Eighth Act.

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"Only seeing myself.”

 
Era passato un mese da allora e la relazione tra Yoongi e Jimin sembrava andare a gonfie vele.
I due ragazzi si prendevano cura l’uno dell’altro, dalle più piccole cose a quelle più significative e mai nessuno avrebbe messo in dubbio l’amore che provavano per il loro compagno. Yoongi e Jimin sembravano fatti l’uno per l’altro, erano il proprio complementare, il pezzo mancante del loro puzzle, lo ying del loro yang.
Il modo in cui si guardavano non lasciava trapelare altro se non amore immenso e spesso chi si trovava con loro si sentiva a disagio per quanto fossero penetranti e significativi gli sguardi che si lanciavano spesso.
Non lo erano perché carichi di eros – non sempre – ma proprio perché supponevano una profonda conoscenza e considerazione nei confronti l’altro. Quegli sguardi non erano altro che la prova tangibile dei loro sentimenti più puri e delicati. Erano lo svolazzare delle farfalle negli stomaci dei due ragazzi, erano i battiti dei loro cuori completamente impazziti ogni volta che l’altro lo guardava o lo stringeva a sé, erano le gambe molli per la vicinanza con il compagno.
Jimin non smetteva mai di ripetere a Yoongi quando fosse stato fortunato ad averlo conosciuto e quando per lui fosse diventato importante in quel breve tempo. In quei momenti Yoongi non poteva fare altro che stringerlo a sé più forte che poteva e bearsi del calore che il corpo di Jimin emanava. Poi gli lasciava un bacio sulla fronte a mo di ringraziamento e gli sorrideva dolcemente, facendo quasi piangere Jimin per la gioia di poter vedere così spesso quel sorriso così tenero e timido sul volto dell’amato.
Il problema in quei giorni si stavano rivelando essere Hoseok e Taehyung che era da quando aveva ufficializzato la sua relazione con Jimin che lo assillavano per poterlo incontrare.
E no signore, mai Yoongi avrebbe permesso qualcosa di simile! Incontrare i suoi amici poteva voler dire solo una cosa: racconti imbarazzanti.
Conosceva Hoseok come le sue tasche e sapeva anche che Taehyung avrebbe seguito il suo fidanzatino a ruota e Yoongi per nessuna ragione al mondo avrebbe voluto fare figuracce con Jimin.
Ma avrebbe dovuto immaginare che sarebbe andata a finire male perché quando Jung Hoseok si metteva in testa qualcosa non mollava fino a quando non la otteneva.
E quindi quella sera, quando era rientrato in casa – convinto di trovarci solo Jimin che lo aveva avvertito e desideroso unicamente di abbandonarsi alle attenzioni e le premure del suo ragazzo.
A ridestarlo e riportarlo bruscamente alla realtà fu il suono di una risata. Una risata inconfondibile e che gli fece raggelare il sangue nelle vene.
Di tutta fretta si diresse verso il soggiorno e d’un tratto sembrò realizzarsi il suo peggior incubo: Jimin che sfogliava un libromolto sospetto in compagnia di Hoseok e Taehyung che avevano stampati in faccia due ghigni non fraintendibili.
A quel punto Taehyung parve accorgersi di Yoongi perché sollevò la testa e gli sorrise – se così poteva essere chiamato quello che aveva in faccia – e richiamò l’attenzione degli altri due.
“Guardate, è arrivato Yoongi hyung!”
Jimin sollevò lo sguardo verso di lui e gli fece uno di quei sorrisi da mozzare il fiato. Si alzò dal divano dove si trovava e lo raggiunse, prendendogli una mano e baciandolo a stampo sulle labbra, a mo di saluto.
“Cosa ti stavano facendo vedere?” chiese Yoongi, sospettoso.
“Delle foto di tu e Hoseok hyung da piccolini, eravate davvero adorabili!” gli disse tutto allegro.
“Adorabili…” mormorò facendo poi schioccare la lingua.
“Vieni hyung.” Gli disse Jimin e il modo in cui lo pronunciò, o forse lo sguardo carico di aspettative e di erotismo con il quale lo guardò fecero immediatamente convincere Yoongi a seguirlo.
La serata alla fine passò tranquilla.
Dopo aver rivisto foto del vergognoso passato di Yoongi – “ma quale vergognoso hyung!” – i ragazzi avevano ordinato una cena da consumare insieme e per tutta la serata avevano scherzando e parlato del più e del meno.
