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15 Ottobre, 2016.
Hey.
Ieri mi domandasti cosa avessi nascosto,
si notava, immagino.
Ti risposi che non nascondevo nulla, e ci hai creduto.
Come al solito,
non ricordavi niente
della sera precedente.
Ogni volta ci rimango male,
non mi ci abituerò mai.
Certe volte mi incazzo, sai?
Perché mi fai sempre illudere,
facendomi sperare che magari ricordi,
o, almeno,
mi confessi che mi ami.
Rendi me stesso così confuso,
incapace di pensare a nulla, quando la mia mente crea una matassa di domande scollegate e attorcigliate tra loro.
Vorrei urlarti di smetterla,
di non baciarmi più,
di dirmi che mi ami e basta,
di confessarmi cosa provi davvero.
Ma non riesco,
perchè a me in realtà piace.
È diventata una dipendenza.
Tu, sei per me, una droga, ormai.
Mi lasci assaporarti
solo quando hai voglia di uscire, di uscire fuori dagli schemi.
Ho fatto alcuni calcoli,
e ogni -circa-
ventisette/ventotto giorni,
vuoi uscire con me,
per ubriacarti.
Come il ciclo, arriva una volta ogni ventisette giorni.
Molto spesso, quando ti svegli dal tuo sonno da sbronzo,
mi chiedi cos'hai fatto in quella serata.
"Oh beh, mi hai baciato e hai provato a volermi scopare."
Limito a pronunciare le solite paroline -ormai "magiche"-
"Quello che fanno gli sbronzi."
Tralasciando tutto ciò:
ho paura che tu abbia letto
questo diario.
Provo a spiegare.
Non appena scendesti in salotto,
mi hai chiesto ciò che ho scritto ad inizio pagina,
ed eri preoccupato,
poiché mi avevi sentito piangere.
Ho usato la scusa del
"Tranquillo, non ho dormito molto."
Grande bugia, eh?
Infatti tu,
da migliore amico quale mi ritieni,
sapevi che c'era qualcosa che non andava.
Così hai insistito, e io mi sono innervosito.
Per la paura di non riuscire a trattenere tutto,
ero andato in bagno,
lasciando il diario,
sotto il cuscino del divano.
Appena tornato -dopo una lunga riflessione-,
il cuscino era poco sistemato,
messo in modo differente
da come l'avevo lasciato.
Tu eri seduto sulla sedia
in cucina,
massaggiandoti le tempie, immagino, doloranti.
Con molta fretta sfilai il quaderno un po' stropicciato da me,
correndo nella mia stanza,
dove prima, giacevi tu.
Lo posai nell'armadio,
sotto alcune felpone,
per poi tornare al piano di sotto.
Mi facesti un altro paio di domande solite dopo una serata da strafatti.
Devo dire che anche questa volta, le mie aspettative,
sono andate in frantumi lentamente.
Ma fa niente, oramai ci sono abituato.
Spero solo che tu non abbia
letto tutto ciò.

❝醉❞ 一 hunhan。Where stories live. Discover now