Eleventh Act.

497 41 23
                                    

"Though the lights are on
There's nobody home."

Il suo sguardo era freddo e apatico, come mai non lo era stato precedentemente, neppure prima che arrivasse lui.
Camminava per le strade del cimitero con il suo completo nero  mentre accanto a lui Hoseok  gli lanciava di tanto in tanto qualche sguardo, per assicurarsi che il suo migliore amico stesse bene.
Yoongi non sarebbe voluto andare al funerale di Jimin, avrebbe preferito piuttosto passare il tempo a casa sua, a piangere per essere stato così sciocco e per aver sprecato la sua occasione, la loro occasione per essere davvero felici.
Ma l’amico gli aveva detto che sarebbe stato giusto andare a ricordarlo insieme alle persone che volevano bene a Jimin e quindi in quel momento Yoongi si trovava in quel luogo, appena dopo la fine della cerimonia, la cosa più patetica alla quale avesse mai assistito.
Frasi come “Era un ragazzo magnifico” e “Lo ricorderemo sempre” e ancora “Non se lo meritava” erano volate e Yoongi le aveva trovate solo un ammasso di parole senza alcun significato.
Perché ribadire che Jimin era speciale – grazie al cazzo, lui lo sapeva bene che lo era – non lo avrebbe riportato indietro, così come non sarebbe accaduto se avessero pregato un dio sconosciuto di prendersi cura del loro adorato Jiminnie.
Yoongi aveva sperato che quel supplizio terminasse velocemente e aveva atteso che tutti se ne andassero, per lascargli del tempo solo con il ragazzo.
Yoongi non aveva mai parlato ad una lapide e francamente lo riteneva stupido, ma ne sentiva terribilmente il bisogno.
Camminava per le strade del cimitero quando prese parola.
“Era la mia anima gemella…” sussurrò appena.
Hoseok si voltò a guardarlo. “Lo so, Yoo-”
“No, invece. Non lo sapeva nessuno di noi due.” Rivelò per la prima volta al suo amico.
“Che intendi?”
“Sono sempre stato convinto che la mia anima gemella fosse qualcuno incontrato in discoteca, quando mi ero sentito male.  Per questo ho sempre esitato con lui, perché non volevo rimanere ferito o ferirlo.”
“Ma Jimin lo sapeva, Yoongi.” Gli disse Hoseok, cautamente.
Yoongi si voltò immediatamente verso di lui. “Cosa?”
“Beh, Jimin mi ha raccontato che quella sera, fu lui a salvarti in discoteca. Mi ha detto che quella sera dalla tua tasca del giubbotto scivolò il biglietto da visita del negozio di musica.”
“Cosa stai cercando di dirmi?” chiese titubante e in realtà non era molto sicuro di voler sentire la risposta dell’amico.
Hoseok esitò per un attimo, avendo paura di rendere ancora più instabile le facoltà mentali del migliore amico. Alla fine si decise e prese un grosso respiro. “Nulla di tutto quello che è accaduto è stato un caso. Jimin venne al tuo negozio perché sapeva tu fossi la sua anima gemella e fece di tutto per diventarti amico per quello. Ed entrambi eravamo convinti che anche tu lo sapessi, sinceramente.”
Yoongi non riusciva a crederci. Perché se davvero Jimin sapeva tutto allora ciò per cui si era logorato Yoongi per tutti quei mesi era stato inutile e avrebbe potuto risparmiare ai due ragazzi tanta sofferenza, e forse anche quel disgraziato incidente.
Il ragazzo avvertì il bisogno di piangere e corse lontano da Hoseok, alla ricerca della lapide del suo amato.
Vi si lasciò cadere davanti, mentre le lacrime abbandonavano i suoi occhi.
“Mi dispiace.” Prese a ripetere come un mantra, chinandosi più che potè e sentendosi la causa di tutto.
“Mi dispiace Jimin. Sono stato così idiota e ti ho fatto solo soffrire.”
Prese a pugni il terreno arrivando a graffiarsi le nocche delle dita e maledicendosi per aver provocato solo guai, per non aver parlato della situazione con qualcuno e per essere stato così codardo.
Perché era colpa sua se la persona più importante per lui, per la quale avrebbe dato volentieri la vita, era morta senza la sicurezza di essere stato amato almeno la metà di quanto amava lui.
E in quel momento Yoongi realizzò una cosa.
“Ti amo.” Gli disse, con il tono più limpido di cui era capace. Era la prima volta che glielo diceva ad alta volta e lui neppure avrebbe potuto sentirlo. Yoongi sperò solo che Jimin fosse stato così buono da non avere dubbi sul fatto che Yoongi lo amasse, perché lo aveva sempre fatto e non avrebbe smesso, neppure quando una parte di sé gli era stata portata via.
Quella sera Yoongi tornò nella monotonia di casa sua, una casa diventata buia e fredda senza i sorrisi e le calde risate di Jimin ad animarla. Si trascinò in bagno e si buttò sotto la doccia per inerzia, solo perché il puzzo che emanava il suo corpo era insopportabile.
Cominciò a lavarsi, grattando con la sua spugna sempre più forte sulla pelle sensibile che si faceva sempre più rossa e infiammata per il continuo sfregare violento. Le dita pressavano forte, il braccio doleva per lo sforzo e la pelle irritata bruciava ma Yoongi pensò di meritarsi almeno un po’ di quel minimo dolore, pensò fosse la giusta punizione da scontare, vivere una vita nel dolore fisico e mentale.
Per un istante pensò addirittura di mettere un fermò alla sua vita ma non sarebbe stato giusto, sarebbe stato troppo semplice e mai Yoongi avrebbe commesso un simile atto di codardia.
La vera morte si scontava solo vivendo e allora Yoongi decide di vivere.*
Decise di vivere con il peso di due cuori, decise di vivere per due persone. Per Jimin che meritava solo il meglio e che amava la vita come nient’altro al mondo – forse solo dopo Yoongi – e per sé stesso, per scontare la sua pena ma al tempo stesso per portare il ricordo di Jimin. Jimin di cui tutti con il tempo si sarebbero dimenticati ma lui di certo no, lui con il cuore e con la mente vi sarebbe sempre ritornato e nei sogni avrebbe rivisto il suo sorriso accoglierlo come faceva sempre e prenderlo un po’ in giro.
E quindi Yoongi riprese in mano la sua vita piano piano, con l’aiuto dei suoi amici e della sua famiglia e quando divenne un artista affermato non si dimenticò mai di nominare nei suoi ringraziamenti un ragazzino sconosciuto di ventuno anni che era stato capace di rubargli il cuore e fargli vedere il cielo blu e di mostrargli come il mondo potesse rivelarsi qualcosa di tanto bello.
Yoongi sorrideva quando ne parlava, un sorriso triste e malinconico che faceva salire un groppo alla gola di chi lo guardava ma che indubbiamente portava con sé una quantità inenarrabile di ricordi che il ragazzo avrebbe sempre custodito nel suo cuore un po’ ammaccato.

* "La morte si sconta vivendo", citazione presa dalla poesia "Sono una Creatura" di Ungaretti.

Ebbene, siamo arrivati alla fine anche di questa ff!
Mi spiace davvero se ci siete rimasti male per il finale ma era ciò che avevo pensato fin dal principio e così doveva andare.
Sta a voi immaginare se Yoongi prima o poi riuscirà a superare il dolore che la morte di Jimin gli ha provocato e se riuscirà prima o poi a perdonarsi.
E sta anche a voi immaginare la fine di Taehyung e Hoseok.
Angst a parte, spero che la storia vi sia piaciuta ;;
Alla prossima!

🎉 Hai finito di leggere I know you're seeing Black & White so I'll paint you a clear Blue sky / yg + jm 🎉
I know you're seeing Black & White so I'll paint you a clear Blue sky / yg + jmDove le storie prendono vita. Scoprilo ora