Capitolo 5

204 58 38
                                    

Non c'è niente di più bello dell'alba, a mio parere! Il cielo colorato, il cerchio giallo che esce dall'orizzonte e illumina tutto ciò che si trova davanti. In questo momento non ci sono nuvole, solo un cielo rosa e il sole contornato dai piccoli raggi. Riflette sull'acqua blu e fredda del lago, la meraviglia di questo momento mi mette i brividi. Due braccia forti e muscolose mi cingono il petto, riconosco la colonia di Dastan, ancora ben impressa sui suoi vestiti. 

  «Buongiorno Lex», mi dice in tono dolce. Io ricambio il saluto e fisso di nuovo lo sguardo sull'alba «Che si fa oggi?», mi chiede dopo qualche minuto di silenzio. 

  «Non lo so, abbiamo qualcosa in programma?», mi stacco dal suo corpo guardandomi in giro. Matt dorme dopo aver dato il cambio a Thomas e Connor russa leggermente mentre il venticello gli scosta i capelli. 

  «Non che io sappia», risponde Dastan mentre ci avviciniamo ai resti del fuoco di ieri notte «Hai ancora la pazza voglia di andare in giro a cercare Carlos con i suoi cagnolini?»

In mente mi tornano i pensieri di ieri, la chiacchierata con Connor sulla vita che ho di fronte a me. Sul futuro che sogno ma che non posso avere. D'istinto porto la mano sulla pistola incastrata nell'elastico dei miei pantaloni. E' questo il mio futuro. 

  «Sì, voglio trovare Carlos. O quanto meno consegnarmi ad uno dei suoi cagnolini affinché mi porti da lui.»  

  «Tu sei letteralmente uscita fuori di testa! Non batterà ciglio nel ucciderti», sospira torturandosi i capelli. 

  «Stammi vicino e scoprirai il mio piano», gli dico in tono serio. 

 «Ah quindi non vuoi suicidarti da sola! Necessiti della mia compagnia», stringe i denti poco convinto mentre io alzo gli occhi al cielo «Ma puoi contarci! Verrò con te dovunque.»

  «E' per questo che ti adoro così tanto», gli sorrido «Matt svegliali!»

Più tardi carichiamo la nostra roba sul mio furgone malandato. La cosa che Dastan mi ha sempre ripetuto è perché non mi sia mai comprata una auto nuova siccome ho così tanti soldi. La verità è che sono davvero affezionata al mio furgone, è una parte fondamentale del mio lavoro, quindi anche di me stessa. A me piace così com'è. Matt si mette alla guida mentre Thomas gli fa compagnia davanti. Io sono seduta dietro, con accanto Connor da un lato e Dastan dall'altro. 

  «Hai pensato a quello che ti ho detto ieri?»,  mi sussurra Connor per non farsi sentire dagli altri, ma Dastan ha sentito benissimo, infatti mi guarda come per chiedermi di cosa diavolo avessimo parlato ieri sera io e il castano. 

  «Non c'è niente a cui pensare»,  rispondo io. L'unica cosa che ho veramente capito dal discorso di ieri, è che non devo dare la caccia ai messicani, ma a mio padre stesso. 

  «Devo portarti in un posto, un giorno», dice con lo sguardo rivolto verso il finestrino. Accanto a me Dastan sbuffa «Noi due da soli, però.»

Quasi mi affogo con la mia stessa saliva mentre Dastan mi da qualche colpo sulla schiena «Dopo dobbiamo parlare. Noi due da soli, però» imita la voce di Connor e io scoppio a ridere. 

Matt parcheggia davanti il cimitero, gli dico che può prendersi il furgone per riaccompagnare gli altri a casa e di portarmelo indietro stasera ad una festa. Scendo dal furgone aprendo poi il cofano e tirando fuori la mia roba e quella di Connor. 

  «Perché lui è sceso?», prende parola Dastan guardandomi con lo sguardo corrucciato e un dito alzato per indicare il castano. Parla come se davanti a lui non ci fosse Connor. 

  «La mia bicicletta è a casa di Lex»,  risponde Connor irritato afferrando da terra il suo sacco a pelo. Si avvia verso il cimitero senza aspettarmi, chiaramente offeso dal comportamento di Dastan. 

  «Devi smetterla»,  ammonisco il mio amico «Mi sembra che lui non ti abbia fatto alcun male.»

  «Non mi fido di lui»,  stringe i denti. 

  «Io invece sì», non mi ero nemmeno resa conto di quello che avevo detto. Mi fido davvero di uno che conosco da tipo una settimana? E cosa più importante, da quando io mi fido delle persone? Anche Dastan sembra avermi letto nel pensiero, infatti chiude lo sportello del furgone senza dire niente. Matt parte subito, rimango improvvisamente sola, all'entrata del cimitero e con un sacco a pelo gettato sull'asfalto. Comincio a correre nella direzione della mia casa e trovo Connor parlare con qualcuno. Quel qualcuno è Damon, il fratello di Dastan. 

  «Lex!», viene verso di me con le braccia allargate «Com'è andato il campeggio?»

  «Non era un campeggio», rispondo brusca ancora scossa per prima. 

  «Ho fatto conoscenza con Connor», sorvola sul mio malumore continuando a sorridere. E' sempre stato così, allegro e felice, anche nei momenti più brutti e tristi. Ha gli stessi occhi blu di Dastan, forse più scuri, e la stessa espressione da ragazzo figo so-tutto-io. Ed entrambi hanno un gran cuore. Non a caso riescono a conquistare qualunque ragazza li si presenti sul cammino. 

 «Ci vediamo stasera, vero?», gli chiedo e lui annuisce subito, ritornando poi a pulire le varie lapidi. Mi incammino verso casa mia mentre Connor sta dietro, lo sento sospirare pesantemente di tanto in tanto. Intravedo la sua bici buttata in mezzo all'erba e poi la mia casetta di legno. 

  «Comunque se tra te e Dastan dovesse uscire fuori un discorso su di me, digli che la prossima volta gli rompo il culo se si permette di nuovo di ignorare la mia esistenza e di fulminarmi con lo sguardo non appena mi avvicino a te. E' una cosa che mi sta sugli coglioni», dice tutto d'un fiato mentre rialza la bici. Resto senza parole davanti al suo discorso impeccabile, sicuramente l'avrà preparato mentalmente durante il viaggio. Non riesco a trattenere un sorriso. 

  «Glielo dirò», rispondo incrociando le braccia al petto. 

  «Bene»,  sale sulla bici con il sacco a pelo legato sulle spalle, mi lancia un'occhiata seria e comincia a pedalare in avanti «Ci vediamo stasera!», urla subito dopo. 

Stasera? Chi diavolo l'ha invitato? Maledetto Damon! Non so se essere felice o arrabbiata. Decido che non me ne importa niente, anche se nel profondo del mio stomaco sento qualche farfalla agitare le ali per la prima volta. Merda!

Above the chaosWhere stories live. Discover now