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Era mattina e io mi trovavo nella stanza di Cameron. Ma lui non c'era. Mi girai verso la sveglia ed erano le 12:30.
-Oh merda è tardi!-
In quel momento mi ricordai che tra pochi giorni sarebbe stato Natale e quindi le vacanze a scuola erano già iniziate, questo mi tranquillizzò perché non avevo intenzione di andare in quel manicomio.
Avevo addosso solo una felpa nera di Cameron che mi arrivava a metà coscia così indossai dei pantaloncini neri, dato che a pochi giorni da Natale qui faceva caldo.

Mi preparai il caffè e notai un biglietto sul tavolo. Lo aprii.

"Buongiorno amore, spero tu abbia dormito bene. Ti ho guardata mentre dormivi per ore e Dio quanto sei bella.
Ma ora devo chiederti di fare una cosa: vieni a San Diego. Ho da farti una proposta e poi abbiamo un pò di tempo per noi.
                     Ti amo, Cam."

Chissà cosa doveva dirmi! Così infilai le Vans presi il mio IPhone e mi diressi verso la macchina,  perché ho omesso una cosa ma i miei genitori mi avevano regalato una macchina ed era a dir poco stupenda.

Dopo un'ora ero davanti alla porta di casa sua e mi limitai a suonare il campanello.

-Buongiorno- disse baciandomi.

-Ti amo- dissi -Lo so, anch'io- mi ripose portandomi in soggiorno.
La casa era ben sistemata e dato che ormai erano le 2 di pomeriggio la luce del sole non illuminava più come prima. Poi le tende erano chiuse e la casa era illuminata da qualche faretto.

-Ti ho fatto venire qui perché volevo passare i due giorni prima del Natale con te, invece per Natale andremo nella casa dei nonni di Taylor in montagna, il Nebraska ti piacerà!-  disse e poi mi guardò interrogativo.

-Fantastico! Non vedo l'ora, ma ora pensiamo a noi- non potevo resisterlo, non ce la potevo fare. In quel momento lo baciai e gli saltai addosso, mi prese per le cosce e senza far staccare le nostre labbra arrivammo in camera da letto.
Mi poggiò sul letto delicatamente e io  lanciai via le scarpe,forse lui non l'aveva capito e io dovevo farglielo capire.
A poco a poco gli sbottonai la cintura e lui mi fermò, si abbassò sui gomiti per non cadermi addosso.

Si avvicinò al mio orecchio e sussurrò- Ne sei sicura?-

-Si, più che sicura- risposi ansimando e continuai a baciarlo.
Lui mo sfilò i pantaloncini e li gettò il più lontano possibile, io cercai di fare lo stesso con i suoi pantaloni ma ero in assoluta difficoltà e lui sorrise sulle mie labbra e se li tolse.
Mi tolse la felpa e io feci lo stesso.
Misi la mano sui suoi addominali scolpiti che poi finì sull'elastico dei suoi boxer.
Dopo pochi minuti ero nuda sotto di lui e lui si chinò per prendere una bustina dorata, prima di aprirla si staccò dalle mie labbra e subito sentii la loro mancanza.

-Ne sei sicura? Puoi ancora tornare indietro e aspetterò tutto il tempo che vuoi- disse ancora per una volta e io ero stanca di questa domanda perché mi sentivo davvero pronta, non volevo nessuno che non fosse lui.

-Sta zitto e continua-

Aprì la bustina e si infilò il preservativo, a quel punto entrò pian piano in me e iniziò con delle leggere spinte che poi diventavano più forti.
All'inizio sentivo dolore e parecchio e lui leniva questo dolore baciandomi ovunque e lasciando lividi violacei dal collo al seno.
Tutto andò benissimo e io mi sentivo davvero bene perché accanto a me c'era la persona che amavo.
Dopo circa tre quarti d'ora si stese sfinito accanto a me e gli lasciai un ultimo bacio per poi appoggiarmi sul suo petto, tra le morbide lenzuola del suo letto.
-Ti amo- gli sussurrai

-Ha fatto male?- chiese preoccupato.

-sopportabile se ci sei tu- e mi addormentai.
Lui poteva anche avermi fatto soffrire e può anche darsi che non sapevo proprio tutto quello che c'era da sapere ,ma lo so, fino a che non vedo tutti i fiori di questo amore morire, io non riesco ad andare via.

                                  ***
Erano le 10 e il sole splendeva in cielo nonostante fossimo a dicembre, e pensare che a Washington a dicembre ci sono oltre 10 cm di neve per terra e io non ricordo di aver mai messo i pantaloncini con il Natale alle porte!
Ma ora torniamo a noi; avevo passato una nottata stupenda con Cam, ero sicura di quello che avevo fatto.
Ero ancora su di lui e il suo possente braccio mi stringeva in vita, lo spostai cercando di non svegliarlo e indossai la sua fepla grigia col cappuccio che mi stava larghissima e uscii sul terrazzo.
Era davvero bello! Non avevo mai notato la vista stupenda che c'era qui, la terrazza era bianca e rifletteva la luce del sole e come sottofondo c'erano le onde del mare.
Quel posto era bellissimo, e a completarlo c'eravamo noi due, sono certa di amarlo così tanto!
Sono sempre stata del parere che noi due eravamo l’imperfezione, ma insieme diventavamo la perfezione, ci completavamo a vicenda, ci appartenevamo!

Pov's Cam

Ieri notte è stato bellissimo, ho aspettato che lei fosse pronta perché non volevo ferirla e per una volta mi sono sentito un vero uomo mentre facevo l'amore, perché ogni volta mi sentivo un emerito coglione che si portava una ragazza diversa a letto ogni sera solo per un piacere temporaneo.
Mi girai verso il lato del letto dove doveva essere Lissa, ma lei non c'era e questo mi turbò.
Indossai i primi pantaloni che trovai e cercai la felpa grigia, Manon c'era nessuna traccia, rimasi a torso nudo.
Passai per il bagno e notai che era seduta sul balcone, era stupenda e aveva addosso solo la mia felpa, quella che non trovavo.

-Buongiorno Liss- dissi avvolgendole le braccia al collo
Lei mi guardò e ricambiò il sorriso, ma non emise nemmeno un verso, niente di niente.

-Liss se ti sei pentita di ieri sera io ti avevo avvertito-
-No, tranquillo. È colpa mia tu sei stato fantastico , il problema sono io- mi disse.

-In che senso?- e la guardai interrogativo.
Ma non arrivò nessuna risposta, solo un bacio inaspettato e si diresse verso il bagno per farsi una doccia lasciandomi sospeso.
Ma io l'amavo, cazzo se l'amavo e non c'era cosa più bella di averla con me, al sicuro.
Io l’amavo. Amavo lei e i suoi capricci, il suo viso, la sua voce. Succedeva sempre così: potevo scappare e riempirmi la vita di sogni, ma quando lei non c’era, quando lei smetteva di sfiorarmi, cazzo, quando lei non mi sfiorava più, io morivo dentro.
Spesso non sapevo spiegarmi perché ci amassimo, con tutte le nostre differenze, tutte i nostri dettagli opponibili, tutte le nostre incongruenze.
Poi ho imparato che l’amore, semplicemente, leviga queste incongruenze, fino a fare combaciare le due parti.

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Come avevo promesso sono tornataaaa e anche con un pò di anticipo. Amatemii

Niente di più ||Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora