Capitolo 11.

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Mi svegliai con il tocco leggero delle sua dita tra i miei capelli. Lo faceva spesso quando era sovrappensiero. E io glielo lasciavo fare, adoravo quella sensazione.

"Ehi principessa" schiusi leggermente le palpebre. La prima cosa che vidi fu il sorriso di Cole, quel sorriso che mi aveva fatto innamorare per la prima volta in quel corridoio.
Quel sorriso che era sempre presente sul suo viso, che mi dava la speranza e la forza per andare avanti, sempre.

"Non dovevi lasciare l'ospedale?" Fece questa domanda con leggerezza, come se lasciare quella struttura e lui fosse semplice.

Gli spiegai quello che mi aveva detto il medico e lui si preoccupò parecchio.
"Stai tranquillo, non è contagioso" risi allegramente, ora appoggiata sul suo petto.

"Ora mi dici che ti è successo?"
Del resto i medici ancora non mi avevano detto niente. Cosi dal nulla era finito in reparto chirurgia, e nessuno mi aveva spiegato il motivo.

"Nulla...Non ti preoccupare" e mi diede un bacio sulla fronte.
Mi alzai di scatto.
"Cosa vuol dire nulla? Cole, non farmi preoccupare"
I suoi occhi cominciarono a tremare, qualche lacrima si formò vicino alle palpebre. "Cole..."

Cominciò a piangere. Era da quel giorno in sala d'attesa che non lo vedevo così. Mi disse che non sarebbe mai riuscito a vedere Parigi, che non avrebbe mai attraversato il deserto su un cammello. Che non sarebbe riuscito a giocare con i delfini in Australia, che non avrebbe mai portato i suoi figli al parco giochi.

Di scatto prese una cartina geografica dal cassetto, di quelle antiche, con la carta scolorita.
"Era di mio nonno, gliel'avevo promesso.."
Disse tra le lacrime. Non riusciva più a smettere, e io continuavo a non capire.

"Cole, certo che potrai fare queste cose. Quando usciremo da qui ci andremo insieme a Parigi, nel deserto, in Australia, dove ci pare. Non avremo freni. Ci saremo noi e nessun altro. Non abbiamo bisogno di altro, no?
Dai guardami, smettila di piangere ti prego"

Le lacrime cominciarono a scorrere anche sul mio viso, senza un percorso logico.
Un brivido mi percorse la colonna vertebrale.
Lo baciai perché non potevo resistergli, perché per me era troppo importante.

"Dimmi che ti succede" dissi sussurrando, la voce tremante.
"Possiamo affrontare tutto insieme, stai tranquillo" e gli diedi un bacio sulla mano, che era ancora intrecciata alla mia, inseparabile.

"Sto morendo Alison"
E lì sentii che il filo, il nostro filo, che fino a un minuto prima ci legava stretto, ora lo faceva un po' di meno.
E mi sentii debole, ma soprattutto impotente.

I miss you - Cole SprouseTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang