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"Louis passa l'aspirapolvere."

"Louis spolvera i quadri."

"Louis, pulisci le finestre."

Basta, per la miseria.
Harry era diventato una sorta di collonnello/casalinga mancato e comandava Louis a bacchetta.

Una parola. Natale.

Natale equivale a parenti.

E parenti equivale a pulizie.

Louis si buttò suo divano stremato da tutte quelle pulizie ed iniziò a pensare all'ultimo mese passato col padre.

Esattamente un mese fa, Diana era partita dopo aver trascorso alcune settimane a casa nostra.

Esattamente un mese fa Louis ed Harry si erano baciati per la prima volta,sì, per la prima volta, perchè per Harry le labbra di Louis erano diventate una sorta di droga potentissima e le aveva assaggiate molte altre volte.

Non avevano ancora messo bene in chiaro il loro rapporto, ma stavano bene insieme, ed ogni volta che Louis aveva qualche dubbio sulla correttezza delle loro azioni, Harry lo abbracciava stretto giurandogli che non c'era niente di scorretto fra di loro.

Harry fremeva dalla voglia di toccarlo, di stringere quei fianchi così delicati, voleva graffiare quel culo perfetto che lo aveva lasciato con un erezione parecchie volte, voleva farlo suo, suo e solo suo.

Era quasi mezzoggiorno e tra un po' sarebbero arrivati i genitori di Harry, sua sorella ed  forse anche altri cugini.

Louis era figlio unico.
Figlio di chi? Non lo sapeva.
E non voleva saperlo.

Sua madre era un pezzo di carta, un biglietto.

"Si chiama Louis, rendetelo felice come io non sarei riuscita a fare."

Il campanello suonò.
Louis andò ad aprire sotto ordine del padre e si ritrovò davanti i suoi nonni, Anne e Robin.

Anne era la nonna che tutti i bambini avrebbero voluto, era dolce e comprensiva, ma cucinava davvero troppo e troppo bene.

Robin invece, non sapeva cucinare, ma adorava lo sport e Louis da piccolo, nel periodo di conoscenza con la famiglia, aveva visto decine e decine di partite di calcio e si era divertito un mondo, soprattutto quando la squadra del nonno perdeva e lui si arrabbiava con i giocatori.

"Ciao Louis, non ci vediamo da tanto tempo, come sei cresciuto, mi sei mancato così tanto." Disse la donna mentre strangolava tra le sue braccia il nipote.

"Mi sei mancata tanto anche tu nonna."

"Ciao nipote."

"Ciao nonno." I due si salutarono con una semplice stretta di mano.

Dalla porta sbucò Gemma, la sorella di Harry, era più grande di suo padre, ma era un po' più bassa, aveva gli occhi vivaci e i capelli biondo chiaro.

"Stavo parcheggiando la macchina, ciao Louis." Lo strinse affettuosamente a sè.

"Ciao zia."

Gemma lo guardò male.

"Ciao Gemma."

"Molto meglio." Sorrise la donna.

Harry scese dalle scale e non appena vide i suoi genitori, corse tra le loro braccia e dopo i vari saluti e una tirata di capelli da parte di Gemma, si accomodarono in salotto.

Dopo un po' il campanello suonò e Louis andò ad aprire la porta con una certa perplessità.

Oltre quel composto di legno, c'era un uomo alto, con i capelli bianchi e gli occhi scuri. Neri.

Non Farmi MaleWhere stories live. Discover now