Se doveva essere sincero Yoongi era felice di vedere interagire i suoi migliori amici con il ragazzo di cui era innamorato. Gli pareva di rendere il tutto più reale e concreto e non poteva fare a meno di sorridere.
Jimin poi era un ragazzo piuttosto socievole – solo una persona del genere avrebbe potuto tentare e ritentare di diventare amico suo, pensò Yoongi – e quindi ci aveva messo poco tempo per entrare in confidenza con i suoi amici. Con Taehyung sembrava già si conoscessero da anni per quanto parlassero concitatamente e di qualsiasi cosa passasse loro in mente e con Hoseok anche era riuscito a trovarsi bene.
Quando Jimin dovette andare a casa Yoongi lo accompagnò alla porta per avere qualche minuto di privacy con il suo ragazzo.
“Allora, come ti sembrano?” chiese Yoongi.
Jimin gli sorrise e poi circondò il collo del suo ragazzo con le braccia. “Sono delle persone fantastiche e penso che sia tu che loro siate fortunati a condividere una bella amicizia come la vostra.”
Yoongi si sentì incredibilmente commosso da quelle parole e non potette che condividerle. Hoseok e Taehyung erano i suoi unici veri amici e se non ci fossero stati loro sicuramente Yoongi sarebbe stato diverso. I due ragazzi gli avevano dato l’opportunità di avere delle persone care con le quali condividere una parte di sé e con le quali essere sé stessi e il ragazzo non gli avrebbe mai ringraziati abbastanza.
Yoongi si avvicinò al volto di Jimin e baciò con irruenza le labbra del ragazzo di fronte a sé che prese immediatamente a ricambiare il bacio e a ricercare un contatto maggiore che Yoongi gli permise schiudendo le proprie labbra e permettendo alla lingua di Jimin di entrarvi. Il bacio divenne bagnato e gli unici rumori emessi dai due ragazzi erano i loro respiri affannati e lo schiocco delle loro labbra che si staccavano e poi cercavano di continuo.
Alla fine si staccarono e Jimin, a corto di fiato – non sapeva per il bacio o per le sensazioni che Yoongi gli faceva provare continuamente – avvicinò il voltò alla guancia del suo ragazzo strusciandosi come un gatto in cerca di coccole.
Ti amo.” Gli disse, a cuor leggero.
E probabilmente non era il momento migliore, non erano in un posto romantico, circondati da candele o in un ristorante ma andava bene così. Perché a Jimin piacevano le cose semplici e Yoongi era la cosa semplice più bella che gli fosse capitata in vita sua e in quel momento, in quel preciso momento – abbracciati davanti all’uscio della porta dell’appartamento del maggiore, nella semi oscurità e con delle tute e i capelli tutti spettinati – Jimin sentì il bisogno di dire a Yoongi quelle due paroline, di donargli anche la più piccola parte di sé.
A Yoongi si mozzò il fiato e in quel momento più che mai comprese che la situazione era degenerata.
Perché Jimin era innamorato di lui e lui lo era follemente di Jimin ma tutto quello non bastava, non sarebbe mai bastato. Perché l’amore che provavano i due mai avrebbe potuto cancellare la loro incompatibilità e mai avrebbe potuto eliminare dalla faccia della terra quelle due persone che attendevano pazientemente di trovare la loro anima gemella.
Yoongi non se la sentì di essere così egoista, non per lui ma per Jimin che meritava di essere felice e mai  lo sarebbe stato pienamente se fosse rimasto con lui. E allora non gli disse nulla e si limitò a scompigliargli i capelli castani sotto lo sguardo lievemente sorpreso del ragazzo. Non voleva rompere con lui – non ce l’avrebbe mai fatta in quel momento, Yoongi lo sapeva – ma aveva bisogno di mettere delle distanze, aveva bisogno di non abbandonarsi completamente all’altro perché farlo lo avrebbe fatto affogare e Yoongi non era mai stato così bravo a nuotare, sarebbe immediatamente affondato in quel mare profondo.
Così si salutarono in quel modo e quando Yoongi rientrò in salone sorrise a Hoseok e Taehyung, fingendo che andasse tutto bene, quando il suo cuore secondo dopo secondo, minuto dopo minuto si crepava sempre di più, fragile e oramai troppo ammaccato per reggere anche quel nuovo e doloroso urto.
 

I know you're seeing Black & White so I'll paint you a clear Blue sky / yg + jmDove le storie prendono vita. Scoprilo ora