capitolo 15

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Vero' s pov

Mi sveglio sentendo qualcosa di caldo che mi schiaccia la faccia, cerco di aprire gli occhi ma non ci riesco, c'é qualcosa che me lo impedisce. Con le mani cerco di tastare qualcosa e tocco due spalle calde e un fondoschiena perfetto, spingo con le mani sulla parte che si trova all'altezza della mia faccia e capisco che è il petto di un ragazzo, Marco.

"Hei, alzati! Mi stai schiacciando" dico quasi urlando, lo sento che mugola qualcosa e si gira così da far arrivare il suo mento sulla mia testa.

"Marco! Alzati non respiroo!" ora sto urlando e con le mani spingo indietro il suo petto ma inutilmente.

"Mmm, altri 5 minuti, poi torni a respirare" dice sogghinando.

"Ma cosa dici? io devo respirare ora. Alzati. Subito. Di. Qui." dico spingendo sempre piú forte.

"Uff e va bene! Non é affatto giusto, la tua faccia oltre ad essere bella é anche molto comoda." gli do uno schiaffetto sulla spalla fingendo di essere offesa. "Buongiorno tesoro" mi dice baciandomi sulla fronte.

"Buongiorno eh. Mi stavi soffocando, potevo morire." dico in toro arrabbiato per fargli capire che lo sono.

"Ma dai non esagerare." dice e si sposta con la faccia nell'incavo del mio collo.

"Marco dobbiamo alzarci, mia madre sará tornata, ed io voglio uscire. Dai ti prego" dico facendo gli occhi da cucciolo anche se non mi vede.

"Si piccola, tranquilla ora andiamo" si alza tenendo le braccia muscolose ai lati della mia testa, e avvicinandosi a baciare dolcemente le mie labbra. All'inizio lo respingo ma poi mi lascio andare e lo attiro verso di me con la braccia al collo e baciandolo con più passione.

Stiamo passeggiando vicino al parco, o meglio, al laghetto del parco, mano nella mano.

"Quando sono morti i tuoi genitori?" dico dolcemente e lo sento subito irrigidirsi alle mie parole, spero di non averlo ferito.

"Avevo 4 anni." non rispondo sperando che continui a parlarmene, ma non voglio forzarlo. "Gli avevo chiesto di comprarmi qualcosa da mangiare, mamma era incinta di mia sorella e avrebbe partorito a giorni, uscendo per le mie richieste egoiste fecero un incidente, e sono morti tutti e tre." sento un dolore atroce nella sua voce, so che si da la colpa di ciò.

"Amore, non è colpa tua lo sai vero?" gli dico dolcemente e accarezzandogli il braccio.

"Si che lo è. Se non avessi insistito ora avevo due genitori fantastici e una sorellina da amare."

"Ma tu la ami, e i tuoi genitori sono ancora fantastici, ti sono accanto da lassù, e scometto che la tua sorellina è orgogliosa di avere un fratello cosí bello, da fare invidia a tutti i suoi amichetti." gli dico sorridendolo caldamente. Lui non risponde e rimane con lo sguardo nel vuoto. "Marco, non potevi assolutamente sapere cosa saarebe successo quel giorno, non potevi sapere che sarebbero morti, non devi fartene una colpa perchè non lo è. ok?" dico prendendogli il viso tra le mani e guardandolo negli occhi, vedo i suoi inumidirsi, e in un attimo me lo ritrovo attaccato a me con forza, abbracciato a me e con il viso sul mio collo, sento delle lacrime calde scorrere dal collo alla spalla, lo abbraccio piu forte e gli passo le mani tra i capelli.

"Scusami." gli sento dire con la voce rotta dal pianto. Mi stringe più forte e dei singhiozzi iniziano ad uscire dalla sua bocca.

"Shh, amore tranquillo ci sono io. A volte fa bene piangere, fa bene sfogarsi. Tranquillo ti terrei tra le braccia fino a domani."  alle mie parole sento che mi stringe fortissimo, poi staccandosi, mi prende il viso tra le mani e preme le labbra calde e bagnate sulle mie. Ed anche i miei occhi iniziano a lacrimare.

My name is VeronicaWhere stories live. Discover now