Capitolo 16

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La confusione si crea sempre all'interno di una illusione.

Steven Redhead 




Vivere a sensazioni è così strano. Piacevolmente strano. 

E' tutto nuovo e non ho aspettative al riguardo se non per il fatto che per una volta mi sento di nuovo la vecchia Mia. Quella ragazza solare che esce fuori con un amico per andare a studiare.

Harry è un mio amico? Suona strano. Non posso nemmeno considerarlo un conoscente perché mi è stato troppo vicino, anche solo per pochi giorni. Lui non sa niente di me e io so poco di lui, eppure mi sembra di conoscerlo da tanto tempo. Non so nemmeno perché mi serva per forza una categoria da affibbiargli. Vivi il momento Mia, tutto accade lentamente e per una ragione, diceva mio nonno. E' quello che sto cercando di fare ma stranamente mi serve voler sapere il perché delle cose, ora più che mai. 

L'aria fresca mi sfiora la pelle e non vedo l'ora di arrivare lì. Quel posto mi dà tanta energia positiva. Posso immaginare tutto senza paura di sbagliarmi. La sensazione che provo riesco a dipingerla nella mia testa senza poter davvero vedere. 

Attraversiamo il piccolo sentiero finché non sento il cinguettio degli uccelli, l'eco di un lungo e assoluto silenzio. L'aria più fresca e pulita. 

"Adori questo posto, vero?" Chiede Harry.

"Lo amo." Annuisco, facendo dei profondi respiri. 

Mi godo ogni secondo di questo silenzio e mi siedo sull'erba un po' umidiccia. Non fa freddo ma è molto fresco da farmi venire la pelle d'oca. 

Sento Harry sedersi di fronte a me e buttare un libro proprio davanti a lui. Sfoglia le pagine e sbuffa facendomi sorridere. 

"Ti sei già stancato aprendo solamente il libro?" Ridacchio, incrociando le gambe. 

"Non si capisce niente da questo libro, fidati. Sei fortunata che prendi appunti con quell'apparecchio." 

"Puoi sentire cosa dice l'insegnante e prendere appunti, è una tua scelta non stare attento." Ribatto. 

"Grazie del consiglio, secchiona." Mi deride con fare scherzoso. 

Lo ignoro, tirando fuori il mio registratore e premo play per ascoltare. 

"La sua voce è così insopportabile." Commenta Harry.

Lo colpisco sul braccio c'entrando perfettamente ed  evitando di fare figure di merda. Un sorriso si fa spazio sul mio viso ma non voglio ridere. 

Ha ragione, la sua voce è davvero fastidiosa ma non voglio dargli modo di iniziare una conversazione e distrarci dallo studio. Ci tengo ai miei voti e dare sempre il massimo in tutto; direi che questa è una delle cose che non sono riuscita a cambiare di me. 

Harry si lamenta ogni secondo commentando che a volte non si capiscono nemmeno le sue spiegazioni, ma per il semplice fatto che a volte viene interrotta da domande fatte dai miei compagni e quindi passa da un discorso all'altro. 

"Harry, non è difficile. Fai finta di essere in una sua classe e prendi appunti." 

"Non ho voglia." Sbuffa, facendomi alzare gli occhi al cielo. 

Cerco di riformulare a parole mie il suo discorso e ho una convinta sensazione che mi stia fissando. Non che non sia normale essere guardati mentre una persona ti sta parlando ma il suo sguardo mi brucia addosso. 

"Non fissarmi, sei inquietante." 

"Non sto fissando." Ridacchia, avvicinandosi.

"E invece sì, lo stai facendo." 

FadedWhere stories live. Discover now