Capitolo 7

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Capitolo 7

Quando mi svegliai, Ky era ancora lì, appoggiato sul mio sterno mentre dormiva dolcemente e beatamente, respirando piano e in maniera tranquilla. Mi misi ad osservarlo, semplicemente. Avevo desiderato così disperatamente questo risveglio negli ultimi mesi che adesso non riuscivo a credere ai miei occhi. Ky si spostò leggermente, svegliandosi di poco. Era ormai tardi mattina, io avevo il turno di notte in ospedale e di Ky non sapevo assolutamente nulla, neppure i programmi che avesse o se dovesse andare da Harry e Lux. Mentre pensavo ad un modo per svegliarlo, lui mi batté sul colpo aprendo i suoi occhi azzurri e fissandomi come se avesse visto una Dea.
"Buongiorno." Dissi semplicemente.
"Buongiorno Cami." Rispose, sorridendomi.
"Sono le 10, hai dei programmi per oggi?"
"No, al momento ho tutta la giornata libera. Dan si occupa di Mackenzie e Harry e Lux avevano l'ultima visita dal dottore prima che nasca la bambina."
"Dici che è femmina? Lux non ha voluto sapere il sesso del nascituro."
"Me l'ha confessato Harry, tutto elettrizzato di avere un'altra donna nella sua vita." Wow!
"Magnifico!"
"Tu però non spifferare tutto a Lux, è una sorpresa." Giurai con le dita che non l'avrei fatto anche se morivo dalla voglia di sclerare con la mia migliore amica.
"D'accordo, uhm allora vado a preparare la colazione." Feci per alzarmi ma il corpo di Ky, così massiccio e muscoloso mi trattenne. Respirai a fatica, lo so, non era la prima volta che mi svegliavo con un uomo, ma Ky mi faceva un certo effetto da sempre.
"Camilla, non ti ho mai vista più imbarazzata di adesso." Mi osservò con uno sguardo interrogativo e poi proseguì. "Che succede?"
"Nulla" risposi subito.
"Non penso che questo sia nulla." Indicò il mio cuore che pulsava così velocemente come se stessi correndo per una maratona.
"Ky..." Sospirai.
"Lo so che mi ami ancora, anche se non l'hai mai voluto ammettere a te stessa." Colpita e affondata. "Ci tieni molto a me, l'ho sempre saputo."
"Io..." Non riuscivo a parlare "I-io..." balbettai imbarazzata. Non era da me essere così priva di parole.
"Io cosa, Cami?" Mi incitò Ky.
"Io sono felice che tu sia di nuovo qui, nel nostro appartamento, nel nostro letto." Dissi tutto d'un fiato. Lui restò di sasso, forse non si aspettava queste parole. Forse si aspettava qualcosa del tipo Mi sei mancato anche tu. Ma in sé, la frase non nascondeva già questo significato? "Ky, perché mi hai lasciata senza una spiegazione, perché sei andato via?" Altro silenzio, nessuno risposta. Allora io feci di nuovo per andarmene e lui mi lasciò andare, ancora scosso. Mi diressi in cucina, avevo bisogno di un piano d'azione, delle mie mura intorno al cuore e dell'acqua fresca, solo per riprendermi ancora dallo sbaglio che avevo commesso facendolo di nuovo entrare nella mia vita e nel mio cuore. Cercai un bicchiere, versai dell'acqua e sorseggiai per calmarmi. E ripensai a Owen, a quella notte, a come ero stata bene anche se tutto ciò che volevo non era in quel letto. Mi aveva amata, protetta, era stato gentilissimo con me e passionale. Un gentiluomo. La confusione si impossessò di nuovo del mio corpo: da un lato il passato, Ky, l'uomo che amavo, e dall'altra parte Owen, il futuro, l'uomo che amava me. C'erano due belle differenze in questo triangolo. Owen amava me. Io amavo Ky. Ky non amava me ma chissà quale donna. I miei pensieri vennero interrotti quando Ky fece capolinea in cucina, ancora con solo i boxer. Aveva uno sguardo perso, dispiaciuto. Ma io meritavo la verità e lui doveva dirmela, solo che forse non volevo più sentirla io.
"Ascolta Ky, lo so che non mi ami, lo so che non hai le palle per dirmelo, ma cazzo Ky. Tu mi stai facendo soffrire così! Non puoi andartene e poi tornare come se nulla fosse, senza darmi una spiegazione, senza dirmi nulla! Io sono una persona e ho dei sentimenti anche se non sembra. Dietro la mia corazza da donna forte si nasconde tutt'altro e tu lo sai! Perché Ky, io ti ho donato la mia anima. Tu sei l'unico uomo di cui io in tutta la mia vita mi sia innamorata e tu mi ha ferito, mi hai abbandonata." Ripresi fiato perché cavolo, gli avevo gettato tutte quelle parole addosso urlando come una dannata. "Per favore, Ky. Vai via, non cercarmi. Non voglio più vederti." Lui restò fermo a fissarmi per un po', poi annuì e andò in camera da letto a prendere la sua roba e rivestirsi. Io restai immobile in cucina, ad aspettare che restasse, che mi dicesse la verità, che mi urlasse contro che tutto ciò che gli avevo detto era sbagliato, che lui mi amava ancora, che non si era preso gioco di me e che le cose si sarebbero messe a posto. Ma questo non fu. Ky uscì dalla porta accennandomi con il capo un saluto e lo vidi andarsene e lasciarmi solo un'altra volta. Stavolta però non piansi, presi il cellulare e chiamai Owen.
"Ehilà Cami, buongiorno piccola."
"Owen, stai lavorando?"
"No piccola, ho il turno di sera come te."
"Bene, allora che ne dici se viene nel mio appartamento, pranziamo e ci coccoliamo un po' prima di andare a lavorare insieme?"
"Mmm" fece un verso di apprezzamento. "D'accordo, il tempo della strada e sono lì da te." Chiusi la chiamata e andai in bagno guardandomi allo specchio. Ero un disastro. Così andai in bagno, mi lavai la faccia, tolsi tutti i vestiti che avevo addosso e cercai qualcosa di sexy da mettere. Ci ripensai, Owen avrebbe apprezzato tanto quando mi avesse visto nuda, senza barriere, senza niente. Indossai solo una vestaglia trasparente e lo aspettai in cucina dove c'era la porta d'ingresso. Owen arrivo subito dopo, quando gli aprii la porta gli saltai subito addosso e lui mi prese prontamente, baciandomi con passione, divorandomi come se non ci fosse un domani. Quando fummo completamente dentro, lo trascinai nella camera da letto e gli strappai i vestiti di dosso.
"Wow piccola, calmati." Mi sorrise.
"Ti prego, ho solo voglia di perdermi in te." Piagnucolai dolcemente. Lui tolse l'unico indumento che avevo e apprezzò davvero molto la mia scelta. "Sei bellissima lo sai?" Sì, lo sapevo bene. Bionda, occhi azzurri, una Barbie perfetta che faceva perdere la testa a chiunque tranne che a l'unico di cui veramente mi importava.
"Adesso basta. Prendimi." E mi prese. Era l'unico modo che conoscevo per evadere da Ky.

Kyca - Ad un passo dalla felicità | Lux Blaike TrilogyWhere stories live. Discover now