-13 Devo dirti una cosa

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Quello era il secondo giorno del suo primo appuntamento.
Questa frase non ha molto senso, ma di solito nella normalità non arriva nessuna akuma a causa della quale devi rimandare tutti i tuoi programmi e sei costretta a stare con il tuo "ragazzo" mentre lui non sa chi sei. Ma tanto nella sua vita c'erano molte poche cose normali.
Comunque questa cosa dell'essere fidanzati ufficialmente, anche se era meglio che non lo dicesse a nessuno per la loro sicurezza, la continuava a tormentare. Si era ripromessa di chiederglielo quella sera.

Tutto era cominciato come al solito: aveva fatto tardi a scuola ( perché dopo il giorno precedente si era convinta che arrivare in anticipo non porta mai bene), Alya la aveva sottoposta ad un intenso interrogatorio e lei era sul punto di rivelare tutto, gli occhi di Adrien erano verdissimi e splendenti, la professoressa la aveva richiamata perché non stava seguendo la spiegazione per l'ennesima volta e la campanella era suonata come sempre alle 13:15.

Solo in quel momento mentre ripercorreva a mente la mattinata, si rese conto che lei e il biondo erano rimasti a guardarsi per più di dieci minuti. E lo avevano fatto come se fosse tutto completamente normale. Come se lo avessero già fatto mille volte.
Era una cosa davvero strana. Soprattutto perché ora era convinta più che mai di essere innamorata di Chat Noir.

Mentre pensava a lui stesa prona nel suo letto non poté fare a meno di chiedere a Tikki: «Cosa succederebbe se rivelassi chi sono a Chat?»
«COSA?» la kwami si bloccò di colpo.
Marinette ripensò a ciò che aveva osato dire: "Cosa succederebbe se rivelassi chi sono a Chat..." non ci poteva credere neanche lei. Si, qualche volta le era passato per la mente, ma non lo aveva mai detto a voce alta. Neanche quella volta lo avrebbe fatto se fosse riuscita a controllarsi.
«L-lascia stare»
Tikki però procedette imperterrita: «Sei curiosa di come potrebbe reagire?»
«Più che altro spaventata»
«Perché? È innamorato di te sia nei panni di Marinette sia in quelli di Ladybug»
«Forse non ama più Ladybug. Io non gli ho dato modo di farlo... ho sempre fermato tutte le sue avances»
«Ti prego, ora non sentirti in colpa. Hai sempre fatto quello che ti sentivi di fare e credevi fosse meglio per entrambi. Non esiste nessuno migliore di te Marinette»
«Grazie Tikki»
«Però se glielo vuoi dire prima pensa agli svantaggi e ricordati che non potrai più tornare indietro. Qualcun altro saprà che Ladybug sei tu»
«Hai ragione. Non glielo devo dire per nessun motivo» affermò la corvina poco convita.
«Non intendevo dire questo...» sussurrò la kwami.

La conversazione si concluse là, perché erano già le sei del pomeriggio e la ragazza doveva ancora prepararsi.
Aveva già finito i compiti per il giorno dopo e convinto sua mamma che non stava molto bene, quindi non sarebbe scesa a mangiare.
Si fece una doccia e si pettinò alla solita maniera: due codine fissate con due sottili elastici rossi che le incorniciavano il viso.
Optò per un trucco molto leggero che le illuminasse lo sguardo e le labbra.
Doveva ancora scegliere come vestirsi quando guardò l'orologio: erano già le sette e mezza! Chat sarebbe arrivato da un momento all'altro... beato lui che non doveva prepararsi e gli bastava trasformarsi.

Prese velocemente una coperta, se la mise sulle spalle e andò a dare la buonanotte ai suoi genitori fingendo di stare male.
«Sicura di sentirti bene?»
«Si certo mamma. Ora prendo una pastiglia e vado a letto. Vedrai che per domani sarò già guarita»
«Va bene. Buonanotte tesoro»
«Buonanotte. Buonanotte papà»
Salì le scale lentamente per non far saltare la sua copertura, ma appena entrata in camera esclamò: «Ed ora cosa mi mettoooo?!?!»
Fortunatamente la kwami uscì prontamente dall'armadio con dei vestiti: una graziosa gonnellina rosa abbinata con una maglia bianca e una giacchetta azzurra
«Sei la mia salvatrice!» disse la corvina con un sorriso a trentadue denti.
Si vestì come un fulmine e si diede un'ultima sistemata. Il colore della giacchetta si intonava perfettamente ai suoi occhi.

Fece appena in tempo ad uscire sulla terrazza che Chat le apparve davanti.
«Eccomi principessa! Sono in ritardo?» disse lui avvicinandosi per baciarla.
«Certo che no»
«Pronta per il nostro primo appuntamento?»
Ovviamente non era "pronta" ma non pensava ad altro da giorni.
«Si, prendo la borsa» rispose e tornò un attimo dentro casa.

«Ho paura Tikki» sussurrò.
«Forza Marinette! Lo sappiamo entrambe che non desideri altro»
«È vero... ma se goffa come sono combinassi un disastro?»
«Tranquilla, Chat ti conosce abbastanza da sapere già che sei un po' goffa»
La corvina non sapeva come ribattere, in fondo quell'esserino aveva ragione.
«Su, entra qua dentro» disse indicandole la borsa e tornò dal suo gatto.

Quando lo vide sorriderle le torno quell'idea che da giorni girava per la sua testa.
Sapeva che non avrebbe dovuto dire niente, ne aveva parlato anche con Tikki quel pomeriggio, ma non poteva farne a meno.
Forse perché cominciava a stancarsi della sua vita leggermente monotona. L'unica cosa che aspettava per tutto il giorno era rivedere alla sera il suo gattino e, se ne avesse avuto il coraggio, probabilmente avrebbe potuto rimediare.
C'era bisogno di un cambiamento drastico.

Non lo aveva programmato. In realtà ogni cosa con Chat non era stata programmata, o voluta, o desiderata. Succedeva e basta.

Così lo guardò attentamente con una faccia molto seria e senza quasi accorgersene disse: «Devo dirti una cosa».

Are you really you? Miraculous Ladybug Chat NoirTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang