembre 2016

Le vacanze dei ragazzi de Il Volo nella Grande Mela sembravano aver avuto inizio per davvero: Piero, Ignazio, Gianluca, i loro genitori e lo staff avevano passato due giorni in tranquillità fra shopping, consumazioni in pseudo-ristoranti italiani e pattinaggio sul ghiaccio a Rockefeller Center.

Dopo il pomeriggio di Santo Stefano i ragazzi non avevano più accennato alla conversazione telefonica tra Barbara e la sorella, benché pensieri e dubbi continuassero a rimanere inchiodati in ognuna delle loro menti. La loro assistente non poteva avere a che fare con l'omicidio di Lentini, di sicuro avevano frainteso tutto. Magari lei e la sorella stavano solo facendo delle ipotesi.

Fu proprio quel mercoledì pomeriggio, però, che Torpedine ricevette una nuova telefonata dalla polizia.

«Pronto?»

«Salve, signor Torpedine. Sono l'agente Smith, volevo solo avvisarla che questo pomeriggio potremo finalmente ispezionare la casa della vittima. Faremo il possibile per iniziare a seguire una nuova pista.»

«Siamo felici che siate riusciti a ottenere il mandato così in fretta, agente. La ringrazio per avermi avvisato, lo farò presente al gruppo.»

***

Alle quattro in punto, la polizia aveva già fatto irruzione in casa Lentini. Era una modesta abitazione, una casa singola e anche di dimensioni piuttosto ridotte, dato che il signor Lentini viveva da solo.

Hopkins, Williams, Smith e un altro paio di colleghi iniziarono a ispezionare stanza per stanza alla ricerca di qualcosa che potesse rivelarsi utile per le indagini.

Una camera da letto, un bagno, una cucina, le stanze erano davvero poche e il lavoro sarebbe senz'altro stato piuttosto celere. Ma fu proprio entrando nella camera della vittima che Hopkins notò la presenza di una porta coperta da una cassettiera. Una porta azzurrino cielo che quasi si mimetizzava con la parete, dello stesso colore.

Perplesso, l'agente non esitò a spostare il mobile e ad aprire la misteriosa porta con una chiave a urto, per poi farsi strada nella stanza.

Si guardò attorno fra le strette mura, pensieroso: non era altro che un piccolo ripostiglio. Da un lato una fila di giacche estive appese a un'asta di metallo, mentre dall'altro, su vari ripiani, un'alta pila di coperte invernali dai colori vivaci e diversi album di fotografie.

Senza indugiare, Hopkins prese tutti gli album, tornò indietro e li posò sul letto per sfogliarli, chiamando a gran voce i suoi colleghi. Questi ultimi sopraggiunsero in men che non si dica e lo aiutarono a cercare indizi tra decine e decine di ricordi.

Dopo un'abbondante mezz'ora passata a guardare vecchie fotografie che ritraevano gran parte della vita della vittima, Williams trovò qualcosa di interessante.

«Guardate un attimo qua.»

Girò l'album verso i suoi colleghi, mostrando loro alcuni scatti in cui spiccava un volto familiare.

«Mi sbaglio, o questa signora è l'assistente dei ragazzi de Il Volo?»

***

E così quel giorno, nel tardo pomeriggio, anche Barbara si ritrovò alla centrale di polizia, faccia a faccia con gli agenti.

«Signora Vitali, lei conosceva Alfonso Lentini?» esordì Williams in tono fermo.

L'emiliana aveva il terrore negli occhi, le si leggeva solo a guardarla.

«Di vista» farfugliò.

«Ah, di vista?» ripeté l'agente in tono canzonatorio, tirando fuori il famigerato album. «E come le spiega tutte queste foto con lei presente?»

Notte silente || Il VoloDär berättelser lever. Upptäck nu