Capitolo 7 Allyson

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Non riesco a proferire parola, mentre Cody mi riaccompagnano a casa e Arleen ci raggiunge.

«Mi spiace non essere stata al tuo fianco», si scusa, ma io so perfettamente che era con suo fratello o che, per lo meno, abbia provato a cercarlo.

«Ha solo bisogno... lo sai che...», prova a dirmi Cody, cercando il mio sguardo nello specchietto retrovisore.

«Che Damon ha bisogno di tempo, di spazio, che Damon è complicato?», rido amaramente osservando il cielo divenire di un grigio intenso, come la cappa scura che si sta posando di nuovo sulla mia vita. O forse mi sono solo illusa che si fosse dissipata in questi mesi, quando il peggio doveva ancora arrivare.

«Deve ancora...», interviene Arleen, ma non ho voglia di ascoltare altre scuse o motivi che riesce solo a indossare come un'armatura. Un muro a prova di Damon Sanders... invalicabile.

Questo non cambia il fatto che lui non è qui con me in questo momento, ma è scappato come fa di solito, cercando di sfuggire agli eventi che non potrà evitare per sempre.

«Deve ancora?», sbraito contro Arleen senza rendermene conto, poi mi stringo nelle spalle e la testa smette di pensare Sento solo un forte brusio che preme contro le tempie al tempo stesso che cerco ancora una giustificazione per il suo comportamento, un'altra da aggiungere alla lista che purtroppo sembra non avere mai fine.

«Dove pensi possa essere?», domanda Cody e una parte di me conosce già la risposta. Gli indico la strada per la palestra e non appena svoltiamolo l'angolo tra la 76th e la Tucson ho un tuffo al cuore, che per qualche secondo cessa completamente di battere. Non voglio entrare lì dentro e dare conferma ai miei timori, non voglio vedere il suo corpo madido di sudore guidato dai suoi demoni, mentre la ragione l'abbandona e con lei il mondo che lo circonda.

«Fermati!», dico con la voce che si spezza, mentre mi fiondo giù dall'auto.

L'aria che respiro viene quasi risucchiata non appena metto piede nella palestra e gli occhi saettano da un angolo all'altro della stanza alla sua ricerca.

«Posso fare qualcosa per lei?», mi chiede lo stesso ragazzo che si era occupato di Kam quando siamo venuti la settimana scorsa.

«Sto cercando Selena», dico non riuscendo a vederlo, ma la cosa che mi fa male e mi congela per un attimo il cuore è non vedere nemmeno lei. Dove sei Damon?

«Selena ha finito di lavorare poco fa», mi spiega, dopodiché lo ringrazio e mi avvio all'uscita.

Resto un attimo ferma sul marciapiede, sentendo le prime gocce di pioggia, grosse e pesanti, lente e regolari, scivolare sul mio volto e smarrirsi nei miei indumenti. Resto ancora lì a godere di un'acqua che spero possa lavare via tutto ciò che mi ha segnata fino in fondo a un'anima che ho perso nel momento in cui lui è entrato nella mia vita come un uragano. Le gocce iniziano a divenire più fitte, fino a piovere quasi a dirotto.

«Allyson, sei fradicia», grida Cody, strattonandomi per un braccio. Mi ero quasi dimenticata quanto facesse male lasciarsi andare alla balia delle sue onde, capaci di farti annegare quando meno te l'aspetti.

Sollevo il capo ormai troppo pesante e, con la vista offuscata, lo vedo, dall'altro lato della strada, dietro la vetrata di un pub. Alzo il braccio in aria per divincolarmi dalla presa di Cody, che resta impassibile seguendo il mio sguardo, mentre punto dritta verso di lui. Entro a precipizio nel locale, affollato per via dell'ora di punta, dove tutti si concedono una pausa dal lavoro. Damon è seduto in un angolo, la giacca del completo posata sulla sedia al suo fianco e i primi tre bottoni della camicia sbottonati. Tiene stretto fra le mani un bicchiere, come fosse la cosa più preziosa al mondo, e mentre lascia roteare il liquido trasparente al suo interno, il suo sguardo si smarrisce in quei movimenti. Non ci penso due volte a raggiungerlo e strappargli quella porcheria dalle mani.

UN AMORE PROIBITO- PER SEMPRE NOIOù les histoires vivent. Découvrez maintenant