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Lo sto cercando da sta mattina. Ma di lui non c'è traccia.

Forse non avrei dovuto seguirlo ieri sera, forse non avrei nemmeno dovuto rivolgergli la parola. E se fosse andato via per colpa mia?

Ho fatto una cazzata e ne sono consapevole, ma non potevo più resistere perché ad ogni suo tocco, ad ogni suo sguardo o sorriso il mio cervello va in tilt.
Quando sto accanto a lui è come se una scossa elettrica mi percoresse il corpo; è già passato un mese da quando sono venuta in questa scuola e l'ho incontrato. È pochissimo per capire com'è una persona, e io non posso dire di conoscere Dallas, ma lui è capace di farmi incazzare e sorridere allo stesso tempo e poi con lui la mia mente è sempre nel passato.
*driin..driin

-pronto?!
-torna a casa subito, dobbiamo parlarti!
-mamma non posso adesso
-non voglio scuse, vieni a casa!
-ok cazzo, arrivo*

Quanto mi dà sui nervi quella donna! Mi fa impazzire, non so nemmeno come fa mio padre a sopportarla da più di vent'anni. Io mi sarei già suicidata!
E un pò scocciata tornai a casa trascinandomi quasi dalla stanchezza sul vialetto.
                              ***

- sono a casaaa- grido io

-Dobbiamo parlarti- dice lei in tono preoccupato.

-c'è qualcosa che non va ?-

-in teoria per noi no, ma per te forse si-

-mamma, cazzo dimmi, mi stai facendo venire l'ansia-grido

-a tuo padre è stato offerto un lavoro come rettore dell'università a Miami, è un College fantastico e noi dobbiamo trasferirci- dice lei coprendosi il viso

-cosaa? Ma voi siete impazziti?! Se pensate che verró vuol dire che non mi conoscete per niente-rispondo fredda.

E una lacrima solcò il mio viso, mentre mia madre si avvicinò a me.

-no! Non avvicinarti, non verrò, fattene una ragione perché io non sono un pacco da trasportare avanti e indietro cara.-le urlo in faccia.
Perché è vero, negli anni mi hanno sempre portato da una parte all'altra degli stati uniti e non mi hanno mai chiesto un parere per niente.
-Lissa, non alzare il tono con noi va bene?- grida mio padre

-E no cari, io non mi sposterò da Los Angeles perché tra 3 mesi compio 18 anni e se permettete voglio iniziare a farmi una vita- dico tutto d'un fiato per poi riprendere aria e ricominciare a parlare.

-E sapete una cosa?Forse ho trovato Cameron e non mi muoverò di qua fino a quando non scoprirò se è lui, dato che ho due genitori che se ne fregano di me- dico senza controllare le parole che escono dalla mia bocca.

Ma di certo non mi fermerò, perché loro non possono trascinarmi in giro per l'America solo per questioni di lavoro. Porca puttana sono un essere umano e non mi piace cambiare casa, scuola e amici ogni fottuto anno.
Non posso nemmeno descrivere come mi sento. Così esco di casa sbattendo la porta e dietro di me sento solo le urla di mia madre che mi dice di tornare indietro. Ma io non tornerò. Non oggi.

Quando da bambina ero nervosa o incazzata ci pensava Cameron  a calmarmi e rassicurarmi; ma dato che qualcosa me l'ha portato via devo ricorrere alla musica. Molti dicono che sia la cura per le ferite e io ci credo a questo perché funziona.
Comincio a correre senza sapere dove andare e poi non so come, ma mi ritrovo in un vialetto buio con le lacrime agli occhi.
Lo stesso viale dell'altra sera.
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Ciao a tuttiii! Sono tornata e volevo chiedervi se potete darmi, se vi va, dei consigli sulla storia. Grazie ancora e buon pomeriggioo.

Niente di più ||Cameron DallasDonde viven las historias. Descúbrelo ahora