Il re del caos

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I genitori di Maddie Greyson, diciannove anni ancora da compiere, erano seduti di fronte alla scrivania dell'ufficio di Miller. Io e Ryan, in silenzio, raccoglievamo ciò che restava della loro vita. Dettagli, descrizioni, parole sospese a metà.
Eravamo alla ricerca di un punto da cui partire. Nel frattempo, nella zona delle miniere le ricerche proseguivano.

<<Quando è stata l'ultima volta che avete visto vostra figlia?>> domandò Miller cercando i loro occhi.
<<Ieri pomeriggio. Ci aveva detto che sarebbe andata a trovare un'amica>> rispose il padre, con la voce che tremava.
<<Il nome?>>
<<Sue. Sue Bennett. Una delle sue migliori amiche.>>
<<Si sono viste?>>
<<Non lo sappiamo. Non l'abbiamo più sentita da quando è uscita di casa. Poi abbiamo ricevuto la vostra telefonata.>>
<<Ci serve il numero di Sue, signor Greyson. Abbiamo intenzione di parlare con lei, subito.>>


L'uomo annuì e sua moglie prese il cellulare e scrisse il numero di Sue Bennett su un foglio. Poi lo porse a Miller, che la ringraziò.
Rimase in silenzio per qualche istante, poi posò gli occhi sulla finestra. Sembrava che stesse fissando un punto vuoto di fronte a sé. Un buco in mezzo al cielo.
<<C'è qualcosa che vi viene in mente e che pensate possa esserci utile in qualche modo? Anche soltanto un dettaglio. Un particolare al quale non avevate prestato attenzione. Qualcuno di nuovo nella vita di vostra figlia. Qualunque cosa.>>


Il silenzio paralizzò i miei pensieri.


Rividi il corpo. Il modo in cui l'assassino ce l'aveva fatto trovare. Inchiodato allo specchio, le braccia e le gambe allargate, la testa fissata alla parete, gli occhi aperti.
Maddie Greyson era di Virginia e non aveva nulla a che fare con il mondo della danza.
Non riuscivo a capire quale fosse il collegamento tra un omicidio e l'altro. Era come se le azioni di quell'uomo fossero governate dal caos. Ed era una sensazione terrificante.
<<Non saprei>> disse il padre <<perché Maddie non è mai stata una ragazza tanto espansiva. Neanche con noi. Di rado si confidava. Quindi è difficile dire se...>>
La madre lo interruppe, e abbassò lo sguardo prima di parlare.
<<In realtà>> sussurrò <<io ho avuto di recente, in certi momenti, la sensazione che potesse aver conosciuto qualcuno di... di nuovo.>>


Rabbrividii. Quelle parole mi ricordarono immediatamente quelle di Elizabeth Skin, la direttrice della scuola di danza con cui avevamo parlato poco tempo prima.
<<Vada avanti, signora.>>
La signora Greyson, Shelly, fece una lunga pausa, poi scosse la testa.
<<Non c'è molto che possa dirvi, ma.. Ecco, ci sono cose che una madre sente, in qualche modo. E poi lei... lei di recente aveva incominciato a truccarsi. Può non significare nulla, ma non era mai stata...>>
Si interruppe, la voce rotta dai singhiozzi.
<<Era cambiata...Nel modo in cui una ragazza cambia quando... beh, quando vuole essere più bella per qualcun altro?>> le domandò Ryan, parlando per la prima volta, avvicinandosi alla donna, fissando i suoi occhi.
Lei annuì.
<<Sì.. io... ho avuto questa impressione.>>
<<Ma lei non vi ha mai parlato di nessuno, non è così?>>
<<Mai. Era diversa anche in casa, però. Ci rispondeva male, ultimamente. Era sempre nervosa. Sembrava sempre essere in attesa di qualcosa. E a volte era lontana, distaccata, distante. Non lo so... forse abbiamo creduto che sii trattasse di qualcosa di normale a quell'età.>>

Ancora una volta era una storia che avevo già sentito. La teoria che l'assassino frequentasse in qualche modo le vittime diventava sempre più plausibile. Ma per il resto, tutto ciò che avevamo era caos. Un caos senza fine, in un mondo che di giorno in giorno diventava sempre più nero. E in quel mondo fatto di ombre e sangue, morte e disperazione, l'uomo al quale stavamo dando la caccia era il re.

<<Non ricorda proprio nulla, signora? E neanche lei?>> chiese ancora una volta Miller, rivolgendosi anche al padre di Maddie.

<<No, io... non...>> poi si fermò, perché sua moglie gli aveva appoggiato una mano su di una gamba e aveva spalancato improvvisamente gli occhi.

<<Sì! Forse qualcosa c'è... me ne ero dimenticata e non so se possa essere utile per voi... e non avevo chiesto spiegazioni neanche a Maddie proprio perché l'avevamo trovata più...aggressiva, durante l'ultimo periodo... ma circa una decina di giorni fa... l'ho sentita rientrare a casa, nel pieno della notte. Mi sono alzata dal letto e ho guardato giù, in strada. Ho visto che scendeva da un'automobile scura, grande. Poi faceva il giro, si appoggiava alla portiera del guidatore e poi...poi ho visto come un flash.>>> Si interruppe, chiuse gli occhi, li riaprì. <<Come se chi era al volante le avesse scattato una fotografia.>>

La ballerinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora