3. Nome

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"Hmm...".

Ciò che mi aveva portato era una felpa rossa con un cappuccio e un grosso tascone sul davanti, una gonna a falde nera estremamente corta e delle calze nere di pizzo con su ricamato un motivo a rose.

"Oh, e della ... biancheria intima..." – mormorai - "e della misura giusta anche..." - aggiunsi mentre analizzavo il reggiseno. Doveva avermi squadrata per bene.

Mi sfilai il lungo abito grigio e indossai il tutto. Mi rivolsi di nuovo verso lo specchio per darmi un'occhiata. Non sembravo io, non era il mio "stile". Ma se era stato il mio padrone a dirmi di indossarli, dovevo accontentarmi.

Guardai poi i miei piedi rendendomi conto di essere scalza.

Era già passato un po' di tempo e decisi di uscire da quella stanza per cominciare a esplorare i dintorni e magari ritrovare il mio padrone per avere più informazioni su quel Boogieman.

Aperta la porta mi ritrovai in un corto corridoio che portava a ciò che gli umani chiamavano "ascensore", a detta delle voci che giravano negli Inferi. Poggiato ad un muro c'era uno scaffale pieno di trofei di cui ignorai il merito, per non parlare dei tubi e valvole su tutta la parete che perdevano acqua. Evitando le varie pozzanghere raggiunsi l'ascensore.

"E ora?".

Non avevo mai usato un aggeggio simile, così cominciai a premere pulsanti a caso. La porta si aprì mostrando un ambiente ristretto e poco pulito. Vi entrai e analizzai il pannello sulla parete.

"Uhm ... dove vado?".

Decisi di optare per lo studio. Schiacciai con un po' di insicurezza il pulsante e la porta si chiuse lentamente. L'ascensore cominciò a salire scricchiolando e facendo rumori poco rassicuranti. Dopo qualche istante la porta si aprì e mi ritrovai nello studio.

C'era un grosso pilastro giusto nel mezzo della stanza con attorno una scala a chiocciola. C'era una grossa libreria e una parete interamente dedicata a dei capitani.
Posso dirlo perché ne riconoscevo qualcuno, gli altri lo sembravano e basta.

Guardandomi meglio intorno notai anche una scrivania con su qualcosa che si muoveva.

Mi avvicinai lentamente cercando di non far notare la mia presenza, anche se mi resi conto subito dopo che era inutile. Quel qualcosa che si muoveva sulla scrivania non era altro che un polpo rosso con un cappello da marinaio. Non aveva uno sguardo molto sveglio ma continuava a seguirmi con l'unico occhio che aveva. Senza dir nulla continuai l'esplorazione. C'era una scatola con una lente diretta verso un telo bianco e un acquario.

"Uhm...questo deve essere ciò che chiamano 'proiettore' ..." - ci girai un po' intorno, senza sfiorarlo e infine mi diressi verso l'acquario. Dentro vi erano dei piranha grigi.

"Ehi".

Una voce.

Mi girai di scatto ma non c'era nessuno.

"Ehi sono qui!".

Mi girai di nuovo verso l'acquario e finalmente vidi da dove proveniva.

"Ehi ragazzina!".

Un piranha rosa mi stava parlando. Era nascosto in una scatoletta di lardo.

"Dammi del lardo, dai, mi piace tanto" - mi disse in tono furtivo.

"Non sono una ragazzina" - gli risposi.

"Certo certo, ma portami del lardo, ti prego, della carne dolce e succulenta!"

E perché no. Mi guardai in giro, magari ciò che cercavo era nei paraggi. Mi avvicinai alla scrivania e cercando nei vari cassetti trovai delle scatole di lardo, un apriscatole e delle pinze. Aprii la scatola, anche se con qualche difficoltà e mi diressi nuovamente verso l'acquario con la scatoletta e le pinze.

Gorillaz ||Why, Why the evil||Where stories live. Discover now