3.

44 3 1
                                    

Eternity_Hook

La platea si alzò in piedi commossa, reduce di quella strabiliante esibizione, che aveva scatenato in ogni spettatore una reazione diversa.

Il giovane pianista si allontanò dalla sua postazione per potersi avvicinare al bordo del palco, ricevendo così i meritati applausi e complimenti da parte del pubblico, che ancora estasiato dalla performance, non la smetteva di adularlo.
Il ragazzo salutò con un lieve inchino gli ospiti e si recò a passo svelto verso le quinte del palcoscenico.

Il suo volto, per tutta l'esibizione non aveva assunto alcuna espressione, nessuna delle sue emozioni aveva mai avuto l'occasione di mostrarsi, essendo tutte celate all'ombra di una maschera d'indifferenza.

Ciò però, non stava a significare che realmente non provasse nulla.

Quando suonava, nel momento in cui avvicinava le punte delle proprie dita a quei piccoli tasti bianchi e neri, si creavano all'interno del musicista, migliaia di emozioni, talvolta contrastanti, in grado di permettere al ragazzo di esprimere al meglio il brano scelto. Era infatti il brano stesso a scaturire nel cuore di chi ascoltava le emozioni desiderate, poiché collegate ad un ricordo o un esperienza vissuta.
Il moro ne era perfettamente consapevole , e sfruttava questa sua conoscienza ad ogni suo concerto.
Purtroppo non era stato in grado di entrare nel cuore di tutti, e questo lo turbava particolarmente.
O meglio, una volta era riuscito a trasmettere le sensazioni che desiderava, facendo scorrere dagli occhi del diretto interessato fiotti di lacrime di tristezza, ma sfortunatamente quelle lacrime erano rivolte a qualcuno che non era lui.

L'eco dei suoi passi s'interruppe non appena raggiunse la tanto agognata meta: il suo camerino privato.
Finalmente avrebbe riposato qualche minuto prima di doversi dedicare ai suoi compiti da artista, i quali impegnavano quasi la maggior parte delle sue giornate, ma ciò non lo disturbava eccessivamente.

Avvicinò la mano destra alla maniglia con insolita lentezza, forse per godersi quella piacevole quiete che si era creata nel corridoio, ma ritrasse improvvisamente l'arto, avendo udito qualcosa di strano.

Dei rumori provenienti dall'interno della stanza dall'altra parte della porta distruggevano la calma circostante.

Pareva come un lamento, al giovane quasi sembrò di udire un singhiozzo.

Ma cosa poteva essere.

Il mezzo corvino insospettito, decise di restare sulla difensiava, reduce della recente battaglia contro il vampiro Tsubaki.
Ovviamente, alcun dubbio aveva raggiunto la sua mente di una possibile sconfitta, insomma, egli era perfetto, altrimenti non si sarebbe autoproclamato "angel".

Decise allora di tentare un'entrata di scena, sarebbe stato il suo turno di sorprendere l'avversario e non il contrario.

Con un calcio ben assestato, grazie soprattutto ai suoi speciali stivaletti neri, sfondò la porta in un colpo solo, scatenando un enorme frastuono e creando il caos più totale all'interno della stanza.

Il moro vi entrò con sicurezza e in volto dipinta un'espressione spavalda, ma che mutò subito alla vista si ciò che lo attendeva all'interno di quel camerino.

Nessuna traccia di vampiri, sottoposti o altro, o meglio non vi era presente nessuna figura ostile o minacciosa che potesse produrre tali suoni.

Il solo ed unico responsabile era un piccolo animaletto parlante e dal sonno incredibilmente profondo se ancora stava dormendo nonostante il tonfo prodotto dalla porta, schiantatasi contro la parete opposta.

Lawless stava beatamente sonnecchiando in cima ad un imponente divano rosso cremisi, posto in un angolo dell'enorme stanza adibita a camerino.

Non era eccessivamente grande, ma per l'utilizzo per la quale veniva sfruttata era decisamente troppo, anche per quel giovane pianista dalle doti strordinarie.

S. O. S. Y. C. ~Eternity_Hook Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora