Capitolo 4

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Heart's on fire tonight
Feel my bones ignite
Feels like war, war
We go together or we don't go down at all
No escape from the truth and the weight of it all
I am caught in the web of a lie
The desire of the people to whom I belong
At the end of the day you can tell me I'm wrong
'Cause you went to all of this trouble
We go together or we don't go down at all
Is this the end of us or just the means to start again?
( A love like War - All time low)

7 Novembre 2017
National City
Notte
DEO

Il piano della squadra, secondo le indicazioni di Mon-El li ha tenuti tutti occupati per i giorni successivi. Ogni ora che hanno passato a lavorare, non é sembrato altro che una perdita di tempo. Per le questioni minori, sono stati scomodati James e J'onn. Hanno contribuito tutti. Clark ha limitato i danni di Kara, anche se Mon-El ha cercato in tutti i modi possibili di evitare di arrivare alla sua idea di "arma di Kryptonite". Nulla é riuscito. Ha cercato di avvicinarsi e coccolarla, di farla ragionare, ma é stato tutto inutile. Forse avevano davvero ragione.
Lancia un'occhiata a J'onn, che tiene in mano una rete nera. Sembra normale, in effetti é stata costruita come tale...l'unica cosa che la rende diversa sono proprio le piccole capsule di Kryptonite incastonate tra un intreccio e l'altro della rete.
Una rete speciale, per una signorina speciale..

Sorride, dondolando i piedi nel vuoto. Ha preso quell'abitudine proprio in quei cinque giorni. Di solito con la legione saliva nel punto più alto della sua bolla temporale. Il cielo gli ricordava Kara, si immaginava di vederla sfrecciare qualche volta. Una capriola, un salto mortale e un "Mon-El! Vieni! Vieni a giocare con me!"

Eppure sapeva che non era possibile. Kara non poteva essere lì. A quel punto chiudeva gli occhi e sognava. Sognava di poterla sentire, il profumo dei capelli e il sapore delle labbra. Erano tutti quei piccoli dettagli che gli avevano permesso di sopravvivere. China la testa di lato, magari riesce a vederla...chi lo sa...
Mi dispiace amore mio...mi dispiace così tanto. Non avrei mai voluto arrivare a tanto, ma non so come altro permetterti di lasciarmi avvicinare,

Ha parlato davvero poco, in quei cinque giorni, raccontando più che altro quello che aveva imparato e soprattutto, dove aveva visto costruire una rete del genere. Esisteva una razza, nei meandri sperduti dell'universo, che reagiva nello stesso modo dei Kryptoniani, solo che l'unica differenza era una pietra diversa.
Non riesce a ricordare quale fosse. E dire che ne aveva costruite a migliaia di quelle reti. Forse ora non ha più importanza e lui non si aggrappa più a niente che non sia strettsmente rilevante alla sopravvivenza di Kara e del suo amore.
Il ricordo riaffiorato con i suoi genitori, nelle celle di Daxam lo aveva fatto riflettere parecchio. Aveva smesso di piangere in quel momento, solo per renderli orgogliosi, per smettere di avere paura. Lo aveva giurato a se stesso, che non ne avrebbe sofferto più. Era un principe, non poteva permetterselo.
Era stato così, che senza nemmeno accorgersene, era diventato proprio quella cosa che gli faceva paura. La freddezza.
Sospira, tirando la testa indietro. A volte gli sembra ancora che nel silenzio il tempo non passi.Un singolo momento bloccato tra un battito del cuore e l'altro. Forse anche il suo cuore era andato in pausa, nel momento in cui l'aveva lasciata. Non aveva mai provato a controllare, gli faceva troppo male il pensiero che ce ne fosse un altro che batteva a chilometri di distanza da lui.

Sembra tutto così tranquillo, in pace. Lo sa che é la quiete prima della tempesta, il suo corpo ha imparato prima di una battaglia ci sono quei momenti di stallo che precedono la follia. Viene concessa a tutti i guerrieri, ed é una cosa che adora. Sono momenti senza parole.
L'unico peccato é che quel momento finisce troppo presto. Si sente l'allarme che suona e rompe il suo momenti di pace.
-Il gioco é bello quando dura poco, eh?

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