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{Vic}

Ora che ho scoperto l'amore verso la musica di Kellin, il mio interesse per lui è aumentato a dismisura.

Nessuno è come me, a scuola.

« Tu suoni qualcosa? » Gli domando.

« Alcuni strumenti del cazzo per ciechi e canto.ma so qualche accordo alla chitarra. » Mi risponde, con il suo solito sorriso a denti bianchissimi.

« Tu? » Aggiunge.

« Suono la chitarra, e canto. »

« Posso sentire qualcosa? » gli domando e sorrido.

« No dai, non sono bravo »

« Questo sarò io a giudicarlo. »

Kellin sbuffa per mia insistenza, sorride e si dirige verso uno scatolone, da cui tira fuori una specie di tamburello munito di pedale e prende la sua chitarra da terra, dopo torna a sedersi.

Inizia a cantare una canzone che non conosco, dopo gli chiedo se è sua.

La sua voce è acutissima, ma mi piace un sacco, è talmente armonica e limpida che non sembra vera.

Mentre canta fa qualche semplice accordo alla chitarra, in più suona quella che sembra la grancassa della batteria in miniatura, premendo il pedalino con il piede.

È inutile, questo ragazzo continua a stupirmi sempre di più.

Finisce di cantare e mi sorride.

Io sono completamente senza parole.

« Sei bravissimo, Kellin. » Mormoro appena, senza riuscire a dire altro.

Lui spalanca un sorriso ancora maggiore, ringraziandomi.

« È tua la canzone? »

Lui annuisce. « Ti piace? »

« Cazzo se mi piace. » Sorrido. Sono sincero, d'altronde.

« Come si chiama? »

« With eyes to see and ears to hear. » Mi risponde.

« Prima o poi ti faccio sentire qualcosa di nostro, dai. »

Lui annuisce sorridendo e mette via i suoi strumenti.

Il sorriso che sfoggia quasi perennemente devo ammettere che mi riscalda il cuore.

Nonostante la difficoltà che ha, continua ad andare avanti nella sua vita facendo le cose che più gli piacciono.

Ho idea che niente e nessuno riuscirà mai a fermarlo.

Mi piacerebbe essere forte come lui, devo ammettere.

Cosí come mi piacerebbe avere qualche amico in piú, o avere ancora dei genitori che mi vogliono bene.

Loro ci sono ancora, ma io non ci sono, per loro.

Anzi, penso di non essere mai esistito per quanto li riguarda.

Vorrei anche poter fare sempre quello che mi piace e non andare in quella scuola di merda, dove non esisto.

Sono davvero poche le persone che ammettono la mia esistenza, in effetti.

Abbasso leggermente la testa, imprigionato nei miei stessi pensieri.

Poi li scaccio via, li metto in un cassetto, perché davanti a me c'è una persona per cui esisto.

« Vic, sei ancora qui? »

« Certo, certo. Come mai? »

« Nulla, solo che non ti sentivo piú... » Sorride, sistemandosi gli occhiali da sole.

Guardo l'ora, devo tornare a casa da Mike, mio fratello.

« Si è fatto tardi... »

Lui annuisce e mi accompagna giù per le scale fino all'ingresso.

« Ciao Vic, a domani. »

Mi sorride.

« A domani Kells. »

« Kells? » Mi guarda incuriosito.

« Non so, mi piaceva » Sorrido.

Ci lasciamo andare ad un abbraccio.

Lo stringo forte e gli accarezzo i capelli, profumano tantissimo.

Una volta sciolti dall'abbraccio esco dalla sua casa e mi dirigo verso la mia, accompagnato dal mio penny.

Blind {Kellic}Where stories live. Discover now