Capitolo 5.

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18 giugno 2017
BiiiP biiip biiip
"I valori vitali stanno scendendo!"
Biip biip biip
Biiiiiiiiiiiiiiiiip
"Dottore, cosa facciamo?"
"Lasciate fare a me"
Biip biip biip

Una settimana dopo:

"Buongiorno principessa" disse John.
Dal suo volto si vedeva che era preoccupato.
"Buon...giorno" dissi io. Non doveva essere un buongiorno a giudicare dalle facce delle persone presenti nella stanza.
"Ma dove sono?" Chiesi. In effetti non mi ricordavo nulla della sera prima.
"Sei in ospedale tesoro, ti hanno operato d'urgenza la scorsa settimana" disse mia mamma. Anche lei era preoccupata, sembrava quasi triste.
"La scorsa settimana?!" Ma cosa era successo?
"Sì, sei entrata in coma Alison" disse un uomo con il camice bianco. Doveva essere il dottore.
"Cosa mi è successo?" Chiesi preoccupata.
"Sei stata investita...da Liam"disse John con violenza. Vidi la vena sulla sua fronte ingrossarsi.
Quelle parole mi ferirono come un pugnale nel petto.

Liam...in quel momento cominciai a ricordare.
Liam...Lisa...ex...mi cadde una lacrima. John si sedette vicino a me e mi abbracciò. Ne avevo bisogno, ma non servì a molto.
John era l'unico su cui potevo contare.

"Quanto devo stare qui?" Chiesi, sperando il più possibile. Almeno non sarei dovuta andare a scuola e non avrei visto Liam.
"Circa due mesetti, hai un problemino alle gambe. Per il momento dovrai girare per l'ospedale in sedia a rotelle." Disse il dottore guardando fisso i suoi piedi.
"Vabene" dissi io. L'importante era non pensare a Liam, per il momento, nonostante la prospettiva dell'ospedale e della sedia a rotelle mi ammazzasse.

Era passata mezza giornata e io mi ero già stancata di stare a letto. Mi sedetti e con l'aiuto di John mi misi sulla sedia a rotelle.
Mi chiese dove volessi andare.
"Tranquillo, me la cavo...tu riposati. Sembri distrutto" ed era vero. Aveva delle occhiaie spaventose.
Acconsentì e si sedette sulla sedia per riposare.
Io cominciai a fare pratica con la sedia e, ad essere sincera, era molto divertente girare in quel modo!

Presi il portafoglio intenta a dirigermi alle macchinette per prendere un tè.
Mi persi due volte, prima di trovarle nella sala d'attesa. La stessa sala d'attesa in cui incontrai Lisa per la prima volta.
Mi venne un conato di vomito. Asciugai una lacrima e misi i soldi all'interno che, ovviamente, si bloccarono.
Provai a scuoterla, ma senza risultato.
Nella sala non c'era nessuno. Guardai l'orologio. Erano le 23. Un po' tardino, in effetti.

Provai a esplorare la zona per vedere se c'era qualcuno.
In una stanza, un'infermiera stava aiutando una giovane donna incinta; in un'altra, una mamma piangeva accanto al figlioletto in coma.
Quanta disperazione, negli ospedali.

Mentre guardavo nelle stanze, non mi accorsi di un ragazzo che avanzava con il cellulare in mano e, ovviamente, gli andai addosso e lui mi cadde sopra. Ci ritrovammo in un attimo con i volti a pochissimi centimetri, i suoi occhi appiccicati ai miei. E cavolo, quegli occhi.

"Ahia!" Esclamai.
"Oh! Ti chiedo scusa" disse lui, con una voce molto dolce, ma allo stesso tempo profonda.
"Oddio scusami tu" gli dissi. Ero sinceramente imbarazzata di quanto accaduto.
"Piacere, Cole." Disse, allungando la mano.
"Alison, piacere mio" risposi.
Gli raccontai del mio problema con la macchinetta, quindi ci incamminammo verso la sala d'aspetto.

Mi aiutò con i soldi, e mi fece persino avere il mio tè.
Lui si sedette su una sedia e io mi misi di fronte.
Parlammo moltissimo, nonostante all'inizio lui fosse leggermente scontroso e non propenso a raccontarmi chi fosse davvero Cole Sprouse. Poi si sciolse e mi disse che aveva un problema ai polmoni, una specie di tumore benigno, e che avrebbe compiuto 17 anni a dicembre.
Poi, chiese di me.
Io gli raccontai tutta la mia storia mentre lui mi guardava affascinato, con quegli occhi verdi fissi nei miei, e mi ricordò tremendamente Liam al nostro primo appuntamento.
Provai ad asciugarmi una lacrima e lui mi abbracciò, cogliendo il momento.
Ma io cominciai a piangere senza riuscire a fermarmi.
"Va tutto bene, stai tranquilla" mi diceva, accarezzandomi i capelli.
"Non piangere"
Mi prese le mani e mi costrinse a guardarlo. "Andrà tutto bene, il peggio è passato."
E rimanemmo così, tutta la notte, finché le infermiere non fecero cambio di turno.













I miss you - Cole SprouseWhere stories live. Discover now