Tenth Act.

319 35 4
                                    

"Without you I am colour-blind
It's raining every time I open my eyes."


Yoongi aveva una brutta sensazione fin da quella mattina.
Non sapeva neppure lui di cosa si trattasse, era il tipico giorno in cui ti svegliavi e inspiegabilmente capivi che quella sarebbe stata una pessima giornata. Forse era stato il mancato messaggio di Jimin che gli augurava il buongiorno, o l'aver scoperto di aver finito il dentifricio e di dover uscire di domenica mattina per andarne a comprare ma Yoongi lo sapeva, quella giornata sarebbe stata un disastro.
Uscì velocemente di casa e passò in un bar poco lontano da casa sua per consumare una colazione veloce. Ordinò il suo caffè poco zuccherato con la sua brioche vuota e si accomodò ad uno dei tavolini, sperando che il gusto amarognolo del liquido nero lo risvegliasse almeno un minimo. Ne approfittò anche per mandare un messaggio a Jimin, augurandogli il buon giorno e chiedendogli che fine avesse fatto.
Il ragazzo gli rispose poco dopo scrivendogli di tutta fretta che la sua sveglia non era suonata e che quindi era in ritardo per il lavoro. Gli disse che sarebbe andato a trovarlo quella sera e come sempre finì il messaggio con il consueto "ti amo". Yoongi fu tentato di ricambiare ma dovette farsi della violenza fisica ed imporsi di stare fermo con quelle mani.
Finì velocemente la sua colazione e si avviò verso il Combini più vicino, approfittandone anche per comprare qualcosa che sarebbe potuto servirgli.
Yoongi allungò un braccio per afferrare il barattolo di uno shampoo quando qualcosa parve attirare la sua attenzione. Spostò lo sguardo verso il pavimento e lo osservò confuso. Da quando il pavimento di quel Combini era grigio?
Immaginò di non essersi ancora risvegliato del tutto tornò a prestare attenzione al flacone del prodotto per capelli che aveva inspiegabilmente assunto una sfumatura di grigio scuro, quando prima era arancione. Yoongi non riusciva a capire cosa stesse accadendo e si guardò intorno, girando numerose volte su sé stesso, notando che tutto intorno a lui stava gradualmente diventando bianco e nero, come se nulla di tutto quello che in quei mesi fosse accaduto a Yoongi si trattasse della realtà.
Yoongi, il respiro affannato, si osservò le mani e le braccia scoperte e quasi urlò quando non vi vide più il suo tipico colorito pallido ma un banalissimo e tristissimo bianco sporco.
Gli venne da piangere.
Gli venne da piangere perché il ragazzo aveva potuto sperimentare la bellezza di un mondo a colori, di un mondo dalle mille sfumature. Aveva avuto la fortuna di poter osservare la magnificenza di un tramonto con i suoi arancioni o di un mercato in strada con le mille bancarelle variopinte. Aveva potuto osservare la vita così come era, senza nessuna lente che gli impedisse di vederne la vera essenza.
Ed ora tutto ciò gli era stato portato via e francamente era ancora più doloroso di non aver mai potuto vedere i colori. Perché lui li aveva visti eccome e se ne era follemente innamorato, da artista a tutto tondo quale era, e tutto ciò gli era stato brutalmente strappato.
Gli venne da piangere perché stava iniziando a capire cosa poteva essere accaduto. Lo poteva sentire chiaramente nel suo cuore, qualcosa che non andava. Lo sentiva frantumarsi e dilaniarsi come se qualcuno glielo avesse appena strappato dal petto con brutalità.
Sentì così tanto dolore che dovette accasciarsi a terra, tentando di riprendere aria e fallendo nel fermare le lacrime che presero a scendere persistenti sul suo volto scosso.
Le fitte al petto non ne volevano sapere di diminuire e Yoongi voleva solo morire in quel momento, voleva morire e farla finita per sempre con tutto quel dolore lancinante che la perdita della propria anima gemella gli stava provocando.
Sentì il telefono squillare e a fatica lo tirò fuori dalla tasca e rispose alla chiamata, con una voce tanto spezzata da mettere i brividi.
E fu in quel momento, quando rispose a quella dannata chiamata, che il mondo di Yoongi crollò come un precario castello di carta.

Si rialzò a fatica dal pavimento freddo, sotto lo sguardo allarmato dei clienti e i commessi del negozio, e uscì di tutta fretta, cominciando a correre più veloce che poteva per raggiungerlo.
Ed in quel momento neppure lo sentiva più il suo cuore. Era come se avesse smesso di battere, come se avesse scelto di seguire lui, lasciando però l'anima distrutta di Yoongi a sopportare tutto il dolore.
Yoongi correva, correva e ancora correva, schivava la gente per le strade grigie o la travolgeva quando non riusciva a schivarle e quando il ragazzo arrivò alla via indicata quasi si sentì mancare.
Sul ciglio della strada sbarrata vi era una calca di gente, radunata dove vi erano due ambulanze e un'auto dei carabinieri.
Yoongi si fece immediatamente strada tra le persone, sgomitando e infilandosi tra loro fino a quando davanti a lui non vi fu rimasto nessuno. Nessuno tranne Jimin, accasciato a terra ed incosciente mentre un paramedico inginocchiato accanto a lui alzava lo sguardo verso il collega e negava con la testa.
Yoongi a quel punto la perse, la testa e si buttò nella strada raggiungendo il corpo del suo amore e stringendolo tra le sue braccia.
Lo scosse con le sue braccia nel vano tentativo di risvegliarlo, mentre le lacrime gli rigavano le guance e non faceva altro che urlare il suo nome con voce rotta dal pianto isterico.
"Salvatelo!" urlò ai paramedici che lo guardavano con compassione, consapevoli che non ci fosse più nulla da fare e che il ragazzo stesse sprecando il suo tempo.
"Cosa state aspettando! Aiutate il mio ragazzo!" urlò ancora, incapace di accettare la fine.
"Mi spiace, ragazzo." Disse sinceramente dispiaciuto il paramedico.
Yoongi si sentì morire a quella sentenza e mormorò un flebile "Vi prego.", non sapeva neppure lui rivolto a chi.
Si accasciò sul suo petto freddo e quando non percepì alcun battito Yoongi strinse ancora più forte il corpicino di Jimin rilasciando un pianto disperato e straziato.

I know you're seeing Black & White so I'll paint you a clear Blue sky / yg + jmWhere stories live. Discover now