Capitolo 4.

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Penso che io debba parlare di Liam, a questo punto.
Ha 19 anni e frequenta il mio istituto.
Ha gli occhi marroni e i capelli scuri, un po' come i miei.
È molto alto ed ha un sorriso stupendo in cui ti perdi solo guardandolo.

È un campione di nuoto, ha vinto moltissime gare nazionali e non.
L'ho conosciuto ad un'assemblea d'istituto qualche giorno prima del mio quindicesimo compleanno. Eh già, è anche rappresentante.
Parlava in modo loquace ed era molto convincente. Sinceramente non ricordo di cosa parlò, ma sicuramente deve essere stata una cosa interessante...
Cominciammo a scriverci per motivi riguardanti la scuola, ma poi finimmo per entrare sempre più nella vita l'uno dell'altro.
Poi mi chiese di uscire.
Io non stavo più nella pelle. Ci vedemmo la sera stessa, andammo a mangiare in un ristorantino vicino casa mia.
Quando mi riaccompagnò a casa, ci guardammo a lungo, i suoi occhi nei miei e ci baciammo nel mio giardino.
Per fortuna né mio fratello né mia madre erano a casa.

A quell'appuntamento ne seguirono molti altri, eravamo insieme quasi ogni giorno.
Molto spesso lui veniva da me e passavamo la serata a guardare film e a ridere.
Era un ragazzo davvero adorabile, quello che tutte le ragazze sognano.
Per il nostro mesiversario mi prese un mazzo di rose rosse e me le portò a casa!
Quel giorno mi passò a prendere in auto, mi aprì lo sportello e mi disse: "ehi piccola, sei pronta?" Io non sapevo le sue intenzioni, ma salii lo stesso sulla sua Porsche nera ( suo padre era straricco) che brillava sotto al sole tiepido di metà marzo.

Dopo un'oretta circa di auto, in cui lui si rifiutò categoricamente di dirmi dove mi voleva portare, arrivammo a Brighton. Il mare!

Passammo il pomeriggio sul Brighton Pier, mano nella mano, mangiando fish and chips e zucchero filato.
Quando mi riaccompagnò a casa mi disse solo:" ti amo, Ali."
E ripartì. E io ero veramente innamorata persa. Non vedevo niente all'infuori dei suoi occhi verdi luccicanti che brillavano solo per me.

Insomma sembrava davvero il ragazzo perfetto.
Ma non tutto dura per sempre.

Un giorno dovevamo uscire, ma lui non si presentò.
Mi chiamò poco prima dell'orario stabilito e mi disse "Ali scusa, papà mi tiene in casa perché devo aiutarlo con delle faccende. Sai, mamma è fuori città".
"Okay...tranquillo, ci vediamo domani" risposi io pensierosa.

Qualche mese dopo scoprii che mi aveva tradito, e che non era stata l'unica volta.
E con CHI mi aveva tradito? Con Lisa!
Quella che pensavo la mia migliore amica!

Dopo averlo scoperto la chiamai, quasi piangendo, e le chiesi se quello che mi avevano detto era vero.
"Ali...io...ehm...i...io..." balbettò lei.
Io non mi tenni più dalla rabbia.
"Perché mai l'hai fatto? Io mi fidavo di te. Cosa ti è venuto in mente? Di rubarmi il ragazzo?! A me?!?!" Mi sono sfogata e lei me l'ha lasciato fare. Poi ha parlato lei:
"Alison, ascolta" e già a quel "Alison" avevo capito molte cose. Non mi aveva mai chiamato così, sempre Ali...
"Non è stata colpa mia, te lo posso giurare. È stato lui a cercarmi, per la prima volta, quella sera...io non c'entro nulla...prenditela con il tuo ex!"
"Ex?" Chiesi io...qualcosa non tornava, io e Liam non ci eravamo lasciati.
"Beh...Liam sta con me ora, non... ti ha detto...nulla?" Avvertivo l'imbarazzo di Lisa attraverso il telefono. Io non capivo assolutamente di cosa stesse parlando.

"Non so a cosa ti riferisci, Lisa" cercavo di mantenere la calma, ma ormai era difficile gestire la situazione.

"Se vuoi lo chiediamo a lui! Tanto passa da me fra 10 minuti" disse lei, in tono provocatorio.
Liam non passava da me da qualche giorno...era sempre "impegnato".
"Bene. Allora arrivo anche io. Non voglio affrontare la cosa a telefono."

Le chiusi il telefono in faccia, presi il cappotto e corsi, corsi come una pazza per arrivare a casa di Lisa prima di Liam in modo che non si confrontassero.
Quando arrivai, lui stava parcheggiando.

"Bene, bene" dissi quando lui scese dall'auto. Liam era incredulo. "Che...che ci fai qui?" Disse, alquanto spaventato.
"Voleva chiederti una cosa" disse Lisa, con un tono sempre più fastidioso.
"A..aah" disse lui. Era proprio terrorizzato da me...

"Liam. Allora? Davvero stai con lei e non mi hai detto nulla? Io pensavo che tra noi fosse una cosa seria..." gli confessai tutto. Non mi importava più nulla ormai.
"Già... È cosi.
Non fraintendermi, piccola tu sei speciale, tutto quello che abbiamo passato è stato molto bello e tutto, però..." Che schifo.
Ero stata ingannata, usata e tradita e non mi ero accorta di niente.

Lo mandai a fanculo con le lacrime agli occhi, e urlai che avrei detto tutto a suo padre.
Suo padre era il sindaco del paese. Era un uomo pieno di umanità, che non sopportava inganni e imbrogli.
E di certo non avrebbe mai perdonato al figlio questa storia.
E quindi sì, lo minacciai, e lo rifarei altre mille volte se fosse necessario.

Cominciai a correre verso non so dove, l'importante era scappare.
Ad un certo punto misi male il piede e caddi, sbattei la testa e non mi ricordo  molto di quella sera, ma so per certo che prima di svenire due fari stavano venendo verso di me alla massima velocità.

Io avevo 15 anni, lui 18.

I miss you - Cole SprouseWhere stories live. Discover now