Capitolo 6.

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Da quel giorno, ci vedemmo ogni notte, dalle 23 al cambio turno, circa alle 5 del mattino.
Sembravamo spie, che si incontrano di nascosto per scambiarsi segreti.
E in effetti era così: in meno di una settimana imparammo così tante cose su di noi che sembrava ci conoscessimo da una vita.

E poi, nel silenzio dell'ospedale, non c'era spazio per la menzogna, la bugia. Tutto quello che mi diceva era la verità e si capiva dal suo sguardo sincero, incerto, che mi guardava perché voleva farlo e non perché era obbligato.

Mamma  mi faceva visita nel pomeriggio, perché sapeva che la mattina dormivo fino a tardi, senza saperne il reale motivo. John passava qualche pomeriggio sì e qualche no, siccome doveva studiare per scuola, lui.
Ogni tanto mi ha fatto qualche domanda sul perchè rimanessi a letto così a lungo. Del resto, io non ero una ragazza che dormiva fino a tardi, quindi non ero solita rimanere a letto fino all'una, le due. Gli risposi che era per noia, siccome non avevo nient'altro da fare.

Una sera, Cole mi parlò del suo ex migliore amico.
Mi raccontò che erano amici inseparabili ma che da quando gli avevano scoperto il tumore, questo l'aveva completamente abbandonato.
Gli chiesi il perché. E lui rise un momento, una risata timida, che quasi non voleva uscire, una risata di disprezzo.
"Mh, gli facevo pena. Si vergognava di avere un amico con un tumore, neanche fosse contagioso." Disse lui, sempre con quel ghigno.
"Che schifo" dissi io, ripensando a Liam e Lisa.

Gli presi la mano. "Io ci sono, e ci sarò comunque andranno le cose".
Lui cominciò a piangere, ma in silenzio, non come me l'ultima volta.
"Come si fa a smettere, cosi all'improvviso, di essere terrorizzati dall'idea di venir messi da parte e rimanere soli per sempre e non contare nulla per nessuno?
Lui era tutto quello che avevo, oltre a mio fratello Dylan. Mia madre è morta quando avevo 5 anni. Mio padre non c'è mai a casa, è sempre a lavoro. Dylan non passa mai a trovarmi, è da una zia in Ohio, credo. Sono rimasto solo.."

Gli chiesi di suo fratello. Di come mai se ne fosse andato.
Lui non seppe darmi una risposta, e percepii quanto quell'argomento fosse il suo punto debole.
"Okay, facciamo cosi."

Circondai il suo collo con le braccia, feci peso e mi sedetti in braccio a lui.
Lo strinsi forte, in modo che sentisse che c'ero, anche per ricambiargli il favore dell'altra sera. Ma non riuscii a dirgli più niente, e lui neppure.

Rimanemmo così, fino alle cinque;
Io con la testa sulla sua spalla, lui con la testa sulla mia.
Le mani intrecciate.
I cuori sincronizzati.

I miss you - Cole SprouseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora