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Eternity_Hook

Ship: Tsukishima Kei x Yamaguchi Tadashi.

Caratteri: invertiti


Il giovane si svegliò di malavoglia, quasi costretto a sollevare le palpebre stanche dopo una lunga notte passata a tentare di chiudere occhio. Affermare di aver dormito sarebbe stata una parola anche fin troppo grossa considerate le poche ore nelle quali era realmente riuscito a riposare.

Era da giorni che si ritrovava segregato in quel luogo sperduto e condannato ad un inverno perenne. Il freddo ogni tanto era percepibile anche sotto quegli innumerevoli strati di abiti pomposi ed imbottiti che si era ritrovato ad indossare il giorno stesso del suo arrivo.

Il fuoco acceso nella stanza adiacente alla propria, sfrigolava rumorosamente, generando tuttavia un suono, a detta del biondo, piacevole e rilassante, uno di quei pochi che sono in grado di spezzare il silenzio circostante e creare una dolce colonna sonora.
Era esattamente in momenti come quelli, che poteva concedersi qualche momento per pensare.
Non a qualcosa in particolare, semplicemente ad eventi o frivolezze, capitategli in quei bizzarri giorni all'interno di quel lugubre ma accogliente castello.

A quel pensiero, il ragazzo allungò pigramente un braccio in direzione del piccolo e basso comodino intagliato, a lato del lettone, deciso ad aprirne il cassetto.
Una volta fatto ciò, ne tirò fuori un sottile, ma splendidamente decorato, taccuino verde opaco, il quale si era sempre portato ovunque, anche quando ancora viveva la sua tranquilla vita al piccolo villaggio nella radura.

Come gli mancava il padre e la sua compagnia, sentiva l'estremo bisogno di poterci anche solo parlare per qualche minuto, gli sarebbe bastato.
Tuttavia non avrebbe potuto dire lo stesso degli altri compaesani, che parlottavano alle sue spalle e continuavano a giudicarlo, unicamente per il suo comportamento, che era differente da ogni altro residente.
Lui era appassionato della lettura, da sempre era stato ritenuto un ragazzo davvero intelligente. Era considerato diverso, per il semplice fatto che gli piacesse fare lunghe passeggiate per il bosco e per la sua fragilità. Nonostante fosse un uomo infatti, aveva davvero un indole docile e pacata, un giovane dal carattere insicuro, quasi come quello di una fanciulla. Ma ciò che lo distingueva dagli altri era la grande determinazione della quale era dotato, non esisteva la parola "arrendersi" nel suo ricco vocabolario.
Forse era per quel motivo che ora si ritrovava rinchiuso in un castello.

Il biondo scosse lievemente il capo per tornare alla realtà, e scacciati i brutti ricordi, il proprietario del piccolo libricino si decise ad aprirlo, afferrando dal medesimo cassetto una matita, così che all'occorrenza avrebbe potuto scrivere ciò di cui aveva bisogno.
Era dall'inizio della settimana che aveva iniziato ad appuntare su quel piccolo taccuino ogni cosa gli accadesse, annotando ogni singola caratteristica che riusciva a cogliere sugli abitanti di quel luogo, sostituendo quasi il diario che era solito scrivere quando ancora viveva nella sua capanna giù in paese.

Il ragazzo prese a sfogliare le pagine da lui personalmente scritte e scarabocchiate, la sua attenzione slittava da un appunto all'altro, così che sarebbe riuscito a memorizzare ogni cosa.

"Sawamura Daichi.
È il pianoforte nella sala della musica al primo piano. Un'individo autoritario e rispettoso delle regole, quasi sembra mantentere il controllo e la calma ad ogni situazione, ma non perde certo l'occasione di riprendere qualcuno per  uno sbaglio. Quando ciò accade, è a dir poco inquietante l'espressione che va a crearsi sulla superficie dei tasti bianchi e neri che costituiscono lo strumento. Ha un ruolo decisamente importante.

Sugawara Koushi.
È una piccola teiera bianca, sempre pronta a servirti del te caldo e consolarti in ogni evenienza. Ha un approccio quasi materno con chiunque abbia a che fare, ed è molto legato ad una piccola tazzina che lo segue sempre. Vi è una forte amicizia a legare lui ed il pianista.

S. O. S. Y. C. ~Eternity_Hook Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt