Capitolo 17

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I colori, come i lineamenti, seguono i cambiamenti delle emozioni.

Pablo Picasso




Sobbalzo dallo spavento e mi metto dritta. 

Apro la porta-finestra dando per scontato che sia lui. Sono un po' nervosa ad essere sincera.

"Non dovresti aprire senza chiedere chi è." Afferma Harry con tono preoccupato. 

"Non poteva essere nessun'altro." Rispondo tranquillamente. 

"No, non lo puoi sapere." Insiste facendomi sospirare. 

"Ti serve qualcosa?" Cambio argomento.

Sta in silenzio per svariati secondi ma poi inizia a tentennare. "Ti va se andiamo a scuola insieme domani?" 

La sua proposta mi lascia spiazzata. Non capisco assolutamente niente di questo ragazzo. Fino a qualche oretta fa ha iniziato a rispondermi in modo freddo quando prima di ciò era molto carino con me. Il suo umore cambia velocemente e questo mi fa impazzire. 

"Sav mi accompagna tutte le mattine." Lo avviso un po' titubante. 

"Non posso unirmi a voi?" Domanda. 

Alzo le spalle. "Certo." 

Dentro di me vorrei mandarlo a quel paese e chiedergli cosa ha che non va. Mi fa infuriare non sapere le sue mosse, la causa delle sue azioni e io non posso fare altro che seguire la sua onda perché non posso incazzarmi con lui. Sembrerei una pazza psicopatica che ha bisogno di sapere tutto. 

"Ci vediamo domani allora." Si avvicina per lasciarmi un bacio sulla guancia. 

Annuisco e lui si allontana. 

"Ah Mia!" Mi chiama facendomi voltare. "La prossima volta assicurati che sia io prima di aprire la finestra." 

Annuisco di nuovo e  chiude la porta-finestra dietro di sé. 

Resto in piedi cercando di mettere in ordine tutti i pensieri insieme ma senza risultato. 

Spero di dormirci su e dimenticare completamente di questa giornata. 

Il giorno successivo mi alzo prestissimo con l'intenzione mirata di parlare con mio padre prima che se ne vada a lavoro. Mi lavo e mi vesto velocemente. Quando mi pettino i capelli mi rendo conto ora di quanto siano tanto lunghi. 

Prendo le mie cose e scendo con cautela le scale. Arthur si avvicina a me quasi correndo e inizia ad abbaiare. Lo accarezzo dandogli il buongiorno e mi scanso quando prova a leccarmi. Purtroppo non mi piace. 

"Come mai sveglia così presto?" Sento la voce di mio padre. 

Faccio un respiro lungo e mi alzo. "Volevo parlarti." Inizio dicendo. 

"Anch'io." Risponde avvicinandosi per prendermi la mano. 

Mi accompagna verso il tavolo e mi fa sedere. 

"Mi dispiace per come mi sono comportata." Inizio. Mi sembra stupido e infantile tenerci il muso e per come siamo fatti sia io che mio padre, qualcuno di noi doveva rompere il ghiaccio. 

"Dispiace anche me." Prende parola. "A volte ho solo tanto paura che tu ti stia trasformando in un'altra persona." Ammette. 

Scuoto la testa. "Sai già che non sarò mai la stessa di prima." 

"Lo so, ma sono tuo padre e mi fa male vederti così. "

Cerco di parlare ma lui mi interrompe. "Non voglio che ti succeda niente e non desidero altro se non la tua felicità." 

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⏰ Last updated: May 25, 2018 ⏰

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