Elena e il padre

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Il rumore fastidioso dell'aspirapolvere distolse Elena dallo studio,Armida,la donna delle pulizie stava mettendo in ordine il soggiorno,la sera prima i Conti D'Alauri avevano avuto ospiti e nonostante sembrasse intatto,Fiamma aveva voluto che venisse "ripassato",come diceva lei,da cima a fondo.

Fiamma era maniaca della pulizia e della precisione e voleva che la casa brillasse a specchio.

Nonostante avesse un nutrito gruppo di persone che era letteralmente ai suoi ordini,si occupava personalmente di molte cose,oltre a fare da supervisore al lavoro svolto dagli altri.

L'apparenza era una cosa a cui teneva molto,apparire e avere erano per lei e il marito cose più importanti dell'essere,tutto ciò che le apaprteneva ed era in suo dominio, doveva essere impeccabile.

Elena la pensava molto diversamente da loro e per questo motivo si scontravano frequentemente,ma da qualche tempo,crescendo,aveva capito che era meglio prendere tacitamente le distanze da quel modo di pensare e da quel mondo che le veniva proposto,in attesa che le cose per lei cambiassero,anche se certe cose non poteva passarle sotto silenzio,la sua anima gridava vendetta e la voce diventava foriera del suo sentire e dei suoi disagi,"sono una persona,non un automa!" ripeteva spesso più a se stessa che agli altri.

Sicuramente cambiamenti ci sarebebro stati con l'evolversi della sua vita,ancora era tanto giovane, avrebbe finito gli studi,si sarebbe laureata,avrebbe trovato un lavoro, si sarebbe sposata per amore con un uomo innamorato sul serio di lei,avrebbe avuto dei figli,pensava e la sua vita sarebbe scorsa su binari molto diversi da quelli tracciati dai suoi, aspettava il momento opportuno per staccarsi da loro,viveva con questo obiettivo principale,essere libera e padrona della propria vita, senza ingerenze da parte degli altri.

Nel frattempo si rifugiava nel suo mondo,fatto più di ragionamenti che di sogni, amava molto la filosofia,seguiva con passione le lezioni del Professor Renardi,al liceo classico,dove frequentava il quarto anno, aveva già deciso che avrebbe studiato medicina, aveva le idee molto chiare in proposito.

Quella mattina,prima di essere disturbata da Armida,era immersa nello studio di Baruch Spinoza,che ancora le sembrava tanto ostico da capire,ma nello stesso tempo l'affascinava,soprattutto per la libertà di pensiero che difendeva ad oltranza.

Quella frase "libertà di pensiero" le sembrava un sogno, un miraggio,lei non era libera neppure di pensare, suo padre la redarguiva in continuazione,sua madre (la matrigna,che lei chiamava "mamma") anche, sembravano voler controllare anche le sue idee, e in fondo lo facevano, rimproverandole di essere troppo sognatrice, troppo immersa in un mondo fantastico privo di fondamenta che l'avrebbe portata su una brutta strada,lontano da quella "amorevolmente" ed abilmente indicata da loro.

Tese le orecchie,sembrava che il rumore dell'aspirapolvere fosse cessato, probabilmente la donna si era resa conto che c'era poco da aspirare,Fiamma la sera precedente,aveva lucidato tutto il possibile,aveva sprimacciato i cuscini e spazzato accuratamente,cercato e stanato ogni granellino di polvere esistente su quelle superfici.

La loro casa di campagna dove risiedevano nel periodo meno freddo, (in inverno abitavano nell'austero palazzo di città, mentre le vacanze le trascorrevano al mare, in maremma) era molto grande, enorme, la maggior parte delle stanze rimaneva chiusa,ma gli spazi abitati quotidianamente erano tanti e loro gestione veramente impegnativa,lei,Elena, non aveva una particolare predisposizione per l'ordine,si trovava bene nel suo disordine-ordinato,come amava ricordare a Fiamma nelle numerose occasioni di rimprovero,cosa,questa che esacerbava ancora di più i loro rapporti già molto tesi.

Era una domenica mattina e di li a poco Giorgio si sarebbe presentato vestito di tutto punto,sbarbato e profumato per invitarla ad andare a messa,Elena avrebbe avuto la scusa dello studio, non era credente, non voleva frequentare la chiesa,ma spesso il padre la costringeva ad assistere alle funzioni religiose e questo la rendeva letteralmente furiosa.

Elena e JulianWhere stories live. Discover now