35. L'annullamento del contratto - seconda parte

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Nello specchio tutto era buio. Alle nostre spalle il rettangolo dal quale eravamo passati era diventato una finestra che emanava una forte luce bianca, dalla quale ci allontanavamo un passo alla volta. Gli occhi del caprone brillavano nel buio e presto divennero l'unica cosa che emanava un minimo di luce in quell'oscurità. Divenne così buio che Murdoc arrivò a stringermi la mano pur di non perdermi. Non ricordo quanto tempo passo, credo che ne perdemmo lo scorrere entrambi ad un certo punto. Camminavami
O senza una meta... non per questo non mi misi a riflettere. E tra le mille cose a cui potevo andare a pensare...

"Murdoc" - sussurrai il suo nome per attirare la sua attenzione. Lui si voltò, o almeno credevo l'avesse fatto - "Cosa?".

Tenevamo la voce bassa per nessuna ragione in particolare, semplicemente ci sembrava essenziale e lo facevamo senza porgerci domande... e rendeva il tutto ancora più strano.

"Cosa mi hai sussurrato l'altra sera quando ci eravamo ubriacati?".

Ebbene sì,: mi era venuto in mente solo allora e magari era anche una domanda stupida perché se lo era già scordato. Murdoc rimase in silenzio per pochi istanti, prima di scoppiare a ridere - "E me lo vieni a chiedere ora? Ahahah! Non potevi chiedermelo prima che entrassimo in questo buco o dopo che ne fossimo usciti?".

"Ci ho pensato solo ora, okay?!" - risposi subito, punta nel vivo - "E... preferirei saperlo adesso, piuttosto che... dopo".

Già, dopo. Lo stesso dopo che non sapevamo cosa ci riservasse. In quel momento quasi mi sembrò di aver fatto uno sbaglio a chiederglielo.

"Sei fortunata" - disse lui brancolando nel buio ancora con la mia mano nella sua - "È una delle poche cose che ricordo" - fece una pausa, prima di continuare a parlare - "Sicura di volerlo sapere?".

"Sì".

[POV SWAP TO MUDS!]

Beh cazzo, alla fine se l'era ricordato. E che dovevo fare? Mentire? Quella era una mia specialità, eppure non me la sentivo. Speravo se lo fosse dimenticato... e invece mi aveva fregato. Mi sono fregato. Era vero comunque, era una delle poche cose che ricordavo MA quelle altre poche cose erano PRIMA di quella cosa che gli bisbigliai all'orecchio. Quell'orecchio piccolo, candido e allo stesso tempo contaminato da un po' di rosso dovuto all'alcol, nascosto tra i capelli bianchi come il latte. Non riuscivo a mentire però, non a lei. Ero fortunato ad essere immerso nel buio in quel momento, perché ero sicuro di essere passato da verde a quel medesimo rosso su ogni centimetro della mia brutta faccia. In parte mi vergognavo di avergli detto quella cosa, mi faceva sentire... pretenzioso nei confronti di qualcosa che non potevo avere. E badate che io non mi sento mai così: nulla vale troppo per poter diventare una mia proprietà. Ma ne ero consapevole: mi ero innamorato di un angelo caduto che di malvagio aveva solo la caratteristica di stuzzicarmi, di lasciarmi sulle spine, quella sua imprevedibilità e l'attrazione per le cose sbagliate. Ero invaghito di quello che poteva essere un ibrido, la purezza che bruciava tra le fiamme smeraldine dell'inferno, e forse fu proprio quella frase che le dissi il primo giorno ad avermi convinto di avere una possibilità con lei, il fatto che gli piacessero i "tipi cattivi"; io in parte lo ero, di conseguenza mi sentivo tirato in ballo. Di chi altri poteva innamorarsi ne non di me, poi? Di quell'allocco demente di Stu? Russel e il suo sottomarino? Del Boogieman? Credo proprio di no.

Lasciai la sua mano per far risalire la mia lungo in suo braccio, mentre lei aspettava la mia risposta. Un corto silenzio imbarazzante. IO che provavo IMBARAZZO, ma ci credete? Infilai la mano sotto i suoi capelli e la presi per la nuca, avvicinando la sua testa a me. Mi spinsi verso di lei e gli sussurrai all'orecchio le stesse, medesime parole di quella sera. Mi risuonavano nella mente come un eco lontano da allora.

"Siamo due cretini che si amano a vicenda ma non hanno il coraggio di confessarlo".

In quel momento, quando glielo dissi quella sera, mi era sembrata la cosa più spassosa di questo mondo. Non glielo dissi da sobrio e non lo feci in modo "diretto" perché avevo un orgoglio da difendere, perché lei era un angelo e io non me la faccio con le cose pure e perfette. Ma lei era l'eccezione arrivata appositamente per farmi cambiare idea. Lei rise quella sera, ma ancora non sapevo se stesse ridendo di me o con me... cosa ne pensava lei? Cosa se ne sarebbe fatta di questo sentimento arrugginito che provavo per lei?  

[POV SWAP TO CHAY!]

Non riuscivo a crederci. Mi fermai non appena finì di parlarmi all'orecchio. Avevo sentito bene? Aveva ammesso di essere innamorato di me? Lui, un umano, innamorato di un angelo sotto le mentite spoglie di un demone? Cosa avevo fatto per far sì che s'invaghisse di me? E cosa aveva fatto lui per far sì che io perdessi la testa per lui? Non avevo parole... solo una voglia di abbracciarlo lì dov'eravamo. E di piangere. Lui restava un'essere umano, io una creatura immortale. Non avrebbe potuto funzionare... eppure volevo con tutta me stessa dirgli "hai ragione". Volevo che sapesse cosa provavo, volevo che i nostri sentimenti si confrontassero, volevo sapere fino a che punto arrivava ad amarmi e fino a che punto potevo amarlo io. Ma purtroppo, il caprone mi bloccò dall'avere una qualsiasi reazione che Murdoc non avrebbe comunque potuto vedere.

"BEEEeeeEeeEeEEEEEeeeeeEEEhhHH!!".

Lo strillo. L'occhio ambrato aveva gridato.

Gorillaz ||Why, Why the evil||Where stories live. Discover now