8. Hug

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Giovedì, come accordato il giorno prima, Leo richiamò Lisa per parlare un po'.

I due decisero che per le vacanze di Natale Leo e l'amico avrebbero dormito nella stanza con Lisa perché adesso erano troppo grandi per dormire tutti sul divano come facevano quando c'era anche Stefano e passavano la notte a guardare film dell'orrore. Leo avrebbe dormito nel letto di Stefano e Diego nel letto che si tirava fuori come un cassetto da quello di Stefano. Anche il letto di Lisa aveva un altro letto che si tirava fuori come un cassetto ma quello era mezzo rotto. Lo è sempre stato fin da quando i genitori lo avevano comprato. Però i corrieri non sono più tornati a cambiarlo.

《Ora devo andare a fare la doccia, ci vediamo sabato》 disse Lisa mentre si sganciava i jeans neri nel bagno di casa sua.

《Come mai tutta questa fretta?》 Chiese Leo curioso. Di solito parlavano per più tempo.

《Devo fare una cosa importante》 disse Lisa sorridendo.

Voleva andare in centro a Latina e comprare qualcosa per Leo dato che si avvicinava il Natale. O forse era solo una scusa per incontrare Giulio e Giorgio, che, come aveva sentito quella mattina mentre i due parlavano tra loro, sarebbero andati in centro per comprare l'erba. Poteva essere un occasione per trovare un nuovo pusher che magari non sarebbe scomparso da un giorno all'altro.

《Del tipo?》 Gli chiese Leo malizioso. Sentì subito che c'era una nota di felicità nella voce angelica di Lisa.

《Nulla》 rispose sorridendo. Le piaceva il fatto che Leo la conoscesse così bene.

《Se, certo. Chi è il fortunato? Guarda che sono geloso》

Lisa scoppiò a ridere pensando a lei e Giorgio come coppia. Lo trovava ridicolo "Io e lui? Non esiste." Pensò.

《Ma che dici?! Nessuno》 rispose mettendo il vivavoce e appoggiando il cellulare sul lavandino per potersi togliere la felpa.

《Lo sai che non puoi mentire a me, vero?》 Disse Leo ridacchiando.

《E va bene. Praticamente c'è uno che è un po' strano. Poi è sempre disponibile e cerca di aiutarmi a volte. Ma non mi piace e io non piaccio a lui. Tra noi non c'è nulla》 disse Lisa finalmente.

《Sabato me lo presenti》 disse. Poi la voce di sua madre lo interruppe invitandolo a muoversi perchè era pronto il pranzo. 《Devo andare, ciao Isa》

《Ciao scemo》 disse per poi lasciare che attaccasse lui.

《Spero che scherzi》 disse Lisa parlando a se stessa. Non gli avrebbe presentato Giorgio. Anche perché neanche lei sapeva parecchio di lui.

Si slacciò il reggiseno e si tolse le mutandine evitando di guardarsi allo specchio.

Non si piaceva.

Prese il cellulare e mise Wish you were here dei Pink Floyd.

Poi si immerse nella vasca che aveva riempito d'acqua calda e sapone.

Si appoggiò e chiuse gli occhi lasciandosi cullare dalla melodia.

Intanto Giorgio stava mangiando un piatto di pasta asciutta mentre sua madre gli faceva un casino di domande.

《Come ti trovi con la classe? E i professori?》

《Bene》 rispose stranamente paziente.

《Ci sono ragazze carine?》

Pensò a Lisa. Aveva proprio voglia di vederla.《Si》

La madre avrebbe preferito un no. Temeva per loro. Sapeva che il figlio non sapeva amare. Sapeva solo sfruttare e umiliare.

Giorgio immaginava quello che la madre stava pensando.

《Stasera non ci sono a cena》 disse per cambiare argomento.

《Dove vai?》 Chiese subito la madre.

《Che ti importa》 disse infilzando con la forchetta le tre penne al sugo che erano rimaste nel piatto.

《Sono tua madre! Mi importa per forza di te!》 Rispose con gli occhi lucidi.

Giorgio ingoiò l'ultimo boccone e si alzò da tavola. Lasciò il discorso in sospeso.

Si fece una doccia e si vestì con panni puliti.

Lisa era appena uscita dalla vasca e si stava asciugando i capelli.

Dopodiché si vestì e andò al parco. Qualcuno l'aveva preceduta.

Avevano un tempismo perfetto quei due.

Si avvicinò alla solita panchina e si lamentò scherzosamente 《Ultimamente mi sei sempre fra i piedi》

Lui ghignò lasciando che il fumo gli uscisse dalle narici.

《Come se ti desse fastidio》 rise lanciandole un occhiata di sfida.

Giorgio notò che quel giorno Lisa aveva messo un attenzione in più per prepararsi.

Lei sorrise in imbarazzo.

《Dove devi andare?》 Le chiese mentre si sedeva ad un metro di distanza da lui.

《A Latina. Devo comprare un regalo》 rispose cercando le sigarette.

《Per me?》 Scherzò.

Lisa stiede al gioco《Certo》

《Pure io ci devo andare con Giulio. Mi porta da uno che ha le piante. Vuoi venire dopo che hai comprato il regalo? Così te ne faccio uno anch'io》

Non aspettava altro, ma non lo dimostrò. Fece finta di pensarci. Poi domandò 《A che ore pensate di rientrare?》

《Ceniamo fuori, non lo so. Si prende il primo bus dopo che abbiamo mangiato》 disse per poi rendersi conto che aveva fatto una stronzata.

Lisa si irrigidì. 《Ah, allora è meglio che torno a casa dopo aver comprato il regalo, mi sono appena ricordata di avere un impegno》

Giorgio le chiese una cosa che nessuno le aveva mai chiesto prima d'ora:《Perché non mangi?》

Lisa abbassò lo sguardo 《Mangio invece》 rispose.

Giorgio si alzò e disse con un tono misto di preoccupazione e rabbia 《Ma chi vuoi prendere per il culo?》

Lisa alzò lo sguardo incrociando quello severo di Giorgio. Le venne da piangere.

Lisa si alzò in modo da essere quasi alla sua stessa altezza per guardarlo bene《E tu chi sei per farmi la parte a culo e obbligarmi a mangiare una pizza del cazzo? Nessuno! -una lacrima le rigò il volto e ripeté ancora- Non sei nessuno!》

Giorgio nei suoi occhi ci vedeva tutta la sofferenza che provava. Il grigio delle iridi era denso e misto a sfumature più scure, come delle ombre. Chiedevano aiuto.

Lei si asciugò subito la lacrima e prese lo zaino per andarsene ma Giorgio la afferrò per il polso e la abbracció.

Lisa si irrigidì e non ricambió l'abbraccio. Rimase immobile con gli occhi spalancati. Fortunatamente lui non poteva vederla perché i capelli le coprivano il viso.

Lui respirò sopra la testa della ragazza l'odore di shampoo alla vaniglia e gli piacque tanto che quando si divisero lui avrebbe voluto baciarla e passarle la mano tra i capelli spingendole la nuca contro la sua faccia in modo che non potesse staccarsi. Però riuscì a controllarsi. Gli venne in mente il viso familiare del suo migliore amico. Pensò che forse lo stava guardando da lassù.

《Hai ragione. Non sono nessuno》 sussurrò.

DESTROYED » Giorgio Ferrario Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora