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Dalla terrazza, la vista sull'Oceano era splendida. Julie però era indifferente a quel panorama, a quella brezza. Sorseggiava il suo succo di frutta mentre fissava il vuoto. Non poteva credere che Leon avesse ricominciato a bere, così, come se niente fosse. Un mese di riunioni con gli alcolisti anonimi buttato via. Ora dovevano ricominciare di nuovo da capo, con la consapevolezza che sarebbe stato ancora più difficile.

«Julie Anderson?»

Julie alzò gli occhi e vide Greg Arberg.

«Greg! Non pensavo di vederti stasera.» mentì.

«Non so perché continuo a prendere parte a questo genere di feste. Sono piene di snob, specie che evito volentieri.» le disse zoppicando verso di lei, «E così, ecco la ragazzina che mi ha respinto davanti a tutta la sua scuola.»

Il suo accento era diverso, influenzato dai tanti anni passati a studiare in Inghilterra.

«Te lo sei meritato.»

«Mi hanno detto che vuoi diventare detective alla Omicidi.»

Julie sorrise, «Hai chiesto in giro di me?»

Lui ricambiò il sorriso e si accese una sigaretta. Julie lo osservò, la natura era stata generosa con Greg Arberg, anche se la vita non lo era stata altrettanto. Aveva qualche ruga in più rispetto all'ultima volta che l'aveva visto, ma rimaneva uno degli uomini più affascinanti con cui avesse mai avuto a che fare.

«Cosa ci fai qua fuori da sola? Il divertimento è all'interno.»

Julie alzò lo sguardo e vide un ragazzo che le sorrise. Sapeva chi era, Greg Arberg. L'anno prima Leslie e le sue amiche si erano prese una cotta per lui e per suo fratello Scott e ne avevano parlato per giorni, come se avessero conosciuto i cantanti del loro gruppo musicale preferito.

«Ciao.» fece Greg.

Julie lo fissò senza dir niente. Quasi non ci credeva che le stesse rivolgendo la parola.

«Posso presentarmi o vuoi che rimaniamo qua a fissarci?» fece lui dopo un po'.

Julie arrossì e distolse lo sguardo, «Scusa, solo che... so già chi sei.»

«Non sapevo di essere famoso. Posso sedermi?»

«Sì, certo. Io sono Julie, comunque.»

Il ragazzo le si sedette accanto, Julie notò che zoppicava.

Greg se ne accorse, «Incidente ad Aspen.» disse toccandosi la gamba.

Aveva scelto di essere sincero. La maggior parte delle volte raccontava di essere nato così, con una gamba più corta. Era più facile, la gente non faceva quasi mai domande. Non doveva parlare dell'incidente, di Scotty, delle condizioni di suo fratello, dei suoi progressi pressoché nulli.

«Io non ho mai sciato.» si limitò a ribattere lei, senza chiedere niente dell'incidente. Forse aveva capito che era un argomento delicato o forse aveva già i suoi problemi a cui pensare.

«Non ti perdi nulla, credimi. A me non è mai piaciuto, mio padre però è sempre stato un patito della montagna.» si massaggiò l'anca, «E guarda cos'ha ottenuto.»

«Sono sicura che non voleva che finisse in questo modo.»

«Ha rovinato la mia vita.»

«Ora tu sei qui davanti a me e la tua vita non mi sembra poi così rovinata.»

Solo qualche giorno più tardi Ray le raccontò dell'incidente sciistico di cui erano state vittime Greg e suo fratello. Greg, rompendosi la gamba, era stato il più fortunato, mentre Scott aveva riportato lesioni cerebrali permanenti.

Devil BayWhere stories live. Discover now