CAPITOLO 9

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Megan

-Un favore in cambio di un favore. Allora Hanna abbiamo un accordo?- disse Tia.
Era del tutto diversa da Hanna, come cacciatrice e come essere umano.
Tia era un soldato, ma da quanto il mio istinto mi diceva, era uno di quelli senza un'etica e una morale, un subordinato che agiva senza scrupoli.
Ma proprio per questo avrebbe agito in maniera più crudele e in questo momento ci serviva.
-Si- rispose Jimmy -Risponderemo al fuoco con il fuoco- aggiunse.
-Nessuno si stava rivolgendo a te, licantropo- lo sfidò Tia.
Prima che potesse rispondere presi la parola.
-Jimmy ha ragione. Ci serve un nome, dopodichè per me sarà un vero piacere mettere fine ai suoi giorni-
-Quell'ultima parte lasciala a me- aggiunse Eric, mentre sorseggiava il suo caffè.
-Da quando bevi caffè tu?- gli chiesi.
-Ho dormito.È una cosa nuova...- rispose -E non è niente male...- aggiunse prendendone un altro sorso.
-Adesso ci serve sapere dove cercare. Noi faremo la nostra parte-
Jimmy teneva ancora stretta la gola della cacciatrice al muro.
-Ora puoi lasciarla andare. Non è così stupida da mettersi contro di noi- dissi al lupo.
Lui la mollò anche se un pò riluttante all'idea.
-Ha ucciso l'ultima mia compagna proprio due giorni fa, prima che vi raggiungessi- spiegò mentre si massaggiava il collo che aveva preso uno strano colorito violaceo.
-Sophie. Te la ricordi Hanna?
Le ha spezzato l'osso del collo e poi l'ha prosciugata. Non è stato un bello spettacolo- precisò rivolgendosi alla sua ex compagna di battaglie.
Hanna non rispose.
-L'ultima volta che l'ho visto stava in una città poco lontana da qui, Finix-
-Perfetto. Ti prometto che la tua gente sarà vendicata- annunciò Megan.
-Anche se non lo merita- aggiunse Hanna.
L'aria fremeva di tensione, e non serviva che venisse accesa alcuna miccia.
-Ora puoi anche andartene- tagliai corto io.
-Che cosa?! No! Io vengo con voi!- sbottò Tia.
-Non ci pensare neanche, la tua richiesta è stata accolta ma ora le nostre strade si dividono- conclusi.
-Non potete escludermi così! Se avete una pista è solo grazie a me! Io...-
-Tu... sei già fotunata ad essere viva. Se vieni con noi, non lo sarai ancora a lungo. Perciò va via-
-No! Non lo farò!- riprese lei.
-La questione non è negoziabile. Così ho deciso e così è- risposi ferma, poi mi voltai per andarmene.
-Chi sei tu per decidere cosa posso o non posso fare?! Tu non sei l'eroe che credi di essere!- urlò e si lanciò all'attacco contro di me, mentre ero ancora voltata di spalle, fendendo un pugnale di pietra.
Era stata così veloce da sorprendere persino James, Roland ed Eric, ma non me. Di scatto le afferrai la mano bloccandolgliela dietro la schiena, disarmandola e appropriandomi della sua arma.
-No! Non sono un eroe! Non l'ho mai pensato. Sai cosa sono io?!-
Tia ringhiò di rabbia cercando un mio punto di cedimento per liberarsi dalla presa.
-Sono una sopravvisuta. Riesco a sopravvievere a qualunque situazione in cui questo schifo di mondo mi getta. Ma sai una cosa?
Non è affatto bello come sembra. Sopravvivo e gli altri muoiono, io vado avanti o almeno ci provo ma le ombre tornano sempre e si moltiplicano. Oggi ho una schiera di fantasmi alle mie spalle che mi seguono ovunque io cerchi di scappare, di rifugiarmi. Ma sono sempre lì, ogni mattina quando mi sveglio, per quanto io possa provare a dimenticare-
Tia aveva smesso di divincolarsi e rimase in silenzio.
-Sopravvire fa schifo- conclusi.
La liberai. Non avrei voluto espormi così. Dovevo solo stare zitta perchè invece ora, mi trovavo accollati su di me di nuovo gli sguardi preoccupati dei miei compagni, e quello di James, il più duro da reggere. Mi accasciai in ginocchio, Tia ancora in piedi. Sentì tutti irrigidirsi, e rimanere immobili, sbalorditi. Soprattutto Tia, che non si sarebbe mai aspettata che la leader dei Vigilanti, la figlia della Morte in persona, si inginocchiasse per supplicarla.
-Megan, cosa fai?! Alzati!- esclamò confuso James aiutandomi ad alzarmi.
Ma io non volevo, lo strattonai e rimasi in ginocchio.
-Tu non devi diventare un altro fantasma. Il mio non è un ordine. È un consiglio che ti supplico di accettare. La morte non ci rende eroi e tu non sei una codarda se non vieni con noi. Se muori nessuna delle tue compagne tornerà a vivere. Va via.
Ti prego- mugolai a testa bassa, con la voce increspata.
Per un paio di secondi la stanza fu dominata dal silenzio, dopo Tia scoppiò in lacrime cadendo sulle ginocchia anche lei.
Io la strinsi a me e lei si liberò in un pianto straziante misto ad urla, allegerendosi, almeno per quel momento, del peso delle morti delle sue amiche.
Alzai lo sguardo e Hanna si copriva la faccia bagnata dalle lacrime.
Io mi alzai, e lei corse subito al mio posto stringendo Tia ancora più forte.
Io mi affrettai ad uscire, non volevo più piangere davanti ai miei compagni.
James mi corse dietro.
-Ali!- urlai un attimo prima che mi raggiungesse e che mi vedesse piangere.
Le ali comparvero più possenti e muscolose che mai.
In un battito mi sollevarono dal suolo spazzando via il vampiro con un'onda d'aria.
Mi ritrovai tra le nuvole.
Erano fresche e morbide. Davanti a me si estendeva l'infinità del cielo, tinto di un rosa spento, alla fine dell'alba. Il sole risplendeva sulle ali, che smuovevano ad ogni battito le nuvole che invece cercavano di riformarsi. Erano più belle delle precendenti, ma non le sentivo mie. Sembravano artificiali, come se mi fossero state cucite addosso con dei punti di sutura. D'altronde io ero nata con ali del tutto diverse, color carbone, più pesanti ma familiari. Questo nuovo paio era soltanto un altro modo per destabilizzarmi. Avevo la testa sovraffollata dai dubbi. Urlai, per cancellare tutto, per resettare e avere nuovo spazio. Con quell'urlo avrei voluto smuovere cielo e terra, per ricordare sia a mio padre che a mia madre che mi avevano rovinato la vita ma che non mi sarei lasciata sopraffare. Lottavo da troppo tempo, ci ero abituata ormai.
"Devo tornare indietro" mi dissi.
-Sai che sei proprio una stupida?- disse una voce dietro di me.
Mi voltai e Caino e Abele erano dinanzi a me, uniti in una fusione forzata.
Caino sembrava completamente  a suo agio,  mentre Abele rimaneva succube del fratello.
-Pensi davvero che Xavior sia come tutti gli altri? Un topo in trappola che vi basta scovare e uccidere?- chiese la parte color rubino bevendo da una tazza del caffè ancora fumante.
-Quella Morgana si che ci sa fare con la magia!- esclamò ancora soddisfatto.
-Abele, ribellati! Dimmi come uccidere colui che ti ha fatto questo!- lo incoraggiai.
Abele alzò un poco la sua mano, come se fosse in coma e la mia voce fosse lontana e gli arrivasse da fuori, da oltre un muro, dalla realtà.

-È inutile quello che stai cercando di fare, Xavior si è assicurato che non si svegli per un bel pò, o per l'eternità che è ancora meglio!- esordì in un'accesa risata.
-Perchè gli fai questo, dopotutto è ancora tuo fratello!- gli feci notare.
Le risa di Caino si spensero e la sua espressione si fece cupa e inquietante, increspata di disgusto e rimpianto.

Stese il braccio e lasciò cadere la tazza che bucò le nuvole e si frantumò al suolo dopo alcuni metri di vuoto assoluto.
Immediatamente dopo comparve alle mie spalle.
-La mia storia, non è come tutti la raccontano-
Lo colpì e divenne fumo, che si ricompose a pochi metri di distanza da me.
-Dovresti fartela raccontare, magari da chi è più vicino al Grande Capo, da chi è più vicino alla verità- aggiunse.
-Sono curioso di sapere cosa ti racconteranno. Le persone modificano le storie e le trasformano in leggende. Plasmano la realtà per nascondere la verità. La mia era una verità poco gradevole, così è stata modificata- disse.
Osservavo quel frammento rosso parlare diventando sempre più perplessa.
Caino sembrò accorgersene.
-Vai, ora. Il vostro tempo sta per scadere, ci rincontremo e allora sarà tutto finito-
Parlò così e scomparve.
"Devo tornare indietro" mi dissi ancora.
Le ali mi portarono giù e fui accolta dalla squadra, ovviamente ancora preoccupata.
Nessuno di noi si era ancora abituato a vedere gli Angeli discendere dal cielo, e per Tia era la prima volta.
Si fece strada tra i Vigilanti, stupefatta. Mi venne incontro adagio, come si fa con un cavallo per paura che si imbizzarisca.
Mise una mano sulla mia ala destra per assicurarsi che non fosse in preda alle allucinazioni ed iniziò ad accarezzarla piano.
-Emani una luce che ti scalda il cuore...- sussurrò.
-Ho così tanta paura- confessò.
-Nessuno ti farà del male- le dissi io.
-La mia paura è quella di restare sola, io contro il mondo. Non ce la farò mai- continuò ingoiando il bisogno di piangere.
-Nessuno ti chiede di farlo. Nessuno è mai realmente solo, mi ci sono voluti centinaia di anni ma l'ho capito. Anche quando sentiamo di esserlo, non lo siamo. C'è sempre qualcuno, qualcosa in cui riponiamo tutti i nostri desideri, le nostre speranze. Quel qualcosa che non è con noi ma che si può leggere tra le righe, magari non potrai vederlo ma lo avverti. Se tu hai bisogno di qualcuno che incarni le tue speranze, scegli me. E anche se non mi vedrai, saprai che ci sono. Sarò la tua Salvatrice, promesso-
Tia accennò un sorriso. Quel sorriso, tra tatuaggi e piercing era l'unica cosa che davvero sembrava naturale su di lei.
Mi rivolse uno sguardo gonfio di lacrime, poi passò ad Hanna e a tutti noi.
-Io non ne so molto di lealtà, onore, giustizia, ma so che un eroe dev'essere per forza tutto ciò che c'è di contrario a me. E so che voi lo siete. Aiutare chi ne ha bisogno è ciò che fate. Nonostante abbia cercato di pugnalarti un attimo prima. Sapete cosa e giusto, e lo fate a prescindere dal vostro tornaconto- disse la cacciatrice, poi si voltò verso Hanna.
-Solo ora capisco perché te ne sei andata. Ti ho odiato così tanto. Ci hai lasciate è vero, ma adesso capisco che era per qualcosa di migliore. Qualcosa di più simile ad una... famiglia. Noi non lo eravamo, ma mi ero convinta che fosse così, perchè avevo paura un giorno di svegliarmi e fare la tua stessa scelta e di sapermi odiata da tutte a mia volta. Non ho ne ho mai avuto il coraggio. Forse è questo il vero motivo per cui ti odiavo tanto.
Il fatto che tu ci sia riuscita e io no.
Perdonami anche tu, perdonatemi tutti. Il minimo che posso fare è accettare il vostro consiglio e andarmene - aggiunse.
Io annuì e lei si distaccò da me  incamminandosi nei boschi innevati.

Quando Tia scomparve tra il bianco, scomparvero anche le mie ali.
Merida mi osservava in silenzio con fare soddisfatto, da madre fiera della propria figlia. Quello sguardo bastò a farmi ritornare la voglia di ucciderla.
Sapevo che i miei compagni avrebbero voluto parlarne, ma in quel momento avevo io delle domande.

-Hey Merida, ti va una chiacchierata tra mamma e figlia?-

LOST WINGS: THE RESURRACTIONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora