Capitolo 10.

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È triste ammettere quanto dipendiamo dalle persone. Siamo tutti collegati da un filo invisibile, stretto attorno al cuore. Più il filo è stretto, più è difficile spezzarlo. E quando si spezza fa davvero male.

Da quando Liam mi aveva spezzato il cuore, mi ero ripromessa di non affezionarmi a nessuno, nemmeno a Cole. Non potevo immaginare che lui avesse qualcosa di speciale, quel qualcosa in più che non mi aveva permesso di creare una barriera. Quel qualcosa che mi faceva battere il cuore ogni volta che nel corridoio sentivo il suo profumo, un misto tra sudore e ammorbidente, lo stesso profumo senza il quale non riuscivo ad addormentarmi.

Avevo bisogno di lui. Un bisogno immanente, non potevo controllarlo.
Ero dipendente da lui, e non potevo fare niente per smettere di esserlo; anzi, più cercavo di allontanarmi, più mi avvicinavo, costretta da quel filo invisibile, che più che essere un'ancora di salvezza era un lasciapassare per l'oblio.

Mentre facevo i miei ragionamenti, ero seduta sulle scomodissime sedie della sala d'attesa, aspettando che qualcuno mi desse notizie del mio angelo, le cui ali si stavano spezzando troppo presto.

"A...Alison?" Una voce conosciuta ma sconosciuta allo stesso tempo fece capolino nella stanza silenziosa.
Mi voltai, e quasi ebbi un mancamento.
"Alison!" Quello era esattamente uno di quei momenti in cui la mente si offusca e non c'è altro da fare che fare un respiro profondo ed elaborare velocemente una via di fuga.
"Ehi" risposi, fredda.

Avrei riconosciuto quei capelli biondi ovunque, quel profumo dolciastro di Victoria's secret che avevamo comprato insieme l'anno prima.
Quella maglietta scollata che tanto le invidiavo e le avevo anche rubato qualche volta.

Mi accorsi che un po' mi mancava. Ma poi i ricordi mi colpirono come cento pallottole alla testa e tornai a fissarla.
Mi aveva tolto tutto, o almeno quello che pensavo fosse il mio tutto. Non le avrei permesso di privarmi di ciò di cui avevo davvero bisogno.

"Lisa...che cosa ci fai qui?" Quelle parole mi uscirono di getto. Mi accorsi troppo tardi di averle dette.
"Sono venuta a trovare mia mamma, l'hanno operata al cuore qualche ora fa." Qualche lacrima le scese sul viso, ma sapevo che erano lacrime di coccodrillo. Non le importava niente di nessuno. Non era cambiata di una virgola.

"Mi dispiace."
Perché lo avevo detto? Non lo so. Ma sua mamma è sempre stata gentile con me. Lo avevo fatto per lei, non per Lisa.

Passò qualche secondo che sembrò un' eternità. Ci guardavamo senza sapere cosa dire. Era passato un po' di tempo del resto, e non ci eravamo lasciate in buoni rapporti direi.

Si avvicinò e si sedette su una sedia in parte a me. "Ali davvero, come stai?"
Ah, adesso le importa come sto pensai.
"Se permetti, dovrei andare dal mio ragazzo."

Non so perché glielo dissi. Forse volevo farle capire che non mi avevano rovinato la vita come speravano.
Forse volevo farle capire che non ero sola, che dopo aver perso lei non mi ero isolata da tutti e da tutto.

Oppure forse ero solo stanca di essere sottomessa da lei, dal suo sorriso attraente, dal suo carisma, dalla sua estroversia. Da lei.

Mi alzai ed entrai nel reparto chirurgia, nella stanza di Cole.
Mi sedetti in parte a lui, stava ancora dormendo. Era sotto l'effetto dell'anestetico, ma non mi importava.
Gli strinsi la mano, appoggiai la mia testa sul suo ventre e piansi. Piansi tanto finché non mi addormentai. Quanto tempo passò rimane ancora adesso un' incognita.

I miss you - Cole SprouseWhere stories live. Discover now