Capitolo 1.

1.2K 39 27
                                    

Non capisco perché tutti si ostinino con gli occhi azzurri. Lui ha gli occhi verdi e io ci annego comunque.

Cominciamo dal principio.
Mi chiamo Alison Sparks, Ali per quelli che a me ci tengono, o che così vogliono far credere. La mia è una di quelle storie molto banali, già sentite: ho sedici anni, vivo a Londra, più precisamente in periferia, con mia mamma Ely e mio fratello maggiore, John. In realtà, mi piacerebbe tanto vivere in città: il caos del centro, vetrine scintillanti cariche di meraviglie, una moltitudine di persone tutte diverse, sempre da scoprire. Un giorno vivrò in una metropoli come Londra, o come Parigi magari. Riuscirò a fuggire da qui.
Non che la vita in periferia sia male. Ho tutto ciò di cui una ragazzina potrebbe aver bisogno: una bella casa, un locale dove incontrarmi con gli amici e la possibilità di frequentare un'ottima scuola. Ma soprattutto, quello che più mi tiene ancorata qui, è la mia famiglia. Ho un grande attaccamento verso mia madre, Ely. Probabilmente perché mi è rimasta solo lei, oltre a John.
Mio padre? Non so nemmeno chi sia.
Mia madre dice che è morto poco prima che io nascessi. Incidente stradale a quanto pare.
Ma io ne dubito altamente. Ovviamente, potrei crederle; eppure nel profondo mi sembra una scusa facile. Non deve essere semplice spiegare ai propri figli come mai il loro papà non partecipa ai loro compleanni, non gioca mai con loro nel pomeriggio, non va mai a prenderli a scuola. Quindi forse questa potrebbe essere una versione comoda della verità. Una menzogna a fin di bene. Dire che tuo padre è morto piuttosto che scaricare sulle tuo spalle il peso di essere stato abbandonato. Di essere un rifiuto.
Forse è proprio per questo che mamma non ha mai voluto farmi mancare niente. Desidera per me e per John solo il meglio dal futuro e le sono grata per questo.
Ma non è bastato ciò a proteggermi...

Dicevo, sono la prima della classe in tutte le materie, vado bene anche in musica e ginnastica. E sono bella, sì, devo ammetterlo.
Ma non è vanità, è realismo.
Sono molti i ragazzi che si fermano a guardarmi nei corridoi, molte le ragazze che mi sparlano alle spalle.
Ma io non posso farci niente, sono loro che vogliono farlo e io di certo non posso vietarglielo.

La mia migliore amica si chiama Lisa.
Ci conosciamo da quando mio fratello si è rotto il braccio. L'ho accompagnato in ospedale... e li c'era lei, con i suoi capelli biondi e il suo sorriso sincero. Era lì per accompagnare la mamma incinta della sorellina.
Ci siamo parlate per la prima volta in sala d'attesa.
Da lì ci siamo viste tutti i giorni di ogni anno, abbiamo affrontato tutti i nostri problemi e i nostri momenti felici, insieme. Insieme contro tutti. Finché...

I miss you - Cole SprouseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora