Capitolo 5

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Rientrai nel castello. Camminai lungo il corridoio ed incontrai Louis.

"Dove stai andando?" mi chiese sorridendo.

"Non saprei. Non c'è niente da fare qua" mi stavo annoiando. Mi chiedevo come Harry passasse la sua giornata. Non usvia mai eppure non sembrava annoiarsi mai. Cosa lo intratteneva?.

"Ti piace leggere?" i miei occhi si illuminarono.

"Lo prendo come un si" sorrise ed era qualcosa di magnifico. Caldo ed accogliente. Era in grado di metterti a tuo agio.

"Beh, c'è una biblioteca al piano di sopra. Se vuoi, ti posso scortare" annuì con la testa.
Percorremmo le scale e ci fermammo davanti ad una grande porta. L'aprì e rimasi incantata.
C'era un enorme varietà di libri.
Mille titoli e mille storie diverse. Avevo appena trovato il mio paradiso.
Il mio rifugio dalla realtà.
Mi inoltrai al suo interno ma Louis non mi seguì.

"Tu non vieni?" chiesi voltandomi indietro verso di lui.

"Ho dei compiti da svolgere" agitai la testa capendo che aveva dei doveri da svolgere al castello.
Mi guardai intorno non sapendo da dove cominciare. C'era così tanta scelta che farlo sarebbe stato un compito più arduo di quanto mi fossi aspettata.
Passò quasi un'ora ma ancora non avevo trovato niente. Presi la scala. Ci salì. Guardai quei vecchi libri.

"Trovato qualcosa?" mi spaventai. Mi voltai improvvisamente e nel farlo scivolai. Volai dalla scala ma il mio corpo non atterrò sul pavimento ma bensì venne afferrato da due braccia muscolose.
Le sue.
Lo guardai dritto negli occhi. Mi sorrise e sebbene esso fosse debole era a tutti gli effetti sincero.

"Mi hai spaventata" la mia voce era sepzzata, forse dallo spavento o forse per la vergogna che stavo provando ad essere cinta dalle sue braccia.

"Mi dispiace" anche lui parlò lentamente continuando a guardare le mie labbra.

"Louis mi ha detto che eri qui" i miei piedi toccarono il pavimento. Mi sistemai l'abito con le mani.

"Mi stavi cercando?".

"Volevo solo dirti che ho mandato un medico da tuo padre" il mio cuore si contrasse e rilassò immediatamente. Aveva mantenuto la sua promessa e per questo gliene ero grata.
"Harry?" lo richiamai.

"Si?" si voltò.

"Grazie" sorrise e si portò le mani dietro la schiena.

"Erano i patti. Sei rimasta ed io mantengo sempre le promesse che faccio" era tornato improvvisamente serio.

"Comunque, ti consiglio di leggere Orgoglio e Pregiudizio" lo guardai confusa mentre scompariva dietro la porta.
Mi guardai intorno e cercai il titolo che, precedentemente, mi aveva suggerito.
Scrutai scritto dopo scritto fino a quando non lo trovai.
Iniziai a leggerlo. Mi immersi nella sua trama.
Uscì fuori dalla stanza e mi diressi verso il salone.
Mi sedetti sul tappeto vicino al fuoco. Passarono molte ore e non ero riuscita a staccare gli occhi da quel libro.
Mi aveva completamentecoinvolto. Ogni singola particella del mio corpo era immersa in quella fantasia di amore e intrighi.
Ammirano il carattere di Elizabeth.

"Allora, è di vostro gradimento?" alzai la testa distogliendo la mia attenzione dal leggere.
Vi era Harry.
Difronte a me, difronte al calore del fuoco.
Per la prima volta notai quanto fosse incredibilmente alto.
Capì che si stesse riferendo al libro.

"Non ho mai letto niente di così appassionante.
Perciò si, è di mio gradimento" sorrisi.
Mi guardò e si sedette di fianco a me. Mi prese il libro dalle mani ed iniziò a leggere un verso.

