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Come vi immaginate Dio?
Alcune persone credono che Dio sia un uomo enorme con una barba bianchissima e folta.

Altri invece lo immaginano come un capo supremo che osserva noi piccoli umani in attesa della nostra morte, ci tratta come burattini idioti.

Ed è proprio così che si sentiva Harry, un burattino. Guidato dalla società, dagli scrupoli, dalla paura di essere se stessi.

Ogni santo giorno, Harry si lavava, si vestiva ed andava a lavoro, e tornava a casa soltanto la sera tardi e dopo essersi rinfrescato usciva ed entrava in un bar qualunque pur di dimenticare per un po' la merda che lo circondava.

Ed inevitabilmente, ogni sera succedeva, Harry lo picchiava e puntualmente piangeva, piangeva tanto.

Odiava se stesso, avrebbe fatto di tutto per essere un'altra persona.
Ogni fottuta volta che Louis portava a casa il suo ragazzo, Harry digrignava i denti e stringeva le mani fino a far diventare le nocche bianche.
Ma si tratteneva.

Non sapeva perchè lo trattasse così male, forse era l'unico modo per sfogarsi da tutto quello stress.

Quella sera Louis era seduto sul letto. Aveva le mani ed i piedi sudati e freddi.
Sudava.
Aveva paura.

Harry era arrivato, puntualissimo, aveva spalancato la porta della camera di Louis con una bottiglia di birra in mano.

Louis quella volta si era armato di coraggio e aveva deciso di mantenere gli occhi aperti.

Harry con uno scatto chiuse la porta alle sue spalle con un tonfo.

Louis ebbe l'impulso di chiudere gli occhi, ma non lo fece. Harry rimase spiazzato da quel gesto e si pietrificò.
Non poteva fargli male.
Non poteva.
Quegli occhi azzurri, spalancati dalla paura, ma al tempo stesso così belli e profondi.

Li osservava attentamente e poteva giurare di aver visto dei pesciolini, tra quegli occhi di un blu stupendo, così spettacolare ed intenso da far invidia al più profondo degli oceani.

Ed accadde, Harry gettò la birra da qualche parte.
Si appoggiò sul letto, proprio accanto a suo figlio, e con delicatezza gli accarezzò le guance.

Lo abbracciò forte e Louis piangeva, piangeva di gioia, perchè aveva capito che qualcosa nel padre era scattato.

Finalmente.

Harry teneva stretto Louis come se avesse paura di perderlo.
Circondò il suo volto con le sue mani grandi, si avvicinò a lui e gli sussurò all'orecchio:"Mi dispiace, perdonami perfavore."

Dopo aver detto ciò Harry si allungò sul letto e forse per l'alcol, si addormentò subito.

Louis rimase allibito e dopo qualche minuto speso a rimurginare sul da farsi, decise si coricarsi accanto al padre, più felice che mai.

Non Farmi MaleWhere stories live. Discover now