6. I'm fine

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(Mercoledì)

Era l'alba.

Il sole si rivelava poco a poco.

Giorgio si sentiva già meglio, seduto su quel davanzale di marmo spense l'ultima sigaretta e la lanciò nel portacenere. La sigaretta spenta rotolò sopra gli altri mozziconi e scivolò fuori dal portacenere pieno zeppo di tutti i pensieri bruciati quella notte.

Aspettò che il sole fu sorto e poi si sdraiò finalmente nel letto e chiuse gli occhi, deciso a dormire.

Intanto qualche isolato più avanti, in una villetta poco più piccola Giulio stava scrivendo su un logore diario nero.

Lisa, dall'altra parte del piccolo paesino invece stava sdraiata supina con gli occhi rivolti verso il soffitto di legno, guardava le stelline fluorescenti attaccate da lei e suo fratello quando erano piccoli.

Tornò con la mente a dieci anni prima e si lasciò avvolgere dai ricordi.

《Stefa, i mostri si nascondono nel buio?》 Chiese lei aggrappandosi al maglione nuovo di suo fratello.

《Non lo so Lisy, ma non devi avere paura》 le rispose da buon fratello maggiore qual era.

Un tonfo ruppe il silenzio e i due bambini sobbalzarono.

Le voci divennero alte e stridule, i loro genitori stavano litigando.

《Sono solo mamma e papàaffermò Stefano cercando di calmare la sorellina.

《Voglio dormire con la luce accesa》 disse la piccola.

《Okay Lisy, ma sarà l'ultima notte》

L'indomani il bambino si presentò con le stelline fluorescenti. Aveva speso tutti i soldi che gli aveva dato la zia.

Stefano fece salire la sorellina sulle sue spalle mentre era in piedi sul letto.

Erano troppo piccoli per portare la scala al secondo piano.

La Lisa del presente chiuse gli occhi umidi e stanchi.

《No!》 L'urlo straziante di una madre disperata.

《Il mio bambino no!》 La voce spezzata dai singhiozzi.

A Lisa si gelò il sangue.

Scese le scale piano. Sua zia teneva stretta al petto la sorella che si dimenava strillando e piangendo.

《Dovevi prenderti cura di lui!》

La zia non faceva altro che ripetere che le dispiaceva.

Iniziò a respirare con fatica.

Gli occhi stracolmi di lacrime.

Si fece piccola piccola su quel letto.

Il cadavere steso sul lettino.

Si strinse i capelli fra le mani.

"Cosa hai intenzione di indossare per il funerale?"

"Non ci vengo al funerale"

"Si che ci verrai invece! È tuo fratello!"

"Non vengo ho detto!"

"Lui sarebbe venuto al tuo"

Lisa avrebbe preferito che fosse andata proprio in quel modo. Avrebbe preferito essere lei quella morta.

DESTROYED » Giorgio Ferrario Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora