CAPITOLO 5

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Megan

-Avrei addirittura due opzioni? Sarebbe una comoda verità per una volta- ragionai.
-Se non fosse che una è peggiore dell'altra- ribattè infrangendo ogni mia speranza quella donna.
Quella sua aria autorevole era troppo simile a quella di mio padre, e mi riportava alla mente tutte le faccende passate.
-Vai con l'opzione uno...- ringhiai.

-Come prima cosa potresti procedere con la scelta più semplice.
Uccidere la creatura che porti in grembo per evitare ogni problema futuro-
-Problema? Non chiamarlo così.
Il vero problema siete voi che continuate ad intralciare le nostre vite. L'unico problema che ci affligge siete voi-
-Infatti personalmente avrei scartato questa opzione.
Hai totalmente ragione figlia mia-
Chiamarmi così non faceva che peggiorare la situazione. Da quei pochi minuti avevo capito che anche lei come Lucifero si ostinavano a rivolgersi a me con l'espressione "figlia mia".
Erano entrambi rivoltanti.
Tutto, fuorchè  genitori.
-La seconda però è forse ancor più terribile. Specialmente per la famiglia Anderson. Roland hai intuito qualcosa?- disse rivolgendosi al vampiro come se fosse un amico di vecchia data.
Per tutta risposta Roland la congelò con lo sguardo. Evidentemente non erano tanto amici come lei sperava.
Però alla fine si scaricò in un sospiro e prese a parlare.
-Se le mie paure sono fondate Lucifero ha avuto bisogno di qualcuno che operasse al suo posto, d'altronde l'ultimo colpo che gli abbiamo sferrato lo metterà a tacere ancora per un pó. Siccome non ha il potere di uscire dagli Inferi ha usufruito di quell'essere, la fusione tra Caino e Abele, per generare il suo nuovo erede, visto che Megan oramai non è più un Angelo della Morte-
-Allora perché non l'ha fatto nel suo Regno, dare vita a un successore sotto il suo diretto dominio?- gli domandai.
La faccenda sarebbe risultata molto più semplice al Re.
-E il sangue del suo erede dovrebbe essere contaminato da quello di uno sporco demone o mostro degli Inferi?
No, Lucifero vuole una stirpe pura.
Potente. Ecco perchè ha scelto proprio te. Niente di meglio dell'Unione dei due Regni. Questo bambino possiederà entrambi.
Sarà il capolavoro assoluto!- capì il vampiro.
-Beh non fa una grinza...- sospirò Hanna che analizzava tutto con gli occhi di una cacciatrice.
-Ma il punto è: perchè Lucifero si è dato un gran da fare per dare alla luce un erede che non può andare a riprendere e portare con sè nel suo Regno?- Roland ormai ragionava a voce alta e basta. Parlava con sè stesso  e cercava forse di convincersi che quello che stava per dire fosse in qualche maniera confutabile.
Improvvisamente il suo sguardo si rabbuiò, o quanto meno più del solito.
-Come pensavo...- sussurró a mescella serrata.
-Ha bisogno di qualcuno che lo riporti indietro e quel qualcuno non può essere quel tizio a metà, perchè nessuno possiede una parte buona-
-Allora non rappresenta un peri...- Roland mi bloccò subito continuando il suo ragionamento ad alta voce e con sempre più preoccupazione nascosta in ogni sillaba.
-A meno che... qualcuno non abbia, come dire... soggiogato quella parte per farla rimanere assopita e incapace di opporsi-
Allora mi parve chiaro come un sorgente d'acqua.
-È vero! La sera in cui ho sbattuto la testa ci ho parlato. A dire la verità non è stata una conversazione granché lunga ma è riuscito a dirmi qualcosa.
Per esattezza che non poteva aiutarmi!- ricordai come in un flash offuscato dal ghiaccio e dal sangue.
-Merida, non dirmi che è lui.
Se tu sei tornata può significare solo questo!-
"Merida?! È questo il suo nome?!"
Mi rimase come cristallizzato nel cervello e da qualche parte lì dentro, questo cercò il posto in cui stanziarsi.
Era un tassello importante, il nome di mia madre, ma ovunque girasse nella mia mente non trovava spazio.
Per un pò di tempo allora riamase nel mio stomaco facendomi star male.
-Si è rifatto vivo- disse Merida.
-Non è possibile! Dopo l'ultima volta non dovrebbe neanche respirare, come può essere così potente e sopratutto ancora vivo!- urlò Roland.
Continuava ad urlare ma allo stesso tempo stava tremando come una foglia.
"Ha paura! Roland che ha paura?!
Ha affrontato il Re degli Inferi in persona e ora al solo pensiero di combattere questo nemico trema?! Non ci voglio nemmeno pensare!"
I suoi occhi spalancati si posarono sui figli, ma in particolar modo su Eric.
Al che lui non rimase come magnetizzato dalla disperazione del padre.
-Papà che succede?!- sbraitò James al vederli preoccuparsi così.
-È Xavior. È vivo!- riuscì solo a rispondergli.
Roland in quel momento aveva perso la lucidità.  So cosa significa quando i ricordi prendono il possesso del presente. Evidentemente questo Xavior rappresentava una fetta orribile del passato della famiglia Anderson, anche se James non aveva capito a chi si stessero riferendo.
Ma lui è Roland Anderson non può vacillare così. È il pilastro dell'intera squadra, è il mio pilastro.
Se lui aveva così tanta paura non ci restava che avere paura tutti quanti. Invece ero solo arrabbiata e confusa. E avevo giurata a me stessa che non mi sarei mai più sentita così frustrata. Non avrei mai più ceduto le redini della mia vita alla paura.
Per non parlare del fatto che oltre ogni ragionevole dubbio Roland conosceva bene Merida ma non si era mai preso il disturvo di accennarmene minimamente.
Avrei volentieri dato un pugno a qualcuno in quel momento. Per un momento ho desiderato che mio padre si materializzasse davanti a me così da potergli sferrare un gancio destro su quell'inutile faccia.
Ma meglio ancora in quel momento decisi di sferrarlo a quell'espressione tanto straniera sul viso del vampiro.
In un colpo gli ruppi il naso e uno schizzo di sangue volò per aria.
Non avrei dovuto esagerare così ma dovevo fermarlo in qualche modo.
In più con quel colpo mi ero proprio liberata di tutta la tensione.
Solo che ci era andato di mezzo il naso di Roland.
Il vampiro lo tenne stretto e barcollò all'indietro di qualche passo.
-Scusami. Ma non sembravi più tu.
Il nostro Roland è tornato?- gli chiesi pronta a sferrargliene un secondo se la risposta non fosse stata positiva.
Lui annui in una smorfia mentre il naso si rimetteva a posto da solo.
Feci finta di niente ma in realtà la mano mi faceva davvero malissimo. Dare un pugno a Roland è come cercare di sfondare con un pugno un muro di cemento.
Ma alla fine il risultato l'avevo ottenuto.
-Ora, cerca di rispondere senza dare di matto. Chi è questo famigerato Xavior?- domandai.
Si concentrò per non cadere nuovamente  nel panico.
-Eric te l'ha raccontato no? La sua trasformazione è dovuta ad un uomo nel corso della seconda guerra mondiale. Ricordi com'è andata a finire?-
"Ma non può essere vero..." cercai di convincermi, ma ormai era ovvio.
-L'uomo che ha soggiogato Eric e l'intero campo di battaglia per dar luogo quella strage, è Xavior.
Colui che adesso coopera con tuo padre, che ha soggiogato anche la parte buona del tizio a metà-

Eric balzò in piedi.
-Ma non lo avevi ucciso?!- ringhiò.
Ma non come sempre. Era più l'ultimo verso di aiuto di un animale accerchiato e messo alle strette.
-Credevo di si.
Invece non è andata come speravamo!-
Fuardai James.
Lui sembrava all'oscuro di tutto, infatti era sbalordito al pari di me.

La faccenda si metteva male.
La storia di Eric non era finita un granché bene.

-Ora- annunciò Merida prendendo nuovamente parola.
-La seconda opzione è scovarlo e ucciderlo, così una volta fuori combattimento, non sarà più in grado di mantere sotto il suo controllo Abele, che così si ribellerà a Caino e farà in modo che non porti il bambino  a Lucifero.
Allora scegli l'opzione B?

LOST WINGS: THE RESURRACTIONWhere stories live. Discover now