"Ho lottato invano.
Non c'è rimedio.
Non sono in grado di reprimere i miei sentimenti.
Lasciate che vi dica con quanto ardore io vi ammiri e vi ami" si voltò verso di me.
Ci guardammo intensamente. L'intensità con il quale aveva leti quel verso, il modo in cui mi aveva fatta sentire mente lo faceva, non so, ma mi aveva colpita.
Ora dopo ora stavo incominciando a conoscere un nuovo Harry.
Era come se pezzo dopo pezzo il suo muro stesse cedendo mostrando chi, veramente, lui fosse.

"Da come lo avete letto sembra che lo abbiate provato davvefo" dissi guardandolo.

"L'ho semplicemente letto innumerevoli volte che credo di sapere come si sentisse Charles" volevo sapere anche io come si fosse sentito il signor Bingley.

"Ti sei mai innamorato?" le parole lasciarono le mie labbra così frettolosamente e vivacemente che non ebbi il tempo di fermarle.

"Cos'è l'amore Belle?" si voltò repentinamente verso di me. Mi innervosì immediatamente.
Mi prese alla sprovvista.

"Non lo so. Credo che l'amore non si possa spiegare.
Inizi a conoscerlo nel momento in cui inizi a provarlo.
Improvvisamente il tuo  mondo cambi. È come se l'ossigeno che respiro portasse la sua essenza.
Ti accorgi che tutto ciò che era avvenuto prima di quella persona non  conta più niente.
Inaspettatamente la tua vita incomincia nel momento esatto in cui incontri la sua.
È il sentimento più potente che esista e certe volte ne ho paura".

"Ti sei mai innamorata?".

"Mai".

"Ti invidio sai.
Invidio il tuo modo di vedere la vita è di come l'affronti.
La tua prospettiva sembra così felice.
Mentre la mia, beh - si interruppe mentre sorrise sarcasticamente - è un totale disastro.
Provo invidia per il modo in cui parli dell'amore. Di come lo vedi come qualcosa di talmente potente da poter cambiare una persona".

"Per te come è l'amore?".

"È qualcosa  che non proverò mai più".

"Per il tuo volto?" avrei voluto coprirmi per la sfacciataggine che avevo mostrato e per le parole poche opportune che avevo usato.

"Si, anche quello".

"Io credo che l'amore vada ben oltre l'aspetto fisico.
Infondo, il carattere è ciò che conta veramente" lo pensavo davvero. Non era solo un modo per confortarlo. Tutto ciò che stavo dicendo era la verità.

"Ti innamoreresti mai di uno come me?" mi lasciò completamente senza parole.
"Vedi" sorrise amaramente.

"Io lo farei" gli strinsi strinse la mano. Mi guardò.

"Si chiamava Emèlie. Ero davvero innamorato di lei. Lo eravamo entrambi" smise improvvisamente di parlare.

"E poi cosa è successo?".

"È morta" in quel momento mi maledissi per le mie domande poco delicate.
Riuscì a vedere quanto l'amava dal modo in cui ne parlava e di come il suo sguardo era cambiato nel farlo.

"I-io mi diapiace".

"È il passato comunque" lo abbracciai. Era l'unica cosa che mi sentivo di fare in quel momento.
Esitò nel ricambiare il mio gesto ma dopo pochi secondi sentì le sue braccia avvolgere la mia schiena. Mi strinse forte. Come se non volesse che lo lasciassi  andare.

"Andiamo a cenare" acconsentì con la testa e ci alzammo.
Cenammo e la serata passò tranquillamente.
Era stato piacevole e conforotante dialogare con lui.
Dopo la cena ritornai nelle mie stanze e mi sdraiai sul  letto.
Continuai a leggere il libro fino a quando non mi addormentai.

Non so perché ma più continuo a scrivere questa storia e più mi ci sto affezionando.
Commentate qualsiasi cosa volete scrivere e mi raccomando votate. Un bacio a tutte/i.😘❤


The Beauty and the Beast h.sWhere stories live. Discover now